esplorazioni geografiche
Viaggi verso regioni diverse e più o meno lontane da quelle di origine, compiuti per motivi economici, militari o di pura conoscenza. La storia delle e.g. comincia perciò, per quanto riguarda il mondo occidentale, con i primi viaggi di cui ci è rimasta nozione e risale all’età classica, quando ebbe inizio una metodica esplorazione del Mediterraneo e dei mari vicini. A parte antichissimi viaggi mitici o leggendari, i primi grandi navigatori di cui si abbiano notizie storicamente accertate furono i fenici, quindi i greci. Le prime e.g. sono dirette alla conoscenza delle coste africane oltre le Colonne d’Ercole, di quelle del Mar Rosso e del Mare Arabico fino all’India; per via di terra si cerca di esplorare il continente africano, dapprima limitatamente alla Valle del Nilo. Erodoto riferisce di un viaggio compiuto da naviganti fenici per incarico del faraone Necao, attorno al 600 a.C., durante il quale l’Africa sarebbe stata completamente circumnavigata, in senso orario; la critica moderna è tuttora indecisa sulla veridicità di questa notizia. Ai cartaginesi vanno ascritti due notevoli viaggi, attorno al 500-470 a.C.; uno di Imilcone, che raggiunge l’Irlanda, e, successivamente, quello di Annone, che bordeggia la costa africana verso Sud, probabilmente fino all’attuale Sierra Leone. Molto importante, per la relazione che ne lasciò, il viaggio di Pitea di Marsiglia, che giunse (330 a.C.) alle isole britanniche e alle coste della Germania settentrionale, riportando notizie della tuttora non identificata «ultima Thule». Già si aveva notizia di vari popoli che abitavano il Medio Oriente, ma è con la spedizione di Alessandro che il mondo mediterraneo acquisisce una conoscenza diretta del vasto territorio dalla Mesopotamia alla valle dell’Indo e alla Battriana: la flotta di Nearco naviga lungo le coste del Mare Arabico, dalle foci dell’Indo al Golfo Persico. Ma in questo mare è di fondamentale importanza l’opera di Ippalo, che nel 1° sec. d.C. comprende l’alternarsi dei monsoni, e conseguentemente la possibilità di recarsi dal Mar Rosso all’India e di tornare in pochi mesi. I romani furono i più decisi nelle ricerche per via di terra nel continente africano. Sotto Nerone due centurioni si spinsero molto all’interno, alla ricerca delle sorgenti del Nilo. A S di Cartagine i romani avrebbero addirittura traversato il Sahara, giungendo fino al corso del Niger. Inoltre progredirono le conoscenze nell’Europa settentrionale e in tutto il bacino del Mediterraneo. Verso Oriente migliorarono le conoscenze sui territori attraversati da Alessandro, ma la romanità non giunse a diretto contatto con i cinesi, pur ricevendo le prime notizie riguardanti questo popolo. Durante il Medioevo i popoli dediti alle esplorazioni sono gli arabi e i normanni. I primi giungono, via mare, in fasi successive, fino all’Indonesia, i secondi si installano nell’Islanda, e da qui si spingono ancor più a O: nel 10° sec. giungono alla Groenlandia e al continente nordamericano. Va però rilevato che, mentre gli arabi impiantano ovunque giungono colonie commerciali e portano l’islamismo, di modo che i territori scoperti entrano realmente a far parte del mondo conosciuto, della scoperta normanna dell’America Settentrionale non rimangono tracce. Gli arabi inoltre viaggiano anche sui continenti: vanno segnalati al-Mas‛udi, che nel 10° sec. si spinge in Turkestan, Cina, India e Madagascar, e Ibn Battuta, che nel 13° sec. scrisse una relazione dei suoi viaggi che lo condussero in tutto il mondo musulmano, dall’Africa settentrionale alla Malesia, dalla Russia occidentale alla Siberia. Nel frattempo era ripresa una certa attività da parte degli europei. Le crociate portano il mondo mediterraneo a più diretto contatto con quello arabo e nasce il desiderio di conoscere qualcosa di più sull’Estremo Oriente. Cominciano così viaggi di messaggeri inviati dal papa o da sovrani europei: Giovanni dal Piano dei Carpini, Guglielmo di Rubruquis, Giovanni da Montecorvino, s. Odorico da Pordenone, Giovanni dei Marignolli. Su tutti si staglia però la figura del mercante veneziano Marco Polo; traversata l’Asia e giunto fino in Cina, vi soggiornò a lungo, e rientrò infine in patria via mare, traversando l’Indonesia e l’Oceano Indiano. Il viaggio divenne particolarmente importante per