Vedi ERYTHRAE dell'anno: 1973 - 1994
ERYTHRAE (v. S 1970, p. 314)
Tra il 1964 e il 1982, E. Akurgal ha condotto nuovi scavi a Erythrae. La cinta muraria, databile al IV sec. a.C., aveva un perimetro di km 3,7. La città era sede di una Sibilla di nome Herophile, cui fa riferimento una delle numerose iscrizioni ritrovate nel 1891 in un non meglio identificato edificio posto nelle vicinanze di Erythrae.
L'esistenza sull'acropoli di un tempio dedicato ad Atena, ricordato da Pausania (VII, 5,8), è confermata da alcune iscrizioni.
Recenti scavi sull'acropoli stessa hanno messo in luce un podio pertinente al tempio, un muro di terrazzamento poligonale di età arcaica (c.a 560 a.C.), resti di costruzioni in analoga muratura «ciclopica», insieme a materiale assai ricco, composto da oggetti d'oro e avorio, da bronzi, da ceramica databile tra il 750 e il 700 a.C. oltre a una statua arcaica di kòre alta m 1,80 (560-550 c.a). La maggior parte degli oggetti rinvenuti sono conservati nel Museo Archeologico di Smirne.
Un altro santuario di E., l’Heraklèion, si trova sulla costa nord-occidentale: la sua statua di culto, secondo Pausania (VII, 55), era famosa; si trattava probabilmente di un tempio ionico períptero databile alla fine del VI secolo. Nell'area sono stati rinvenuti basi, rocchi di colonna, capitelli d'anta, parti di capitelli ionici e numerosi altri frammenti architettonici.
La più antica casa di E., la c.d. sala a mègaron, venne ritrovata, assai mal conservata, sull'acropoli; si data all'età geometrica. Una fila di colonne al centro della stanza principale probabilmente sosteneva il tetto.
La città in età classica, ellenistica e romana si sviluppò sopra una serie di terrazzamenti. Due mègara con giunti di epoca classica sono stati ritrovati nella città bassa. Una villa ellenistica (m 18 x 25), individuata su uno dei terrazzamenti, è stata riportata interamente alla luce; essa è costituita da un quartiere per le donne e da uno per gli uomini con ingresso sul lato O. Il quartiere delle donne occupa il settore occidentale ed è formato da un cortile e da quattro ambienti: i due locali a N, preceduti da un portico di considerevole larghezza e altezza, possono essere individuati come pastàs e «peristilio rodio» (Vitr., VII, 7, 3); la stanza principale consiste in un triclinio con un mosaico pavimentale che è andato completamente distrutto. Nella parte orientale della villa c'era un andrònikon con una stanza con altare e un cortile; gli altri ambienti erano la cucina, il bagno, un magazzino e un cubicolo.
Le pareti affrescate della villa ricordano la decorazione parietale di un edificio non identificato nel settore di scavo delle abitazioni di V sec. a.C.; la decorazione è eseguita col sistema della ripartizione architettonica simile al c.d. I stile pompeiano. Resti di un mosaico ellenistico frammentario, il c.d. opus tessellatum, decorato con motivi di grifi e ippocampi, sono conservati in situ lungo la strada principale del villaggio moderno.
La villa romana, che sorse al di sopra di una casa ellenistica, è databile al II sec. d.C. e subì delle modifiche sotto il regno di Gallieno (260-268 d.C.): si tratta di una casa a peristilio con un cortile centrale e un ampio porticato «rodio» sul lato N. Un'altra villa romana con mosaici pavimentali, databile al V sec. d.C., venne costruita sul «Colle del Paradiso».
Da notare anche un heròon a pianta prostila, con complessa modanatura sul podio.
Bibl.: H. Engelmann, R. Merkelbach (ed.), Inschriften griechischer Städte aus Kleinasien, I, 2. Die Inschriften von Erythrai und Klazomenai, Bonn 1972; C. Bayburtluoğlu, Erythrai, Ankara 1975; S. D. Campbell, A Hellenistic Mosaic in Erythrae, m Anadolu, XVII, 1975, pp. 207-209; E. Akurgal, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 317, s.v.·, C. Bayburtluoğlu, Erythrai, 2. Pişmiş toprak eserler («Erythrae, 2. Terrecotte di Erythrae»), Ankara 1977; E. Akurgal, Erythray, 1979; id., Erythrai, in Ancient Civilizations and Ruins of Turkey, Istanbul 19856, pp. 231-233; id., Die griechische und römische Kunst in der Türkei, Monaco 1987, in part. pp. 14 ss., 48 ss.; O. Bingöl, Der erste Wanddekorations-Stil in Erythrai, in AA, 1988, pp. 510-522.