ROTA, Ettore
– Nacque a Milano il 3 marzo 1883 da Enrico, ispettore delle Ferrovie dello Stato, e da Adelaide Bietta (1853-1938). Ebbe una sorella, Virginia, che fu insegnante.
Dopo aver concluso gli studi al liceo Alessandro Manzoni di Milano nel 1901, alla fine dello stesso anno si iscrisse alla facoltà di lettere presso l’Università di Pavia, riuscendo tuttavia soltanto nel secondo anno di corso, nel 1902-03, a entrare al collegio Ghislieri, dove rimase fino al 1906. Si laureò il 1° luglio 1905 con Giacinto Romano discutendo la tesi La reazione cattolica a Milano, pubblicata nel 1905-1906 sul Bollettino della Società pavese di storia patria, che suscitò aspre polemiche all’interno della stessa rivista. Nel 1907, tuttavia, Romano intervenne in difesa dell’allievo sottolineando che si trattava di un lavoro molto originale basato su solidi studi. Due giorni prima della laurea, il 28 giugno 1905, Rota aveva superato l’esame di abilitazione per l’insegnamento secondario. Dopo aver tenuto una cattedra all’Aquila (1907-08) e a Piacenza (1908-13), si stabilì definitivamente a Como per insegnare presso l’istituto tecnico Caio Plinio dal 1914 al 1918. Legatissimo alla città, avrebbe continuato a viverci anche dopo la sua nomina alla cattedra di storia moderna all’Università di Pavia.
Nel frattempo aveva dato alle stampe L’Austria in Lombardia e la preparazione del movimento democratico cisalpino (Milano 1911), in cui, confutando la tesi che il governo austriaco avesse favorito la rinascita economica milanese nel Settecento, mise in evidenza il diffuso scontento della borghesia lombarda.
Il 17 dicembre 1914 fu premiato per il saggio Il pensiero e l’arte degli scrittori francesi davanti e dopo la Rivoluzione negli scrittori italiani degli ultimi decenni del secolo XVIII e nei primi del secolo XIX dall’Istituto lombardo di scienze, di cui sarebbe poi divenuto socio corrispondente (27 ottobre 1938) e membro effettivo (19 maggio 1949). Con questo lavoro inaugurò un tema di ricerca, i rapporti tra l’Italia e la Francia, che avrebbe ripreso in futuro.
Nel 1917 insieme con Corrado Barbagallo, Antonio Anzilotti e Guido Porzio fondò la Nuova Rivista storica nel cui programma si asseriva che si voleva dare largo spazio alla storia sociale, economica, politica e delle idee. Nei primi due anni della rivista Rota intervenne con articoli che proseguivano i suoi studi sulle relazioni culturali tra Francia e Italia (Nazionalismo e storicismo. Rapporti di pensiero tra Italia e Francia avanti e dopo la Rivoluzione francese, in Nuova Rivista storica, I (1917), 1, pp. 21-55; 2, pp. 294-338; II (1918), 2, pp. 190-208; 5-6, pp. 523-555).
Nella seconda metà del 1918 Rota conseguì la libera docenza per titoli, dopo aver tenuto una lezione su Il pensiero politico di Giuseppe Mazzini. Nella commissione giudicante sedevano Gaetano Salvemini e Gioacchino Volpe. Il 1° dicembre 1924 venne nominato a Pavia al posto di Antonio Anzilotti, che era stato chiamato a Pisa. Tra i suoi primi allievi ebbe Carlo Morandi e Mario Bendiscioli, che si laurearono entrambi nel 1925. Nel novembre 1927 venne confermato professore ordinario dalla facoltà di lettere.
Poco più di un anno dopo, il 24 novembre 1928, Rota sposò a Como Cleta Brunati, vedova di Antonio Ferro, deceduto nel 1913, e con il quale aveva avuto i figli Antonio e Gian Franco.
Rota avrebbe retto la cattedra di storia moderna fino al 1952-53, e tenne anche gli insegnamenti di paleografia e diplomatica, (1928-35 e 1937-52), storia politica coloniale (1936-38) e storia del Risorgimento (1952-53).
Nel 1945 fu istituita una commissione di epurazione presieduta dal rettore Plinio Fraccaro. Venne esaminata anche la posizione di Rota in relazione a due sue pubblicazioni: Arrigo Solmi nella sua opera di politico e storico (Pavia 1934) e Italia e Francia davanti alla storia. Il mito della sorella latina (Milano 1939). La commissione, pur esprimendo nel suo parere finale un giudizio piuttosto severo sul secondo volume («il libro è molto superficiale e dal sapore dilettantesco»; Pavia, Biblioteca universitaria, Fondo Fraccaro, Carte dell’epurazione universitaria), ritenne che non vi fossero gli estremi per l’epurazione.
