ECHEVERRÍA, Esteban
Poeta argentino, nato a Buenos Aires il 2 settembre 1805, morto a Montevideo il 19 gennaio 1851. A Parigi, dove si recò nel 1825, si formò un'educazione essenzialmente romantica, e di ritorno in patria (1831) diffuse le nuove idee estetiche con pagine di critica e di poesia. I primi versi (Elvira, 1832), ispirati alle ballate del Bürger, hanno piuttosto un carattere di esercitazione; ma Los consuelos (1834) rivelano, al disopra della viva adesione alla poesia del Byron, una commozione lirica che si affranca dagli schemi classici. L'opera più matura è però del 1837. La raccolta delle Rimas, infatti, non si esaurisce nell'angustia del sentimentalismo autobiografico, ma comprende aspetti di vita e d'arte più complessi: soprattutto la Cautiva (Prigioniera), la più originale creazione dell'E., che rievoca, per la prima volta nell'arte della sua patria, motivi popolari e indigeni, e, da buon romantico, li inserisce sullo sfondo d'una tradizione nazionale.
Attraverso la storia d'amore e morte di due giovani sposi, Maria e Brian, che, prigionieri degl'Indi, vivono un'esistenza eroica ed elegiaca, il poeta ha voluto rappresentare l'intima discordia delle due razze e le loro più generose caratteristiche morali e sociali. Ma in realtà l'interesse lirico si volge alla passionalità violenta ed esclusiva dei protagonisti e alla vasta e affascinante natura dei deserti e delle pampas argentine: così l'E., sollevando l'ambiente paesistico e il linguaggio e la psicologia gauchesche alla dignità d'una lirica colta e individuale, tentava quella corrente d'arte che tanta parte avrebbe avuto nell'opera dell'Ascásubi, di E. del Campo e dell'Hernández.
Ma l'efficacia dell'E. si estende anche al campo politico: egli che soffrì le persecuzioni della dittatura del Rosas, suscitava fin dal 1837 nella giovinezza intellettuale della sua terra i primi moti ideali. La poesia d'indole polemico-descrittiva, come la Insurrección del Sud, Avellaneda ecc., la fondazione di una società segreta (La Asociación de Mayo), la collaborazione alla Revista del Río de la Plata, e soprattutto le Palabras simbólicas e El dogma socialista, a base democratico-cristiana, diffusero un programma di emancipazione nazionale e di riorganizzazione politico-sociale che non avrebbe tardato a realizzarsi.
Ediz.: Obras completas, voll. 5, a cura di J.M. Gutiérrez, Buenos Aires 1870, con un'ampia bibliografia.
Bibl.: M. L. y Gr. Amunátegui, E. E., Santiago de Chile 1861; J. M. Torres Caicedo, E. E., Parigi 1863; M. Menéndez y Pelayo, Historia de la poesía hispano-americana, II, Madrid 1913; pp. 447-455; R. Rojas, La liter. argentina, Buenos Aires 1924, II e V.