Deutsch, Ernst
Attore cinematografico boemo, nato a Praga il 16 settembre 1890 e morto a Berlino il 22 marzo 1969. Tra i massimi interpreti del cinema espressionista nell'epoca d'oro del muto in Germania, fu in parte penalizzato dall'avvento del sonoro; dopo un periodo passato negli Stati Uniti, al termine della Seconda guerra mondiale tornò a lavorare in Europa, rendendo memorabile la figura del barone Kurtz in The third man (1949; Il terzo uomo) di Carol Reed. Fu premiato come miglior interprete alla Mostra del cinema di Venezia nel 1948 per Der Prozess ‒ Im Namen der Menschlichkeit (Il processo) di Georg Wilhelm Pabst.Attore di solida formazione teatrale, dopo una carriera sui palcoscenici austriaci e praghesi, D. esordì nel cinema nel 1916, grazie al regista e produttore Richard Oswald che lo scelse per il cast dell'orrorifico Die Rache der Toten, insieme a Werner Krauss e Lupu Pick, e lo utilizzò l'anno successivo per Die zweite Frau: ebbe inizio così una fortunata carriera, dove la forte impronta enfatica impressa alle sue interpretazioni portò D., in qualche anno, a diventare uno degli attori più attivi del nascente cinema tedesco, in produzioni di genere come Der Galeerensträfling (1919) di Rochus Gliese e Paul Wegener, e Der Golem, wie er in die Welt kam (1920; Golem ‒ Come venne al mondo) dello stesso Wegener e Carl Boese. La sua interpretazione di Von Morgens bis Mitternachts (1920) di Karl Heinz Martin è considerata uno dei massimi esempi di recitazione espressionista. Un ruolo singolare fu quello dell'amletico rabbino Baruch, lacerato dalla passione per il teatro, protagonista della produzione di respiro internazionale Das alte Gesetz (1923; Baruch) diretta da Ewald André Dupont, mentre tra i film più importanti a cui D. partecipò negli anni suc-cessivi, di particolare rilievo furono Dagfin (1926; Dagfin lo sciatore) di Joe May e Artisten (1928) di Géza von Bolváry. L'avvento del sonoro lo costrinse a mutare piuttosto drasticamente registro interpretativo, perdendo così parte del suo carisma: cominciò allora una lunga serie di ruoli marginali, con qualche parentesi di rilievo come Gilgi, eine von uns (1933; Senza madre) di Johannes Meyer. Emigrato a Hollywood nel 1938, vi interpretò personaggi tedeschi quasi sempre di contorno, in produzioni di argomento bellico come il dramma ambientato durante la Prima guerra mondiale Nurse Edith Cavell (1939) di Herbert Wilcox, lo spionistico The man I married (1940) di Irvin Pichel, e So ends our night (1941; Così finisce la nostra notte), parabola antinazista di John Cromwell con Erich von Stroheim, tratta da un romanzo di E.M. Remarque. Nel 1942 D. assunse per qualche tempo il nome d'arte di Ernest Dorian, con il quale prese parte a film come Prisoner of Japan (1942) di Arthur Ripley, e Isle of the dead (1945; Il vampiro dell'isola), un horror con Boris Karloff diretto da Mark Robson. Tornato in Europa dopo il crollo del regime nazista, dopo il bel ruolo del barone Kurtz in The third man, lavorò in Germania con Pabst nel film in costume di matrice antirazzista Der Prozess, interpretando il personaggio dell'ebreo Schraf. Tra i film del periodo europeo (oltre al coinvolgimento, nel 1957, nel progetto di Pabst, mai realizzato, di portare sullo schermo il romanzo Nathan der Weise di G.E. Lessing) si ricordano Symphonie Wien (1952) di Albert Quendler, e la sua ultima apparizione in Sebastian Kneipp, eine grosses Leben (1958) di Wolfgang Liebeneider.