Petrolini, Ettore
Attore teatrale e cinematografico, nato a Roma il 13 gennaio 1886 e morto ivi il 29 giugno 1936. Fu il geniale inventore di una teatralità innovativa che, partendo dai codici del 'varietà', trasgrediva ogni retorica da teatro ottocentesco avvicinando la tradizione dei modelli comici alle forme d'avanguardia del futurismo o del grottesco surreale. Ideatore di personaggi come Gastone, Gigi er bullo, Nerone e Fortunello, P. rappresentò la perfetta incarnazione di una certa romanità, cinica, sorniona, materialista e, al contempo, tragica, alla quale dedicò tutto il proprio talento, oltre a un'intelligenza acuta e corrosiva.
Di origine popolare, figlio di un fabbro artigiano, P. non eccelse negli studi, né per rendimento né per disciplina, e trascorse un periodo della propria adolescenza rinchiuso in un riformatorio piemontese, al termine del quale intraprese la strada del teatro, passando dal repertorio melodrammatico agli esercizi circensi. A partire dal triennio 1901-1903 cominciò a dedicarsi al teatro di varietà e fu allora che ideò le prime macchiette, sulle quali edificò gran parte della sua fortuna e del suo successo. Dopo essersi esibito in numerosi teatri italiani e aver effettuato alcune tournée all'estero (soprattutto in Argentina, Uruguay, Brasile, Messico e Cuba), la consacrazione giunse dall'Étoile di Parigi e dal Teatro Jovinelli di Roma.Il vero debutto cinematografico avvenne, invece, nel periodo dell'avvento del sonoro in Italia. Fatta eccezione per la parentesi autobiografica di Mentre il pubblico ride (1919), diretto da Mario Bonnard, fu, infatti, soprattutto con Nerone (1930) di Alessandro Blasetti, con Il medico per forza e Cortile, entrambi del 1931 e di Carlo Campogalliani, che la popolarità dell'attore rimbalzò dalla scena allo schermo. Tratti rispettivamente da un testo di Molière e da un bozzetto di F.M. Martini, per questi ultimi due film, fortemente interrelati con il teatro, Campogalliani sfruttò l'opportunità di un'ambientazione naturalistica offerta dal dispositivo cinematografico, mentre Blasetti realizzò con Nerone un vero cammeo, troppo spesso riduttivamente considerato un esemplare di 'teatro fotografato', in realtà capace di cogliere, pur nei limiti della ripresa da palcoscenico, il carattere dirompente della satira e quello surreale delle trovate sceniche petroliniane, così in sintonia con la velocità sintetica del mezzo cinematografico.
L'attore morì prematuramente a cinquant'anni, affidando la memoria di sé non solo all'arte dell'eloquenza e alle immagini cinematografiche, ma anche alla scrittura di alcuni copioni teatrali e di volumi di vario genere.
F. Sarazani, 'Petrolini romano'. Dieci anni fa l'ultima recita di un attore, in "Star", 14 luglio 1945, 25, p. 3.
S.G. Biamonte, La parte di Petrolini, in "Cinema" n.s., 31 gennaio 1953, 102, pp. 43-45.
N. Ghelli, Petrolini. Una galleria di tipi umani, in "Rivista del cinematografo", aprile 1957, 4.
L. Castellani, Omerico isterico generico chimerico. Archivio, in "Rivista del cinematografo", aprile 1966, 4.
Ettore Petrolini. Il teatro. Facezie, autobiografie e memorie, a cura di G. Antonucci, 2 voll., Roma 1993.