Regista teatrale (Ulm, Wetzlar, 1893 - Starnberg, Baviera, 1966). Attivo alla Berliner Volksbühne (1923-27) e al Theater am Nollendorfplatz, detto Piscatorbühne (1927-29); abbandonò nel 1931 la Germania e dopo una lunga permanenza in Russia (1931-36) fu a Parigi e a New York (dove ebbe come allievi A. Miller e T. Williams). Tornato in Germania nel 1951, dal 1962 fu direttore della Freie Volksbühne di Berlino ovest. Portò nel teatro una pratica politica e rivoluzionaria rielaborando i testi in senso marxista e avvalendosi nella messinscena delle più moderne novità scenotecniche (la piattaforma rotante, il tapis roulant, la scena multipla, ecc.) e del cinema, inserendo nell'azione filmati e proiezioni. Le sue regie più significative risalgono tutte agli anni Venti: Fahnen di Paquet (1924), sulle lotte degli operai di Chicago; Raüber di Schiller (1926), in cui operò una discussa attualizzazione e "eroicizzazione" della figura di Spiegelberg; Die Abenteuer das braven Soldaten Schwejk (1928, su testo di Brecht, con scenografie di Grosz). Fu anche teorico: Das politische Theater (1929; trad. it. 1960); Schriften zum Theater (post., 1968).