ESERCIZI SPIRITUALI
. Questo nome nell'ascetica cattolica ha un significato generale, indicando l'insieme delle pratiche di devozione (orazione vocale e mentale, esame di coscienza, lettura spirituale, ecc.), e uno speciale, denotando l'uso di ritirarsi dalle occupazioni ordinarie per meglio attendere per alcuni giorni alla vita interiore e rinnovarsi nel fervore; in senso poi più particolare si riferisce al libro di S. Ignazio di Loiola intitolato Esercizî spirituali, e ai ritiri secondo il suo metodo.
Ritiri spirituali in senso largo si trovano praticati, sotto forme diverse, in ogni età della Chiesa, grazie all'esempio di Gesù nel deserto (Matteo, IV,1; Marco, I, 12; Luca, IV, 2) e degli Apostoli nel cenacolo (Atti, I, 13-14); ma il Loiola fu il primo a tracciare un metodo completo per rendere questa pratica meglio adatta allo scopo. Nel 1522, subito dopo la conversione, il Loiola nell'isolamento di Manresa prese le note che costituiscono il fondo del libro, allora sostanzialmente abbozzato, poi da lui medesimo integrato e perfezionato in Spagna, a Parigi e in Italia, finché Paolo III l'approvò il 31 luglio 1548.
Così si ebbero nella loro forma definitiva gli Exercitia spiritualia ignaziani, opera di piccola mole, concisa, simile a un regolamento militare, senz'altro merito letterario che la forza dell'espressione; libro fatto non tanto per la lettura, quanto per la meditazione e l'azione. Le due parti che lo compongono, benché concatenate tra loro, sono nettamente distinte. L'una consta di una serie di meditazioni, considerazioni e contemplazioni, distribuite in quattro gruppi o "settimane", le quali possono essere più brevi o più lunghe di sette giorni, si però da compiere insieme un mese circa. La prima di esse, con le meditazioni sulle verità del fine dell'uomo, del peccato, dell'inferno, ecc., tende a purificare l'anima dalle colpe e dalle inclinazioni disordinate. Le altre tre sono dedicate a contemplare la vita, passione e risurrezione di Gesù Cristo, a fine di conoscerlo, amarlo e imitarlo. Frattanto nella seconda settimana l'esercitante si applica anche all'"elezione", consistente nella scelta di uno stato, o nella riforma del medesimo se già fu eletto. La seconda parte del libro consta di osservazioni, annotazioni, brevi regole, alternantisi cnn le meditazioni, come mezzi pratici per cogliere maggior frutto dal raccoglimento; le quali tutte vengono a formare quasi un completo codice di vita spirituale, il cui uso fu agevolato col Directorium in Exercitia spiritualia, fatto compilare dall'Acquaviva e pubblicare il 1599. Numerose polemiche suscitò il libro degli Exercitia. Altri lo dissero infetto d'illuminismo, altri vi trovarono un plagio dell'Exercitatorium spirituale del benedettino Cisneros, senza avvertire quanto differisca dall'Exercitatorium, nella disposizione della materia, nell'ordinamento generale e nel fine. Vi fu anche chi pretese trovarvi un ascetismo esagerato, con tracce di violenza fatta alla volontà dell'esercitante. La Chiesa invece non cessò mai di approvarlo, come ricordava anche Pio XI nell'enciclica Mens nostra del 20 dicembre 1929 (cfr. Acta Apost. Sedis, XXI, 689 segg.).
L'edizione critica degli esercizî ignaziani, contenente: 1. il testo in castigliano; 2. le due prime versioni latine presentate per l'approvazione a Paolo III; 3. la terza versione pure latina del padre generale G. Roothan e i varî Directoria, si ha nei Monumenta Ignatiana (serie 2ª), Madrid 1919. Non meno di 25 furono le edizioni del testo originale castigliano condotte sopra il manoscritto riveduto dal santo, detto comunemente "autografo". La prima è la romana del 1615. Molto più numerose sono quelle della versione latina del Frusio, la cosiddetta "vulgata", edita in Roma dal Blado nel 1548. La versione letterale latina del Roothan con le sue note vide la luce in Roma nel 1835; altre ristampe in seguito, sino a quella di Torino (1928). Tra le versioni italiane le più recenti sono quelle di Firenze 1928 (con prefazione di G. Papini), e di Milano 1929.
Dagli esercizî di S. Ignazio mosse lo straordinario incremento della pratica dei ritiri spirituali fra cattolici, favorito da S. Vincenzo de' Paoli, da S. Paolo della Croce, da S. Giovanni Eudes, dal b. Giuseppe Cafasso. Al presente gli esercizî spirituali periodici sono divenuti d'uso universale, tanto per il clero quanto per i laici ferventi. Per i sacerdoti e i religiosi sono ora un obbligo (cfr. Cod. Iur. Can., nn. 1a6, 596, 541, 1001), e Pio XI li raccomandò a tutta la Chiesa.
Bibl.: Sugli esercizî in generale v. M. Viller, in Revue d'ascétique et de mystique, IX (1928), pp. 139-162; 359-384; H. Watrigant, Collection de la Bibliotèque des Exercises, Enghien 1906-1926, con copiose bibliografie; A. Boissel, Retraites fermées, Parigi 1920. Commentarî agli Exercitia spiritualia: fra gli antichi: A. Gagliardi (del 1590 circa; pubbl. a Bruges 1882); Suarez, in De Religione, Tract. X, lib. IX, c. 5-7, La Palma 1625; fra i moderni: Vigitello, Milano 1863; Bucceroni, Roma 1901; Meschler, Exercitienbuch, Friburgo in B. 1926-28, 3 voll. Studî varî; H. Watrigant, La genèse des Exercises, in Études, 1897 (LXXI) p. 506; LXXII, p. 195; LXXIX, p. 199; A. Codina, Prolegomena in Exercitia, nella citata edizione critica di Madrid 1919, e Orígenes de los Ejercicios espirtuales, Barcellona 1926; A. Brou, S. Ignace maître d'oraison, Parigi 1925; P. Sträter, Der Geist der ignatianischen Exerzitien, Friburgo in B. 1925 si pubblica a Bilbao, in spagnolo, Manresa, rivista per lo studio degli esercizî ignaziani; una italiana con lo stesso titolo dal 1921 si pubblica mensilmente in Gozzano (Novara).