MALENOTTI, Ettore
Nacque a Castagneto Marittimo (oggi Castagneto Carducci), presso Livorno, il 20 genn. 1887, da Giuseppe, artigiano e piccolo proprietario terriero. Attratto fin da piccolo dal lavoro agricolo e dai suoi problemi, si iscrisse alla scuola agraria delle Capezzine presso Cortona, diplomandosi nel 1905 con lode, e poi a quella enologica di Conegliano, dove si diplomò pure con medaglia d'oro. Non compì dunque studi classici, anche se si costruì una cultura da autodidatta, colmando quella che allora poteva sembrare una grave lacuna e acquisendo uno stile classicheggiante, che gli restò caratteristico. Nel 1908 si iscrisse alla scuola superiore di agricoltura di Pisa, una fra le pochissime in Italia, laureandosi nel 1912 con pieni voti in scienze agrarie. Nel dicembre 1912 divenne assistente nella Stazione di entomologia agraria di Firenze, fondata nel 1875 da A. Targioni Tozzetti in via Romana alla Specola, vicino a Pitti, e notissima per l'impulso datole da A. Berlese, allievo del Targioni, che la diresse per lunghi anni. Berlese vi giganteggiava affiancando, nella lotta agli insetti dannosi, l'uso degli insetti parassitoidi a quello di composti chimici; aveva inoltre formato collaboratori di spicco (G. Del Guercio, C. Ribaga, G. Paoli, L. Chinaglia, M. Carimini, A. Melis). Così il M. poté costruirsi una eccellente preparazione entomologica e mostrò attitudini brillanti nella ricerca di soluzioni pratiche ai più importanti problemi agricoli del momento. A Firenze si dedicò per otto anni a ricerche di laboratorio tipiche delle scuole di Berlese e Targioni, in particolare sulle cocciniglie e i loro nemici, pubblicandole nella rivista Redia, fondata da Berlese nel 1903.
Tra i circa 15 lavori del M. apparsi nella rivista sono almeno da ricordare: Sopra un nemico naturale della Pulvinaria camelicola, Sign., IX (1913), 1, pp. 113-115; Specie nuove e critiche di Diaspiti, XI (1916), 2, pp. 309-320; Sopra un caso di endofagia dell'Aspidiotiphagus citrinus (Crav.) How. sul Chrysomphalus dictyospermi (Morg.) Leon., XII (1916), 1, pp. 15-18; I nemici naturali della Bianca-Rossa (Crisomphalus dictyospermi Morg.), XIII (1917), 1, pp. 17-53.
In questi anni il M. si specializzò soprattutto nello studio dei Coccidi e degli Imenotteri parassiti di questi. Così innestò l'attività di biologo in una di sistematico e morfologo, sull'esempio di Berlese, che - disponendo di una rivista, di un ricchissimo museo e del contatto con allievi più anziani di lui - lo sostenne ampiamente e lo introdusse a ogni aspetto del lavoro. Già l'anno dopo l'arrivo a Firenze, nel 1913, stampò nella rivista Redia il lavoro originale sulla Pulvinaria camelicola (cocciniglia nociva all'arancio, parassitizzata da un dittero ciclorrafo, la Leucopis nigricornis). Nel 1914, in Sicilia, studiò insieme con G. Del Guercio, aiuto di Berlese, una cocciniglia degli agrumi, la Bianca-Rossa; da queste ricerche venne nel 1915 il lavoro stampato a Firenze (Ricerche ed esperienze nuove contro la Bianca-Rossa degli agrumi in Sicilia nel 1914).
Dal 1916 il M. si specializzò sui Diaspiti, estendendo le ricerche alla Somalia meridionale, pur continuando a dedicarsi alle cocciniglie della Sicilia e della Toscana e ai loro parassiti, soprattutto calcidoidei. Poté così, in entrambi i settori, descrivere numerosi generi nuovi e specie nuove, affrontando con geniali innovazioni il gravissimo problema della difesa degli agrumi. Nel 1918 era già uno fra i più affermati specialisti sugli Imenotteri calcidoidei e aveva già pubblicato, in gran parte in Redia, numerosi lavori dedicati a prove di lotta biologica e chimica. Era così uno dei più promettenti allievi della scuola.
