SCOLA, Ettore
Regista cinematografico, nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931. Trasferitosi a Roma, ancora sui banchi del liceo, prese a collaborare al periodico satirico Marc'Aurelio con vignette e bozzetti narrativi che con tratto semplice ma deciso deformavano ricordi ed esperienze autobiografiche. Ben presto viene assunto nella ''bottega del cinema italiano'', nella quale lavorano, formando un'allegra e operosa comunità, sceneggiatori e registi (Fellini, Monicelli, Steno, Scarpelli, ecc.) provenienti da quel settimanale umoristico, popolarissimo fra guerra e dopoguerra. Il gusto per la deformazione caricaturale, l'esigenza della sintesi, l'abitudine a piegare spunti d'attualità secondo una suasiva linea di esposizione lo aiutano a passare con disinvoltura dalle trame drammatiche a quelle sentimentali e a pervenire, senza imbarazzo, alla satira di costume.
Per lo script di Il sorpasso (1962) di D. Risi, I mostri (1963), Io la conoscevo bene (1965) di A. Pietrangeli, S. può considerarsi fra gli iniziatori di un filone − la ''commedia all'italiana'' − che, per una ventina d'anni, forma l'ossatura della produzione cinematografica nazionale. Al suo definirsi e precisarsi, fra l'incoraggiamento dei produttori, la benevolenza del pubblico e l'astio iniziale dei critici che poi si muterà in frequente consenso, molto contribuisce S., prima come instancabile suggeritore di trame e poi come regista. L'esordio registico è cauto. L'ancor giovane ex ''ragazzo di bottega'' si mette al servizio dei maggiori attori che animano la commedia all'italiana: V. Gassman, A. Sordi, N. Manfredi, M. Vitti, U. Tognazzi. L'incontro con Tognazzi suggerisce al regista Il commissario Pepe (1969), sconsolata incursione nella provincia, dalla quale si fa iniziare la seconda fase del suo cinema. Ai toni ridanciani se ne affiancano altri, risentiti e pungenti, che pretendono uno spazio sempre maggiore (Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca, 1970; Permette? Rocco Papaleo, 1971; La più bella serata della mia vita, 1972). Senza impigrirsi nelle formule facili (affronta anche un esperimento in ambiente operaio, con il film-documento Trevico-Torino... Viaggio nel Fiat-Nam, 1973) S. spoglia via via la propria narrativa del ridondante e restringe la visuale su pochi frammenti, pervenendo al fecondo ripensamento delle esperienze di una generazione (C'eravamo tanto amati, 1974) o di un ceto sociale (Brutti, sporchi e cattivi, 1975; Una giornata particolare, 1977; La famiglia, 1987).
All'esaurirsi della commedia all'italiana, da lui spostata a poco a poco su registri drammatici, S. si è provato in due squisiti divertimenti o capricci, Il mondo nuovo e Ballando, ballando, realizzati in Francia fra il 1982 e il 1983, nei quali, più che le pertinenti annotazioni storiche, contano la grazia della scrittura e la finezza della recitazione. M. Mastroianni, nel disegnare in Il mondo nuovo un immalinconito Casanova, avvia una trasformazione del proprio personaggio, che S. favorisce con proposte più generose che disinvolte (Maccheroni, 1984; Splendor, 1989) e con un teso, asciutto, mai sentenzioso bilancio esistenziale: Che ora è (nei due ultimi film citati vicino a Mastroianni compare M. Troisi, che sarà un riflessivo Pulcinella in Il viaggio di capitan Fracassa, 1990). Meno riuscito, Mario, Mario, Mario (1993), ispirato alla crisi della sinistra. Vedi tav. f.t.
Bibl.: I film e le sceneggiature di Ettore Scola, a cura di A. Maraldi, Cesena 1982; E. Scola e altri, Soggetti per il cinema, Mantova 1984; R. Maccari, A. Pietrangeli, E. Scola, La Picaresca, ivi 1984; Disegni per il cinema: Furio Scarpelli ed Ettore Scola, a cura di A. Cattini, ivi 1986; P.M. De Santis, R. Vittori, I film di E. Scola, Roma 1987; R. Maccari, F. Scarpelli, E. Scola, La famiglia, Mantova 1988; R. Ellero, Ettore Scola, Firenze 1988.