estinzioni
Riduzioni progressive o improvvise del numero degli individui di una determinata specie di esseri viventi (specie animali o vegetali e gruppi umani) presenti sulla Terra, fino alla scomparsa definitiva. Le estinzioni di specie animali o vegetali sono un fenomeno che si è sempre prodotto nel corso della storia della Terra, come ci attestano i resti fossili di numerose specie oggi non più esistenti. L’estinzione può essere dovuta a varie cause, anche concomitanti: eventi geologici, cambiamenti climatici, epidemie, competizione con altre specie e, in tempi più recenti, l’intervento dell’uomo. Recenti studi hanno messo in luce l’esistenza di più di dieci estinzioni di massa, la principale delle quali è avvenuta alla fine del Permiano, con la scomparsa del 96% delle specie di invertebrati marini allora viventi. L’ipotesi di una periodicità delle crisi biologiche (ogni 28÷30 milioni di anni circa), calcolata su basi statistiche e forse legata a movimenti periodici dell’orbita terrestre nel sistema solare o nella galassia, è assai dibattuta. Tra i gruppi animali scomparsi in ere geologiche passate si ricordano: le trilobiti, estinte alla fine del Paleozoico, e le ammoniti, scomparse, insieme a molti gruppi di rettili (dinosauri, pterosauri, ittiosauri, sauropterigi) alla fine del Mesozoico. Delle estinzioni di numerose specie avvenute in epoca storica è in gran parte responsabile l’uomo, sia attraverso lo sterminio diretto (caccia, distruzione delle uova ecc.), sia indirettamente attraverso le modificazioni apportate all‘ambiente (costruzione di aree industriali o abitative, introduzione di nuove specie, inquinamento ecc.). Tra le specie più note estintesi in epoca storica vi sono: l’alca, uccello che abitava le isole dell’Atlantico settentrionale, estinto nel 1844 a causa di una caccia sfrenata per il suo piumaggio; il colombo migratore, il cui ultimo esemplare morì nel 1914; il moa della Nuova Zelanda, scomparso intorno al 1770; il dodo, che si estinse nell’isola Maurizio alla fine del Seicento. Attualmente risultano minacciate di estinzione numerose specie tra cui alcuni cetacei, le tartarughe giganti delle Isole Galápagos, la tigre, il ghepardo, la foca monaca, il rinoceronte, varie specie di stambecchi, il cervo sardo, il muflone, l’orso polare e altre. Per salvaguardare le specie in pericolo sono stati istituiti parchi nazionali e riserve, e sono state fondate associazioni per la protezione della natura. Ogni anno l’IUCN (International union for the conservation of nature and natural resources) pubblica una cosiddetta ‘lista rossa’ in cui le specie sono suddivise in quattro categorie: minacciate, vulnerabili, rare, indeterminate.
(*)→ Self-organized criticality