la celeberrima relazione, Il Milione. Contemporaneamente viaggiatori cinesi giungono fino in India (Xuanzang). Si riaccende intanto l’interesse per i viaggi oceanici; lo scopo è poter raggiungere l’Estremo Oriente via mare, circumnavigando l’Africa o traversando l’Atlantico. Il primo tentativo è opera di due genovesi, i fratelli Vivaldi, che al termine del 13° sec. giungono fino alle foci del Senegal, dove le loro tracce si perdono. Due secoli più tardi si ha un periodo di alcuni decenni che ha meritato l’appellativo di periodo delle grandi scoperte geografiche. Nel 1492 Cristoforo Colombo giunge alle coste delle Antille e dell’America Meridionale, alle quali tornerà in tre riprese. Altri italiani, Amerigo Vespucci, Sebastiano e Giovanni Caboto, Giovanni da Verrazzano, esplorano le coste orientali del nuovo continente. I portoghesi tentano invece la circumnavigazione dell’Africa: Vasco da Gama (1497-98) doppia il Capo di Buona Speranza (raggiunto da Bartolomeu Dias 10 anni prima) e si spinge fino alle coste dell’India. Ferdinando Magellano nel 1519 compie l’ultima impresa grandiosa del periodo: passato a S del continente sudamericano, traversa per la prima volta l’Oceano Pacifico. Morto Magellano nelle Filippine in un conflitto con gli indigeni, alcuni membri dell’equipaggio riuscirono faticosamente a tornare in patria, compiendo pertanto la prima circumnavigazione del mondo. Dopo le grandi scoperte nuovi campi si aprono all’attività esploratrice. Spagnoli e portoghesi iniziano i viaggi nell’odierna America Latina, mentre nell’America Settentrionale i viaggiatori più attivi sono francesi, inglesi e olandesi. Verso l’Oriente si dirigono diversi esploratori, tra cui Ludovico de Varthema, Matteo Ricci e numerosi altri. La Siberia è percorsa da russi (T. Ermak, S.I. Dežnëv ecc.) e da funzionari dell’impero russo. Si presenta il problema delle vie settentrionali di congiunzione tra Atlantico e Pacifico (passaggi di Nord-Est e Nord-Ovest). Nel 17° sec. i navigatori olandesi definiscono l’insularità del continente australiano (A. Tasman nel 1642). Nella seconda metà del 18° sec. J. Cook viaggia a lungo nell’Oceano Pacifico, dal Circolo polare antartico allo Stretto di Bering, facendo progredire in notevolissima misura la conoscenza di questo oceano. All’inizio del 19° sec. non erano ancora esplorate circa metà delle terre emerse; del tutto sconosciuta, benché se ne supponesse l’esistenza, era l’Antartide. Infatti il primo a scorgere la terraferma antartica è il russo F.G. von Bellingshausen nel 1819. Nel corso del secolo vengono sempre più esplorate le coste del «continente nuovissimo», mentre procede la conoscenza delle regioni interne dei continenti antico e nuovo. Fondamentali in Africa le e.g. di D. Livingstone e H.M. Stanley. Nella seconda metà del 19° sec. si afferma un nuovo campo di esplorazione, quello delle ricerche oceanografiche, sulle caratteristiche dei fondi marini. Infine procede l’esplorazione delle regioni più inospitali del globo (desertiche, polari, equatoriali e di alta montagna), a opera di viaggiatori di ogni Paese. Nel 1878-79 A.E. Nordenskjöld compie il primo passaggio a Nord-Est e nel 1888 F. Nansen traversa per la prima volta la Groenlandia. Occorreranno tre anni a R. Amundsen per effettuare il primo passaggio a Nord-Ovest (1903-1906). Nel corso del 20° sec. sono inoltre raggiunti il Polo Nord (F.A. Cook nel 1908), il Polo Sud (R. Amundsen nel 1911; cinque settimane più tardi R.F. Scott, destinato a perire con tutti i compagni sulla via del ritorno) e nel 1953 la cima del Monte Everest (E. Hillary e N. Tensing). Nella conoscenza dei fondi marini si passa dalla semplice esecuzione di scandagli all’indagine diretta. Il progresso tecnico è molto rapido; nel 1930 W. Beebe e O. Barton raggiungono 923 m di profondità, nel 1960 J. Piccard e R. Walsh discendono fino alla massima profondità marina, 11.521 m, nella Fossa delle Marianne. Fondamentale è risultata per le e.g. la conquista dello spazio aereo, tanto che oggi la quasi totalità delle esplorazioni si compie con ausilio di aerei ed elicotteri. Nel 1961 il lancio della capsula spaziale con J.A. Gagarin a bordo ha aperto all’esplorazione lo spazio circumterrestre e successivamente quello extraterrestre fino allo sbarco, nel 1969, dei primi uomini sulla superficie lunare.