Espero
La parola appare in D. nella forma latina Hesperus (trascrizione del greco ἕσπερος) usata per significare la stella di Venere. La forma vesper (citata da D. in VE I XI 4) ha pure il significato di " sera " e altri a questo connessi, come " occidente ".
In Mn I XI 5 D. tesse un elogio della giustizia, dicendo, con una frase di Aristotele (Eth. nic. V 1, 1129b 28-29), neque Hesperus neque Lucifer sic admirabilis est: cioè, la giustizia è più meravigliosa della stella di Venere sia vespertina (Hesperus) che mattutina (Lucifer, vale a dire " apportatore di luce ").
Era un luogo comune dei classici ricordare Venere nel duplice aspetto di E. e Lucifero; cfr. Catullo (Carm. LXVII 34-35): " Nocte latent fures, quod idem saepe revertens, / Hesper, mutato comprendis nomine Eous ", e quanto dice Cicerone (Nat. deor. II XX 53): " stella Veneris, quae Φωσφόρος Graece Lucifer Latine dicitur cumantegreditur solem, cum subsequitur autem Ἕσπερος ".
D. dà prova di sapere che Venere è mattutina e vespertina in due periodi distinti, in Cv II II 1 Cominciando adunque, dico che la stella di Venere due fiate rivolta era in quello suo cerchio [l'epiciclo] che la fa parere serotina e matutina, secondo diversi tempi: passo ripreso nell'immaginosa perifrasi di Pd VIII 10-12 e da costei ond'io principio piglio / pigliavano il vocabol de la stella / che 'l sol vagheggia or da coppa or da ciglio.