MAZZOLENI, Ester
– Nacque a Sebenico, in Dalmazia, il 12 marzo 1883 da Paolo e da Filomena Rossini. Fu avviata al canto già nei conventi di S. Anna a Pisa e di Notre Dame de Sion a Trieste, dove si esibiva in occasione di cerimonie religiose e di saggi annuali. Cresciuta in una famiglia agiata e amante del teatro lirico (lo zio Francesco Mazzoleni fu baritono di caratura internazionale, la cugina Ida soprano di discreta fama), la M. ebbe modo di esibirsi giovanissima nel teatro Sociale di Sebenico (poi teatro Francesco Mazzoleni) della cui costruzione, avvenuta nel 1870, il padre fu promotore entusiasta, maggiore azionista e presidente. Allieva di canto del maestro A. Ravasio, la M. si recò col padre a Milano all’inizio del 1906 per intraprendere studi nel campo della pittura. A seguito di un fortuito incontro con il maestro Rodolfo Ferrari, direttore del teatro Costanzi di Roma, che risiedeva nella loro stessa pensione, la M. fu invitata a recarsi nella capitale per un’audizione con l’impresa del Costanzi. La prova le fruttò subito un contratto che la portò a debuttare con successo al Costanzi, il 24 genn. 1906, come Leonora nel Trovatore di G. Verdi. Nella stessa stagione fu Rachele nell’Ebrea di J.-F. Halévy e Fricka nell’Oro del Reno di R. Wagner. Nel novembre 1906 si esibì al teatro Dal Verme di Milano come Bethzabea nel David di A. Galli per scelta dell’editore Sonzogno e dello stesso autore; nel dicembre cantò al teatro Petruzzelli di Bari come Amelia in Un ballo in maschera di Verdi; ricoprì quindi il ruolo di Stephana in Siberia di U. Giordano (gennaio 1907) e quello di Jana nell’opera omonima di R. Virgilio (febbraio 1907). Si esibì nello stesso anno al politeama Umberto di Lecce, al teatro G. Verdi di Brindisi, al teatro Regio di Parma e al politeama Rossetti di Trieste, sempre come protagonista, in Aida di Verdi, Loreley di A. Catalani, Tosca di G. Puccini.
Il 18 genn. 1908 esordì con successo al teatro alla Scala di Milano nei panni di Isabella nel Cristoforo Colombo di A. Franchetti diretto da A. Toscanini; nel marzo dello stesso anno la rappresentazione di La forza del destino di Verdi non ebbe però buona accoglienza, anche se la critica riservò alla M. non pochi elogi. Nel maggio 1908 debuttò con successo al teatro Massimo di Palermo come protagonista in Gioconda di A. Ponchielli e il 19 dic. 1908 trionfò alla Scala come Giulia ne La vestale di G. Spontini, che replicò all’Opéra di Parigi nel gennaio 1909, al teatro Colón di Buenos Aires nel maggio 1910 e al teatro Verdi di Trieste tra il dicembre 1910 e il gennaio 1911. Intanto tra il febbraio e il dicembre 1909 aveva interpretato alla Scala Elena ne I Vespri siciliani di Verdi, Francesca nel Paolo e Francesca di L. Mancinelli e Medea nell’opera omonima di L. Cherubini, prima esecuzione italiana in tempi moderni.
La M. si rendeva così protagonista della riscoperta di un repertorio (La vestale, Medea) che faceva leva su svettanti figure femminili e richiedeva grandi doti canore e d’attrice: non a caso fu poi celebrata interprete della Norma di V. Bellini fin dal suo debutto in quel ruolo il 10 nov. 1910 al teatro Comunale di Bologna.
Alla M. va il merito di aver riproposto dopo un oblio più o meno prolungato parte del repertorio verdiano e belcantistico. Fu per tutta la sua carriera amata interprete di Aida, ma anche di La forza del destino, Un ballo in maschera, Don Carlo (in cui debuttò come Elisabetta al teatro La Fenice di Venezia nell’aprile 1912), dei Lombardi alla prima crociata (fu per la prima volta Giselda nel dicembre 1913 al Comunale di Bologna); dal novembre 1916 fu nuovamente Leonora nel Trovatore al teatro Dal Verme di Milano e ripropose al pubblico scaligero il Fernando Cortez di Spontini nel ruolo di Amazily. Nel 1917 aggiunse al proprio repertorio Ernani (Elvira) e La traviata di Verdi e soprattutto Lucrezia Borgia di G. Donizetti (fu per la prima volta Lucrezia il 22 febbr. 1917 alla Scala), ruoli di cui fu poi rinomata interprete.
