esodando
s. m. Lavoratore che sta per essere agevolato o invitato a lasciare in anticipo il proprio lavoro, trovandosi poi però privo di stipendio, di indennità e di pensione.
• Come si esce dal labirinto degli esodati? Soprattutto, quanti sono gli «esodandi»? Se il primo termine era già brutto, questo secondo è orribile. Ma non sembra esserci un modo diverso per definire coloro che oggi sono in mobilità e domani potrebbero diventare esodati, cioè privi sia della copertura della mobilità, sia della pensione. (Paolo Griseri, Repubblica, 22 aprile 2012, p. 3) • Facendo propria la proposta di legge Damiano-Baretta che prevede la possibilità, avendo almeno 35 anni di contributi, di andare in pensione da 62 anni di età con una decurtazione dell’8 per cento a scalare fino ad annullarsi a 66 anni, [Enrico] Giovannini punta a incentivare l’uscita di possibili esodandi. (Massimo Franchi, Unità, 25 maggio 2013, p. 11, Economia) • Nel 2015, il governo vuole utilizzare l’Asdi soprattutto per gli «esodandi», i lavoratori vicini alla pensione ma che non hanno ancora maturato i requisiti. (Michele Lombardi, Secolo XIX, 11 gennaio 2015, p. 11, Economia & Marittimo).
- Derivato dal v. tr. e intr. esodare con l’aggiunta del suffisso -ando.
- Già attestato nell’Unità del 27 febbraio 1987, p. 9, Economia e Lavoro (Rossella Michienzi).