ERONE d'Alessandria
Matematico e meccanico greco. V'è chi pensa che sia vissuto nel sec. I a. C. (M. Cantor, F. Hultsch), chi lo pone invece nel sec. I o nel II d. C. (H. Diels) e chi addirittura nel III (Tannery, J. L. Heiberg, T. L. Heath). I suoi trattati hanno avuto la fortuna di giungerci quasi intatti. La fama di cui hanno goduto per lungo tempo (e soprattutto il libro sulle macchine da guerra) ha consacrato E. come il più grande ingegnere dell'antichità. Sappiamo adesso che molte delle cose da lui esposte sono dovute a Ctesibio, a Filone, ad Archimede, ad altri più antichi: onde E. ci appare soprattutto un buon trattatista. Fu direttore della scuola meccanica di Alessandria; il primo politecnico, i cui corsi preparatorî erano consacrati alle scienze matematiche (λογικόν), mentre solo in seguito si passava alle esercitazioni pratiche (χειρουργικόν).
Il suo trattato enciclopedico rispecchia questo metodo. Prima vi è la geometria, poi una meccanica teorica, in cui si spiegano le cinque macchine fondamentali: leva, argano, carrucola, cuneo, vite, e le loro combinazioni. La Pneumatica è una serie di variazioni sulle proprietà elementari dei gas e quelle del sifone. Si tratta per lo più di giochi e di automi destinati a suscitare la meraviglia: gruppi mobili con uccelli che cantano, serpi che sibilano, arcieri che scoccano, vasi a più bocche da cui sgorga ora acqua, ora vino, ecc. Ricorderemo anche la fontana di Erone, il dispositivo (basato sulla dilatazione dell'aria) per far aprire le porte del tempio quando si accende il fuoco sull'altare; l'eolipilo o mulinello a vapore (a reazione); l'odometro o meccanismo di tassametro; il distributore automatico, ecc. Il libro Sulla costruzione degli automi è dedicato ai teatrini a figure automatiche. Anche come geometra, E. rimane un pratico. Commentando i principî, scrisse sulle Definizioni. La sua critica si distacca dal criterio logico-estetico dei classici, ispirandosi a nozioni sperimentali. Nel Traguardo, descrive la dioptra, l'equivalente del nostro teodolite; nella Metrica pone problemi di geodesia e geometria pratica. Si ricercano aree e volumi, sia rigorosamente sia con metodi approssimati, e si fa uso continuo di calcoli numerici. Fra le novità notevoli della Metrica, ricordiamo la formula che dà l'area del triangolo in funzione dei lati:
dove p denota il semiperimetro. Notiamo ancora la sua ottica geometrica, la teoria delle macchine semplici fatta dipendere dallo studio del piano inclinato, e la composizione dei moti col parallelogramma delle forze.
Bibl.: W. Tittel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 992 segg.: G. Loria, Le scienze esatte nell'antica Grecia, 2ª ed., Milano 1914; T. L. Heath, A history of Greek mathematics, Londra 1921; F. Enriques e G. Diaz de Santillana, Storia del pensiero scientifico, Milano 1932, I, capp. 19 e 23; inoltre G. Vailati, Il principio dei lavori virtuali da Aristotele a Erone di Alessandria, in Scritti, Firenze 1911.