FIERAMOSCA, Ettore
Nacque in Capua di antica e nobile famiglia. Il padre, Rinaldo, come poi anche i fratelli minori Guido e Cesare, fu valente capitano ed ebbe parte non piccola negli avvenimenti militari del suo tempo nel Mezzogiorno. La fedeltà alla Spagna era tradizionale nella famiglia: l'avo, Rossetto, aveva avuto dagli Aragonesi privilegi e onori che gli avevano consentito di porre su buone basi la fortuna della famiglia Fieramosca, o, piuttosto, come appare dagli atti del tempo, Ferramosca. Nel 1492 Ettore è paggio alla corte di Ferrante I in Napoli, dopo la prima educazione ricevuta a Capua. Ben presto però la guerra e la milizia lo attirano: già nel 1492, giovanissimo ancora - benché non si conosca l'anno della sua nascita - era al comando di una compagnia di balestrieri; cooperò alla lotta contro l'invasore Carlo VIII, agli ordini di Ferrante II. Rimasto Carlo VIII padrone del regno, Ettore fu tra coloro che seguirono il re sconfitto nell'avversa sorte. E quando la fortuna risorse, per gli aiuti inviati da Ferdinando il Cattolico, nell'assedio di Gaeta, dove s'erano chiusi i Francesi, toccò ad Ettore di veder morire in combattimento il padre, Rinaldo. Al figlio passò la condotta paterna. Ribellatesi le Marche nel 1497, il nuovo re Federico inviava Ettore a soccorrere Ascoli; durante la campagna marchigiana il cavaliere capuano legò il suo nome alla fazione d'offida.
Voltisi nuovamente i Francesi nel 1500 alla conquista del reame, l'unico glorioso episodio di quella scialba campagna fu dovuto, per la ripresa del castello di Calvi, all'ardito comportamento di Ettore Fieramosca, che era rimasto a guardia di Capua sotto gli ordini di Fabrizio Colonna. Ettore passò in Puglia e si pose agli ordini di Consalvo da Cordova, il gran capitano, capo delle truppe spagnole. Ardeva, tra le due parti avverse, non risolute ancora ad un combattimento decisivo, la guerriglia. In varie località avvenivano sfide: l'odio, le recriminazioni e le soperchierie dei Francesi e del loro capo comandante locale, il Forment, ricaddero sopra gl'Italiani. Una sfida lanciata da Ettore Fieramosca al Forment in persona, non fu raccolta. Ma pochi giorni dopo, le ingiurie di un cavaliere francese, il La Motte, fatto prigioniero e tratto in Barletta, contro gl'Italiani, diede origine alla famosa sfida (v. barletta, IV, p. 198). Dei tredici italiani eletti a campioni contro tredici francesi, Ettore Fieramosca fu il primo a essere scelto e quindi il capo: nella lunga e tenace lotta il valore di Ettore fu la maggior garanzia della vittoria. La quale fu piena; a Ettore fu dato sul campo, in aggiunta dei titoli nobiliari e feudali della famiglia, il titolo di conte di Miglionico e di signore di Acquara. Successivamente alla celebre disfida, Ettore cooperò validamente a ricacciare i Francesi da Cerignola e poi dalla sua stessa patria dove s'erano ridotti, Capua, inseguendo i Francesi fin nelle valli del Garigliano. Con Prospero Colonna, il F. passò quindi, onorato anche alla corte, in Spagna.
Tornato in Napoli nel 1505, sono oscure le ragioni di una sua ribellione - cui seguì un breve periodo di incarceramento - al re. Fu, dopo poco tempo, reintegrato negli averi, nel titolo feudale e negli onori. Più tardi, partì per la Spagna e, appena giunto, morì a Valladolid nel 1515,
Quadri, carmi, romanzi sono stati ispirati dal valore del F. e dalla disfida: nella letteratura patriottica e romantica del Risorgimento, fra i libri che si scrivevano per combattere e vincere una battaglia, ha un posto d'onore l'Ettore Fieramosca di Massimo d'Azeglio.
Fonti: Cedole della Tesoreria, Napoli, n. 147, fogli 78-92 passim, e anno 1504, n. 176; Diploma di Ferdinando il Cattolico, in Arch. St. Napoli, processi della Sommaria; Filonico Alicarnasseo, Vita di Prospero Colonna, in Bibl. Naz. Napoli, ms.; P. Giovio, Vita Magni Consalvi, Firenze 1549; G.A. Summonte, Historia della città e regno di Napoli, Napoli 1601; G.A. Goffredo, Ragguaglio dell'assedio dell'armata francese a Salerno, Napoli 1649; Ettore Fieramosca a Venezia, due documenti tratti dai Diari di M. Sanudo, Venezia 1880.
Bibl.: Anonimo, Storia del combattimento tra i 13 italiani con altrettanti francesi, Napoli 1731; S. Loffredo, Historia del combattimento di tredici italiani, Napoli 1844; C. Ademollo, La Disfida di Barletta, in Riv. Europea, 16 aprile 1879; F. N. Faraglia, Ettore e la Casa Fieramosca, Napoli 1883; F. Abignente, La disfida di Barletta, Trani 1903; R. De Cesare, La disfida di Barletta nella storia e nel romanzo, Città di Castello 1903.