espressioni facciali
Negli animali grande importanza riveste la comunicazione visiva, e parte di questa avviene mediante l’adozione di particolari espressioni facciali. Perché questo tipo di comunicazione visiva abbia effetto, è necessario che gli individui siano bene in vista fra loro, e questa è anche una delle ragioni per le quali l’uso di e. f. è particolarmente sviluppato in specie sociali in cui gli individui vivono in stretto contatto.
Le e. f. sono il risultato dei movimenti di uno o più muscoli della faccia: comunicano uno stato emozionale dell’individuo e la sua intenzione a compiere una determinata azione. Poiché una faccia possiede solo un limitato numero di movimenti possibili, le e. f. spesso si basano su minime variazioni dell’equilibrio fra i differenti elementi muscolari di un viso, quindi la comprensione, da parte di un osservatore, dell’informazione adeguata contenuta nelle e. f. richiede attenzione e capacità cognitiva. Le e. f. sono uno dei principali modi usati anche dagli umani nella comunicazione per trasmettere informazioni di tipo personale e sociale. Noi possiamo volontariamente scegliere una determinata espressione del volto ma, essendo legate molto spesso a un’emozione (➔ emozioni), le e. f. sono caratterizzate anche da un notevole grado di involontarietà. Alcune e. f. possono essere comprese anche da membri di una specie differente da quelle di chi le esprime: esempi possono essere le espressioni di grande rabbia o di grande soddisfazione. Altre espressioni sono invece difficili da distinguere fra loro, per es. disgusto e paura. Charles Darwin, in The expression of the emotions in man and animals (1872), per primo suggerì che le e. f. di un certo numero di emozioni sono universali, e non proprie di una particolare cultura. I muscoli facciali che esprimono rabbia, paura, tristezza, disgusto e felicità sono gli stessi in popolazioni molto diverse tra loro e distanti geograficamente. A conferma di ciò, quando a persone appartenenti a differenti culture è stato chiesto di identificare emozioni legate a una certa espressione facciale, gran parte degli interrogati ha fornito la stessa risposta.
Tale studio può essere compiuto in diversi modi: attraverso simulazioni e analisi al computer, analisi della loro funzione nell’arte, studio della comunicazione non verbale e studio neurobiologico delle emozioni. Molte domande sull’origine e lo sviluppo delle e. f. nella nostra specie rimangono ancora senza risposta, e alcune aree di ricerca sono ancora relativamente inesplorate. Da un punto di vista pratico le e. f., e la capacità di comprenderle, sono importanti per il successo delle relazioni interpersonali: gli studiosi hanno quindi ideato una serie di sistemi utili a tale scopo. Per es., il facial action coding system (FACS) è un metodo che i ricercatori utilizzano per misurare le e. f., identificando l’attività muscolare temporanea che accompagna i cambiamenti nell’assetto facciale. Il FACS viene usato per descrivere i comportamenti di base che vengono rappresentati da immagini di espressioni facciali. Il FACS affect interpretation database (FACSAID) è una metodologia che aiuta a interpretare l’attività muscolare facciale in termini di correlati psicologici.
Anche animali non umani utilizzano e. f. per comunicare un certo stato emozionale. I mammiferi, e in partic. i primati, utilizzano diverse e. f., che sono state descritte in letteratura e associate a determinati comportamenti, anche se molte di queste sfumano gradualmente una nell’altra. Si può arrivare a distinguere le diverse espressioni identificando un certo numero di elementi facciali, quali occhi, sopracciglia, fronte, orecchie, bocca (angoli della bocca e labbra) e mascelle. Questi elementi si muovono e cambiano angolazione e la loro combinazione genera una serie di e. f. identificabili. Alcune e. f. sono accompagnate da espressioni vocali, che chiariscono ulteriormente il relativo stato emozionale. Il numero di e. f. in queste scimmie varia da specie a specie, ma possono essere identificate alcune caratteristiche comuni. Per es., generalmente, uno stato di rilassatezza viene associato a un viso nel quale i muscoli sono in posizione neutra, senza nessuna particolare angolazione (neutral or relaxed face). Alcune specie di primati accompagnano questa espressione con la bocca aperta, dove le labbra nascondono i denti (relaxed open mouth). In questo senso, la posizione delle labbra è molto importante: infatti, se la bocca è aperta ma i denti sono visibili, siamo di fronte a quella che viene definita una esibizione vocalizzata con denti scoperti (bared teeth scream). Inoltre, le orecchie sono tirate indietro, aderenti alla testa, la fronte è sollevata e l’animale emette vocalizzazioni acute. Questa espressione denota una situazione emozionale di paura o agonismo. Le e. f. spesso derivano dalla ritualizzazione di determinate azioni. Per es., l’aprire la bocca mostrando i denti, azione che precede il morso, si è con il tempo trasformata in un’esibizione ritualizzata di forza. Quindi, questa espressione è sufficiente per comunicare lo stato d’animo di un individuo senza dover ricorrere direttamente all’atto di forza. In altre parole si tratta di una ritualizzazione dell’atto di mordere che si è trasformata in una semplice esibizione di armi.