ESORCISMO (dal gr. ἐξ-ορπισμός; cfr. il lat. ad-iuratio "scongiuro"; fr. exorcisme; sp. exorcismo; ted. Beschwörung; ingl. exorcism)
È un rito magico-religioso in virtù del quale, mediante formule, gesti e oggetti, adoperati insieme con l'invocazione di un essere dotato di potere soprannaturale, si cacciano via i mali influssi spiritici che danneggiano cose e persone. L'esorcismo appartiene alla categoria dei riti di purificazione o lustratorî e vi si ricorre specie per lottare contro le potenze spiritiche o demoniache che hanno preso possesso di una persona. La parola ha assunto questo suo senso specifico nel Nuovo Testamento.
La mentalità primitiva attribuisce ogni male all'opera di spiriti malefici, provocati da una magia ostile. Fssi possono tuttavia essere allontanati mediante l'azione espulsiva dello stregone o del sacerdote: il quale può compiere l'opera o con la sola voce, specie se invoca un essere più potente, o con il gesto efficace o ricorrendo a mezzi catartici (acqua, sale, sangue, fumo, ecc.).
La funzione di esorcista ha assunto in talune religioni un rilievo particolare: cosi presso gli Assiro-Babilonesi (v. babilonia e assiria, V, p 755).
In India certe forme di epilessia, considerate come possessione dell'individuo da parte di mali spiriti, si curano con un unguento formato dalle ceneri di un fuoco aromatizzato, intrise di burro, mentre un fuoco acceso viene tenuto al disopra della testa del paziente. Il talismano daçavrksha formato da dieci specie di legno, legate da un filo d'oro, e maneggiato da dieci brahmani al canto di un inno serve al medesimo scopo (V. Henry, La magie dans l'Inde antique, Parigi 1909, pp. 165-166).
Il dualismo zoroastriano, che concepisce tutta la vita cosmica e umana come una lotta perpetua tra i due principî del bene e del male, ha dato un rilievo particolare agli esorcismi. Questi si compiono mediante abluzioni di orina di toro (gōmez) dalla testa ai piedi invitando il malo spirito (driug) a uscire daìl'individuo.
Anche il giudaismo ha conosciuto le pratiche esorcistiche. Nota é quella attestataci da Giuseppe Flavio (Ant. Iud., VIII, 2,5) eseguita dinnanzi all'imperatore Vespasiano da un tal Eleazaro, in nome di Salomone e adoperando un'erba da Salomone suggerita, a vantaggio di un ossesso. Secondo Giustino (Dial. cum Tryph., 85) gli Ebrei esorcizzavano "in nome del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe", ma le loro pratiche esorcistiche erano scese al livello di quelle del paganesimo.
Cristianesimo. - Gli esorcismi si trovano frequenti e varî nei Vangeli e nella storia primitiva della Chiesa. L'impero sui demonî costituì un potere conferito da Cristo agli apostoli e ai discepoli. Numerosi passi dei primi scrittori ecclesiastici mostrano quanto un tale potere venisse di fatto esercitato, tanto che già nel sec. III vi era per tale funzione un titolo e un ufficio nella gerarchia (v. esorcista). Nel corso dei secoli, e specialmente negli ultimi, molte cautele furono imposte contro il fanatismo popolare e le facili interferenze con la magia; nella disciplina ecclesiastica vigente, soltanto al sacerdote è lecito compiere l'esorcismo secondo la formula contenuta nel Rituale Romanum, e dietro autorizzazione esplicita, volta per volta, del vescovo. A parte questa formula solenne, nella liturgia sin dai secoli II e III appariscono gli esorcismi in preparazione al battesimo, che ancora oggi sono nella liturgia battesimale, e più tardi esorcismi particolari in favore di oggetti d'uso sacro o comuuque benedetti, ad es. nella benedizione dell'acqua santa.
Bibl.: J. Forget, Exorcisme, in Dictionnaire de théologie catholique, V, ii, coll. 1762-1780.