Parte necrotica di un tessuto destinata a essere eliminata e sostituita da una cicatrice. Va distinta dalla crosta (definita anche e. secca) che risulta dalla concrezione di sangue, essudati o simili.
Parte necrotica di un tessuto, separata dai tessuti sani circostanti per mezzo della cosiddetta zona delimitante, e destinata a essere eliminata e sostituita da una cicatrice. Va distinta dalla crosta (definita anche e. secca) che risulta dalla concrezione di sangue, essudati, o simili.
Porzione di tegumento, mortificata in forma d'ammasso nero o bruno proveniente da necrosi o necrobiosi d'origine varia: traumatica (decubito), fisica (ustioni), chimica (sostanze escarotiche), infettiva, tossica, neurotrofica, ecc. In capo a diversi giorni l'escara si stacca per effetto dell'infiammazione ...
escara
èscara s. f. [dal lat. tardo eschăra, gr. ἐσχάρα]. – In medicina, parte morta di un tessuto, separata dai tessuti sani circostanti, e destinata a essere eliminata e sostituita da una cicatrice.
escara
escàra s. f. [adattam. del gr. ἐσχάρα, da cui anche (attrav. il lat.) la voce prec.]. – In archeologia, il focolare domestico e l’altare per i sacrifici (il termine è già in Omero).