KOLBENHEYER, Erwin Guido
Poeta tedesco, nato a Budapest il 30 dicembre 1878; vive a Solln presso Monaco. Studiò dapprima biologia; e anche il pensiero che è venuto elaborando in una serie di scritti teoretici (Die Bauhütte. Elemente einer Metaphysik der Gegenwart, 1925; Neuland, 1935) converge verso una interpretazione sostanzialmente biologica dei problemi della vita.
E alla medesima origine risale anche l'impostazione della sua vasta opera poetica (la grande trilogia narrativa: Paracelsus, 1917-25; i romanzi storici: Amor Dei, su Spinoza 1908; Meister Joachim Pausewang, su Jacob Boehme, 1910; i romanzi di vita contemporanea: Montsalvasch, 1912; Das Lächeln der Penaten, 1926; Reps, die Persönlichkeit, 1931; le novelle Ahalibama, 1922; Karlsbader Novelle, sulla partenza di Goethe per l'Italia, 1929; Die Begegnung auf dem Riesengebirge, 1933; i drammi: Heroische Leidenschaften, su Giordano Bruno, 1903, 2° rifacimento 1929; Die Brücke, 1929; Jagt ihn - ein Mensch! 1931; Gregor und Heinrich, su Canossa, 1934; le liriche del Lyrisches Brevier, 1929): il tema dominante è, quasi dappertutto, il processo interno inarrestabile dello sviluppo di una potente personalità, che afferma sé stessa, rinnovando intorno a sé la realtà. Non la chiarezza della vita che si svela nella purità delle sue forme, ma la turgidezza delle forze oscure che incalzano nel divenire della vita - costituisce la materia prediletta della poesia. E anche lo stile è corposo, carico di colore nelle sue aderenze all'ambiente storico o sociale. Si capisce da ciò l'insistenza con cui alcune opere del K. riprendono il problema del contrasto fra mondo romano e mondo germanico. Nella sua intonazione eroico-borghese, la sua opera è tutta un richiamo alle parole con cui si chiude il Paracelsus: "Ecce ingenium teutonicum".
Bibl.: F. Koch, E. G. K., in Zeitwende, 1918; C. Wandrey, E. G. K., Monaco 1935.