PANOFSKY, Erwin (App. III, 11, p. 500)
Storico dell'arte, morto a Princeton (N. J.) il 14 marzo 1968. Nell'ambiente estremamente vivace e stimolante di Amburgo, a contatto con personalità quali quella di E. Cassirer e di altri studiosi che facevano centro alla Biblioteca Warburg, P. aveva avuto modo di approfondire ed elaborare i suoi studi in un percorso volto a superare, anche in sede teorica, l'estetica della pura visibilità da una parte e dell'empirismo storico dall'altra. L'interesse per le teorie artistiche e per Dürer e la profonda conoscenza dell'arte medievale acquisita durante i suoi studi con Vöge e Goldschmidt erano stati affiancati da nuovi vasti campi d'interesse che si precisano sempre più in un'impostazione di metodo: primi fra tutti il problema della tradizione classica e del Rinascimento e l'analisi del contenuto. Lo studio dell'iconografia, come quello delle teorie artistiche, divenivano per P. mezzi per ricostituire nessi perduti tra arte e pensiero, tra immagini e idee.
È nell'introduzione dei suoi Studies in Iconology (1939) che, riprendendo un suo articolo apparso nel 1932 sul problema della descrizione e dell'interpretazione del contenuto di opere d'arte (una traduzione italiana di questo articolo si trova in La prospettiva come 'forma simbolica' e altri scritti), P. puntualizza i princìpi che sono alla base del suo metodo di ricerca, del metodo iconologico. Nell'impatto con un'opera si possono avere diversi livelli di significato: all'individuazione di soggetti primari o naturali (descrizione preiconografica agganciata all'esperienza pratica) e che ha come corrispondente una storia dello stile, segue un secondo grado di significato costituito dal soggetto secondario o convenzionale (analisi iconografica) da cui deriva una storia dei tipi; e infine attraverso l'interpretazione iconologica si giunge al significato intrinseco o contenuto che ha come corrispondente la storia dei sintomi culturali o simboli, lo studio cioè del modo in cui in diverse condizioni storiche le tendenze essenziali dello spirito umano sono espresse mediante temi e concetti specifici. E qui si nota come importante per la sua formazione sia stata oltre all'influenza di Warburg e Cassirer, la rilettura di A. Riegl. È comunque evidente come nella sua concreta pratica storiografica e nella sua attività di docente che ha avuto un'influenza notevole nello sviluppo delle scuole storiografiche statunitensi, l'erudizione imponente e la profonda capacità di analisi storica trascendano questi schemi sui quali P. in varie occasioni ritornò esortando alla cautela e modificandone anche il reale significato.
Tra le altre opere di P. si ricordano ancora l'edizione ridotta del saggio su Dürer, pubblicato con il titolo The life and art of A. Dürer (1955; trad. it. 1967); Gothic architecture and scholasticism (1950); Early Netherlandish painting, its origin and character (1953), Meaning in the visual arts (1953; trad. it. 1962); Renaissance and Renascences (1960; trad. it. 1971) e infine i suoi ultimi saggi su Tiziano, pubblicati postumi: Problems in Titian, mostly iconographic (1969). Sono stati tradotti in italiano anche Idea (1962) e La prospettiva come 'forma simbolica' e altri scritti (1961).
Bibl.: La bibliografia completa delle opere di P. fino al 1960 si trova in De artibus opuscola, XL essays in honor of Erwin Panofsky, 1960; H. von Einem, Erwin Panofsky zum Gedächtnis, in Wallraft-Richartz Jahrbuch, 30 (1968), pp. 7-11; id., Bibliographie der Schriften Erwin Panofskys, ivi, pp. 12-14; id., Bibliographie der Rezensionen zur Schriften Erwin Panofskys, ivi, pp. 14-18; W. S. Heckscher, Erwin Panofsky: a curriculum vitae, in Record of the Art Museum Princeton University, 28 (1969), pp. 5-21; W. Stechow, Erwin Panofsky and music, ivi, pp. 23-25; J. Bialostocki, Erwin Panofsky (1892-1968). Thinker, historian, human being, in Simiolus, 4 (1970), pp. 68-89.