CAVALLI, Ettore
Nato a Lucera (Foggia) il 20 luglio 1861 da Achille e da Rosa De Peppo, dopo aver frequentato il collegio militare di Napoli e poi nel 1877 l'accademia militare, fu nominato nel 1880 sottotenente di artiglieria. Capitano nel 1888, dopo esser stato destinato nel 1894 alla Fonderia di Torino e nel 1897 all'Officina di costruzione di artiglieria, nel 1898, succedendo a C. Parodi, divenne professore titolare di balistica e materiale d'artiglieria alla Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio, rivelando nei quattro anni d'insegnamento una solida cultura matematica. Maggiore nel 1902, e comandato alla Direzione superiore delle esperienze d'artiglieria, vi rimase anche dopo la promozione a tenente colonnello, nel 1909. Entrato nel 1911 nel ruolo tecnico dell'arma, creato in quell'anno per consentire l'ammodernamento nell'organizzazione e nelle attrezzature, vi compì tutta la carriera. Dal 1911 al 1918 direttore delle esperienze di artiglieria, col grado di colonnello e dal 1916 con quello di maggiore generale, nel 1919 fu nominato direttore dell'Officina di costruzioni di artiglieria di Torino. Collocato in posizione ausiliaria speciale nel 1920, richiamato in servizio nel 1924 come insegnante di balistica esterna presso la Scuola d'applicazione ed al corso superiore tecnico e balistico d'artiglieria di Torino, fu promosso nel 1926 tenente generale nel ruolo tecnico ausiliario.
Collocato a riposo nel 1930,morì a Torino il 4 marzo 1932.
Nella memoria Sul comportamento delle funzioni balistiche all'infinito (in Riv. di Art. e Genio, I [1918], pp. 55-85) il C.,partendo dai risultati ottenuti dal Picone, e studiando il comportamento delle funzioni balistiche per valori estremi delle velocità, dimostrò la possibilità di determinare il coefficiente balistico ridotto C e la pseudovelocità V nel punto di arrivo anche per grandi valori di D. Soluzione questa che costituiva e costituisce uno dei problemi principali della balistica pratica. Il lavoro che procurò, anche all'estero, grande notorietà al C. è Il problema del prossimo avvenire (in Riv. di Art. e Genio, IV[1921], pp. 227-258; V [1922], pp. 70-89).Infatti sino a quell'epoca i cultori di balistica non avevano affrontato un problema, oggi attualissimo, connesso con le gittate talmente grandi da richiedere un percorso a notevole quota del proiettile. Il problema proposto e risolto dal C. consiste appunto nell'integrazione delle equazioni differenziali del moto di un proietto nell'ipotesi che la densità dell'aria non sia costante, ma vari con la quota.
Tutta la summa della sua esperienza venne dal C. raccolta in un Trattato di balistica esterna (Torino 1928),che dedicò alla memoria del suo maestro, F. Siacci, del quale difese e onorò la memoria curandone l'edizione completa degli scritti e rivendicandone contro i detrattori la validità delle ricerche.
Tra le altre opere del C. sono da ricordare: Il tiro verticale, in Riv. di Art. e Genio, III (1918), pp. 155-164; Sui contributi necessari al progresso della basilicata, ibid., II,(1919), pp. 5-84; Alcune formule di variazione dei parametri della traiettoria, ibid.,yyyy (1920), pp. 169-203, 265-302, in cui riuscì ad applicare al caso più generale le formule differenziali per il calcolo di piccole variazioni della gittata e della durata corrispondenti a piccole variazioni dei parametri della traiettoria; Tavole di un B secondario, ibid., VII (1924), pp. 341-354, per colmare una lacuna che si presentava nel calcolo degli elementi secondari del tiro; Il secondo termine della serie del B principale, ibid., VIII (1925), pp. 27-46; Una piccola variante nel calcolo delle traiettorie per punti, ibid., pp. 309-316; Sull'integrazione delle equazioni differenziali della balistica, in Boll. dell'Unione matematica italiana, VII(1928), pp. 256 s.
Fonti e Bibl.: Necrol., in Boll. dell'Unione matem. ital., XI (1932), pp. 126 s.,e in Riv. diArtigl. e Genio, (1932), pp. 335 s.