Nell’agosto 1913 inaugurò da protagonista le stagioni operistiche dell’Arena di Verona con Aida. Nel 1918 fu in tournée da febbraio a maggio in Spagna e Portogallo soprattutto con ruoli verdiani e pucciniani (fu Tosca e interpretò per la prima volta La bohème al teatro Coliseu di Lisbona in maggio). Nel 1918 inserì il Falstaff nel suo repertorio verdiano (vi debuttò nei panni di Alice al teatro Real di Madrid il 16 dicembre). Nel giugno 1919 fu per la prima volta protagonista in Suor Angelica di Puccini al teatro Colón di Buenos Aires.
La M. si adoperò con successo anche per riproporre al pubblico opere recenti, ma già fuori repertorio, come Dejanice di Catalani, in cui si esibì nel febbraio 1920 al teatro Regio di Torino. Sebbene fosse nota soprattutto come interprete di Verdi, Bellini, Donizetti e Puccini, la M. ricoprì più volte con successo i ruoli di Selika nell’Africana e di Valentina ne Gli ugonotti di G. Meyerbeer, nonché quello di Isotta nel Tristano e Isotta di Wagner. Non mancarono poi le prime esecuzioni assolute: fu Teresa in Los Héroes di A. Berutti (23 ag. 1919, teatro Colón di Buenos Aires), Damara ne La figlia del re di A. Lualdi (marzo 1922, teatro Regio di Torino); interpretò Festa d’amore di P. Ferro (16 maggio 1928, Circolo della stampa di Palermo).
Pur continuando a fare concerti fino al 1939, la M. lasciò le scene nel 1926 dopo il suo matrimonio con il notaio palermitano Giovan Battista Cavarretta. Trasferitasi a Palermo, dal maggio del 1929 all’ottobre del 1953 ricoprì la cattedra di arte scenica e canto nel conservatorio V. Bellini. Dal 1939 al 1942 ricoprì la cattedra di perfezionamento di scena lirica presso l’Accademia musicale Chigiana di Siena e poi, nel solo 1947, vi insegnò arte vocale da concerto. Nel 1942 il ministero dell’Educazione nazionale istituì la commissione tecnica per la riforma dei metodi di insegnamento del canto e chiamò la M. a farne parte.
Con Celestina Boninsegna, Giannina Russ, Eugenia Burzio e Tina Poli Randaccio, la M. costituì il gruppo delle primedonne che tenne in vita la tradizione del soprano drammatico in un momento difficile per il melodramma romantico, avvicinando solo occasionalmente il repertorio verista. Voce cristallina e corposa, incise tra il 1907 e il 1921 per la Fonotipia di Milano brani da Gioconda, Aida, Loreley, Trovatore, Cavalleria rusticana (P. Mascagni), Siberia, Tosca e altre opere. Alcune di queste registrazioni furono reincise in microsolco tra il 1955 e il 1962 da varie case discografiche tra cui Eterna (Stati Uniti), Heritage (Gran Bretagna), Odeon (Francia), Time Club (Italia).
La M. morì a Palermo il 17 maggio 1982.
In sua memoria è sorta a Palermo l’associazione Amici dell’opera lirica «Ester Mazzoleni», che conserva il suo archivio musicale e assegna ogni anno il premio «Una vita per la lirica» a personalità del melodramma.
Fonti e Bibl.: G. Monaldi, Cantanti celebri, Roma 1929, pp. 22-24; Storia dell’opera, a cura di G. Barblan - A. Basso, III, 1, Torino 1977, pp. 309, 402; M. Scott, The record of singing, II, London 1979, ad ind.; L. Rasponi, The last prima donnas, London 1984, ad ind.; A. Sguerzi, Le stirpi canore, II, Bologna 1988, pp. 27-29; G. Feliciotti, E. M., in Record Collector, XXXIX (1994), pp. 84-105, 314; S. Aiello - G. Albergamo, In nome della M., Palermo 1994; N. Veselic, E. M.: a compelling Norma from Sebenik, in Južnohrvatski etnomusicološki godišnjak (Rivista di etnomusicologia croata), V (1996), pp. 189-200; Le grandi voci. Diz. critico-biografico dei cantanti con discografia operistica, a cura di R. Celletti, Roma 1964, pp. 527-531; Diz. encicl. dell’opera lirica, Firenze 1991, p. 545; Diz. degli interpreti musicali, Milano 1993, p. 349; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, p. 326; Enc. dello spettacolo, VII, col. 344; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 745; The New Grove Dict. of opera, III, p. 291; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, pp. 197 s.