Scrittore francese (Parigi 1770 - Saint-Cloud 1846); era stato destinato dal padre, ricco funzionario, a divenire prete, ma fuggì in Svizzera. Rientrato in Francia sotto il Direttorio, visse poi a Parigi poveramente. Sotto l'influsso di Rousseau, compose le Rêveries sur la nature primitive de l'homme (1799); venne poi svolgendo una sua visione psicologica triste, desolata, nel romanzo, o meglio diario sentimentale, Oberman (1804), che, quasi ignorato al suo tempo, conobbe una vasta fortuna dopo il 1830 e rimane caratteristico di un momento del Romanticismo francese, collegandosi al René di Chateaubriand. Di S., oltre ad alcuni scritti politici, si ricordano: il trattato De l'amour considéré dans les lois réelles et dans les formes sociales de l'union des sexes (1806), le Observations critiques sur l'ouvrage intitulé "Génie du Christianisme" (1816), le Libres méditations d'un solitaire inconnu (1819), che proseguono sulla stessa linea di Oberman, e il romanzo Isabelle (1833).