All'inizio degli anni Venti il M. si occupò della lotta contro le cavallette (il Dociostaurus) e il Dacus (mosca delle olive), argomenti cari al suo maestro e raccomandati dal ministero dell'Agricoltura e Foreste. Sorto nel 1921 l'Osservatorio per le malattie delle piante di Verona, fu chiamato a dirigerlo, avviando così un nuovo periodo di attività in territorio veneto. Si dedicò al controllo degli ortotteri (il grillotalpa e i grilli neri) con le esche al bario, dei Diaspini con olii pesanti somministrati d'inverno, delle Farfalline infeudate ai frutteti (Cydia, Carpocapsa) o alle colture erbacee (Pirausta, Sesamia) con gli arseniati, sempre seguendo l'andamento biologico dei fitofagi.
La sua attività si estese a tutte le cause nocive insidianti le colture sull'intero territorio italiano, sicché l'osservatorio veronese divenne una fra le più operose fucine di ricerca entomologica. La sua attenzione incluse tutti i più importanti fitofagi, anche fuori dal Veneto; indagando i rapporti tra insetti e piante, sperimentò accuratamente i prodotti proposti dall'industria chimica, divenendo un protagonista della ricerca applicativa. Mentre nel periodo fiorentino, nel solco di Berlese e della sua scuola, si era dedicato allo studio completo dell'insetto dannoso indagato, nel periodo veronese, lavorando in totale indipendenza e libertà, eliminò le grandi monografie e moltiplicò i brevi contributi applicativi, prodotti via via che le osservazioni gliene offrivano l'opportunità. Fu perciò un entomologo di nuovo tipo, il più vicino ai problemi pratici tra quelli allora attivi.
Tra i numerosi lavori (più di 130), apparsi in sedi diverse da Redia, si rammentino almeno: Istruzioni pratiche per combattere la Bianca-Rossa degli agrumi, Firenze 1918 (in collab. con G. Del Guercio); Venti anni di lotta contro la mosca delle olive in Italia, in Nuovi Annali del Ministero per l'Agricoltura, 1922, pp. 348-390; Cento noterelle fitopatologiche, Torino 1938; Ueber die entomologischen Wirkungen einiger Mischkulturen, in Zeitschrift für angewandte Entomologie, XXIX (1941), pp. 416-421; Les maladies des insectes, avec discussion, in Congrès des sciences pastoriennes pour le cinquantenaire de la mort de L. Pasteur, Paris 1946, pp. 166-183; La Prospaltella Berlesei, How., in L'Italia agricola, 1948, n. 12, pp. 3-7.
Alla fine degli anni Quaranta, scomparsi o ritirati i maestri della generazione precedente, il M. fu al vertice della ricerca applicata, volta soprattutto agli insetticidi. Libero docente, poi professore incaricato di entomologia agraria nelle Università di Bologna e Padova, presente a congressi in tutta Europa, consulente di massimo rilievo del ministero dell'Agricoltura (fu nel Consiglio superiore), tenne numerose conferenze alla radio, collaborò con i più diffusi giornali di agricoltura, pubblicò manuali diffusi e perfettamente aggiornati, fornì pareri richiesti e apprezzati su temi pratici.
Il M., morì improvvisamente a Milano il 14 genn. 1949.
Fonti e Bibl.: E. M., in Boll. della Soc. entomologica italiana, LXXIX (1949), 1, p. 28; U. Guarienti, E. M., in Atti e memorie dell'Acc. di agricoltura, scienze e lettere di Verona, CXXV (1949), pp. LVIII-LXI; A. Melis, Lutti entomologici, in Redia, XXXIV (1949), p. XVII; A. Ricchello, E. M., 1887-1949, suppl. agli Annali della sperimentazione agraria, n.s., III (1949), pp. I-XVIII; V. Ronchi, Un grande tecnico: E. M., in Giorn. di agricoltura, LIX (1949), 4; In onore ed a memoria di E. M. nel primo anniversario della morte, Firenze 1950 (alle pp. 16-24 il discorso commemorativo di A. Melis); M. E., in Boll. dell'Associazione romana di entomologia, IV (1949), 1-2; C. Conci, M. E., in Memorie della Soc. entomologica italiana, XLVIII (1969), p. 950.