A partire dalla seconda metà degli anni Quaranta del Novecento fu incaricato dall’editore Marzorati di Milano di curare i volumi Questioni di storia moderna (1948), Questioni di storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia (1951) e Questioni di storia contemporanea (I-III, 1952-1953), utile impresa editoriale in cui i maggiori studiosi dell’epoca diedero conto dei risultati cui era giunta la ricerca storica italiana.
Il suo ultimo intervento al consiglio di facoltà di lettere e filosofia avvenne durante la seduta dal 27 giugno 1958, occasione in cui si decise di chiamare alla cattedra di storia moderna il suo allievo Mario Bendiscioli, che fu preferito a Carlo Maria Cipolla nonostante il sostegno del rettore Plinio Fraccaro (Archivio storico dell’Università di Pavia, Lettere e Filosofia, Verbali consiglio, Registro dei verbali dal 10 maggio 1950 al 18 novembre 1960, p. 413).
Rota morì d’infarto il 23 agosto 1958 a Cannobbio, allora in provincia di Novara (oggi del Verbano Cusio Ossola).
Opere. Una bibliografia di Rota si trova in Studi di storia medievale e moderna in onore di E. R., a cura di P.F. Palumbo - P. Vaccari, Roma 1958, pp. IX-XVI, a cui vanno aggiunte le Discussioni storiche postume, Como 1960. Tra le sue opere si segnalano: Il giansenismo in Lombardia e i prodromi del Risorgimento italiano, in Raccolta di studi storici in onore del prof. G. Romano, Pavia 1907, pp. 367-626, saggio che diede un nuovo impulso agli studi sul giansenismo in Italia; Giacinto Romano, in Nuova Rivista storica, IV (1920), 3, pp. 226-249, commemorazione del maestro tenuta da Rota all’Università di Pavia; Del contributo dei lombardi alla guerra del 1848: il problema del volontarismo, in Nuova Rivista storica, XII, 1928, 1, pp. 1-52, che sarebbe stato elogiato da Antonio Gramsci (Quaderno 19. Risorgimento italiano, Torino 1975, p. 191); Le origini del Risorgimento italiano, I-II, Milano 1938; Genesi storica dell’idea italiana, I-II, Milano 1948; il ricordo del suo allievo Carlo Morandi apparso in Nuova Rivista storica, 1950, vol. 34, pp. 173-182.
Fonti e Bibl.: Informazioni sulla sua carriera di studente e di docente si possono reperire nei fondi conservati presso l’Archivio storico dell’Università di Pavia e dell’archivio del collegio Ghislieri. Nel Fondo Fraccaro, Carte dell’Epurazione universitaria, conservato presso la Biblioteca universitaria di Pavia, vi è il fascicolo Ettor Rota senza data. Lettere di Rota sono presenti nell’Archivio Gaetano Salvemini (Firenze, Istituto storico per la Resistenza in Toscana). Inoltre: W. Maturi, E. R., in Rivista storica italiana, 1958, vol. 70, pp. 620-622; E. Rovelli, E. R., in Rivista archeologica dell’antica provincia e diocesi di Como, LXXXVI (1958), pp. 289-291; M. Bendiscioli, E. R., in Annuario dell’Università di Pavia per l’anno accademico 1958-59, Pavia 1959, pp. 395-397; P. Vaccari, E. R., in Como, 1960, vol. 2, pp. 1-14 (dell’estratto); P.F. Palumbo, Uomini, tempi, paesi dall’antico al nuovo, Roma 1961, pp. 314-319 (dove l’autore analizza Le origini del Risorgimento); Id., Tre storici moderni: E. R., Federico Chabod, Walter Maturi, in Studi salentini, 1966, vol. 24, pp. 407-419; A. Casali, Storici italiani tra le due guerre, Napoli 1980, pp. 30-33, 108-112; E. Signori, Minerva a Pavia. L’Ateneo e la città tra guerre e fascismo, Milano 2002, p. 212; F. Torchiani, Uno storico rettore magnifico. Plinio Fraccaro e l’Università di Pavia, Milano 2009, pp. 73-75; S. Negruzzo, L’Europa di E. R., in Perché sono europeo. Studi in onore di Giulio Guderzo, a cura di S. Negruzzo - D. Preda, Milano 2013, pp. 356-379; F. Torchiani, Devoti a Clio? Storici a Pavia tra le due guerre, in Divulgatori di conoscenza, di idee e di metodi. I docenti dell’Università di Pavia attraverso le loro carte, a cura di F. Zucca - A. Baretta - A.P. Milani, Milano 2014, pp. 113-139.