BANVILLE, Étienne-Claude-Jean-Baptiste-Théodore Foullain de
Nato il 14 marzo 1828 a Moulins (Allier) da nobile famiglia, venne inviato a Parigi per compiervi i primi studî, e nel 1838 vi fu raggiunto dai genitori: Nel 1839 s'inscrisse alla facoltà di legge. Il primo suo libro di versi uscì nel 1842. Les Cariatides furono lodate da Baudelaire e De Vigny, e il loro autore collaborò ai fogli del secondo romanticismo: l'Artiste, il Corsaire, il Mosquetaire, appartenendo alla "jeunesse dorée" capeggiata da Théophile Gautier. Romantico e prezioso per temperamento, è classicheggiante in quanto adotta e conserva la retorica classica; particolarmente tien fede alla mitologia, con un'insistenza, un'ostinazione caratteristiche, e che rapidameme "datano" la sua opera. Dotato d'una superficiale vena lirica e satirica, è anzitutto un colorista, e giustamente lo si è inquadrato nella "école pittoresque" del post-romanticismo, che prepara i parnassiani. Egli tenta di fondere le reminiscenze mitologiche con la cronaca parigina, e, sebbene non manchi di umanità, troppo sovente lavora di maniera temi e argomenti puramente letterarî, con un virtuosismo eccezionale, ma insufficiente a coprire il vuoto dell'ispirazione (Trente six ballades joyeuses composées à la manière de F. Villon, Rondels à la manière de Ch. d'Orléans). Cosicché è vano distinguere le raccolte poetiche "artistiche" (Les Cariatides, Les Stalactites, Le sang de la coupe, Odes funambulesques, Sonnailles et clochettes, ecc.) da quelle "umane" (Les exilés, Les Occidentales, Les idylles prussiennes, Nous tous, Dans la fournaise): l'evoluzione dello scrittore è discutibilissima, le qualità e i difetti fondamentali della sua arte non cambiano. Una crisi morale, fisiologica, economica lo coglie verso il 1857, ed è superata da lui definitivamente nel 1865, grazie a un matrimonio felice, che gli restituisce lena e lo porta agli Exilés (1867). Ma B. già sente, negli ultimi anni del Secondo Impero, di fronte all'avanzata del realismo, che gli scenarî romantici crollano. Repubblicano come Hugo, accompagna la canzone alla satira: le Funambulesques (1859), Occidentales (1869), ma anche le sue più violente invettive non toccano neppur da lontano il vigore degli Châtiments e dell'Année terrible. Ugualmente, i tentativi di poesia sociale a cui si lascia trasportare con Nous tous, e con i versi compresi nella raccolta postuma Dans la fournaise, se mostrano il pessimismo e la misantropia salire sul roseo orizzonte del poeta, sono in fondo scarsamente significativi, poiché la tecnica poetica non muta. Morì il 12 marzo 1891.
Come autore drammatico, B. lascia una sola opera degna di rimanere: Gringoire (1866). Fecondissimo anche in questo campo, egli reagì alle tinte forti del dramma romantico, e cercò di portar sulla scena delle trovate fantastiche, sia per mezzo di balletti, "riviste", féeries, sia contrapponendosi alla scuola "borghese", dell'Augier e del Dumas figlio.
Al B. si devono anche un interessante Petit traité de poésie franåaise (1872) e un'abbondante serie di volumi di racconti, novelle, spunti e schizzi parigini, raccolti sotto i titoli: Les scènes de la vie e Petites Études. Basterà di essi ritenere i Mes souvenirs (1883) e La lanterne magique, o i Caméés parisiens: anche qui l'opera di B. rimane vittima del ciarpame romantico, della retorica, della letteratura che vi è profusa, e l'agilità del verseggiatore, i doni brillanti della fantasia, la vivacità dell'estro (specie nelle Funambulesques che sono il suo capolavoro) non compensano a sufficienza la mancanza di una forte e originale personalità artistica.
Opere: Le opere complete sono pubblicate presso l'editore Charpentier e presso l'editore Lemerre.
Bibl.: Sainte-Beuve, Lundis, XIV; J. Lemaître, Les contemporains, I; J. Barbey d'Aurevilly, Les oeuvres et les hommes; e particolarmente: M. Fuchs, Th. de B., Parigi 1912; J. Charpentier, Th. de B., Parigi 1925; I. Siciliano, Dal Romanticismo al Simbolismo: Th. de B., Torino 1927.