esdebitazione
s. f. Istituto giuridico che permette la riabilitazione e la liberazione dai debiti residui di un imprenditore, a condizione che abbia, almeno in parte, soddisfatto i propri creditori.
• La proposta di concordato non riguarda, infatti, la liquidazione della società ma la sua ristrutturazione, si legge nella nota con esdebitazione «attraverso il pagamento integrale dei creditori privilegiati»; agli altri verrà proposto di convertire il debito in capitale, mentre il residuo verrà trasformato in emissione obbligazionaria. (Roberta Paolini, Piccolo, 5 agosto 2009, p. 9, Attualità) • fu dato il via libera a un piano di risanamento (ex articolo 67 della legge fallimentare) che prevedeva, fra l’altro, «l’approvazione di un piano di dismissioni e di privatizzazione anche di rami d’azienda, per rendere possibile l’esdebitazione delle banche, non realizzabile con il solo autofinanziamento prodotto dalla redditività aziendale». (Giornale d’Italia, 9 maggio 2015, p. 4, Attualità) • La «esdebitazione» si ottiene poi con un accordo che soddisfi almeno il 60% dei [debiti] chirografari, oppure firmando e realizzando l’impegno a liquidare tutto il proprio patrimonio. (Maurizio Bologni, Repubblica, 28 febbraio 2017, p. 9).
- Derivato dal v. intr. *esdebitare con l’aggiunta del suffisso -zione.
- Già attestato nel Corriere della sera del 24 dicembre 2004, p. 26 (Michele Vietti intervistato da Roberto Bagnoli).
> sovraindebitamento.