RAUPACH, Ernst Benjamin Salomon
Drammaturgo, nato a Straupitz presso Liegnitz il 21 maggio 1784, morto a Berlino il 18 marzo 1852. Compiuti gli studî a Halle, si recò nel 1804 in Russia, dove insegnò dal 1814 al 1822 le letterature straniere e la storia nell'università di Pietroburgo. Sono di questi anni le sue poesie e prose patriottiche, che già rivelano sotto la roboante vacuità d'un idealismo di maniera uno spirito freddamente calcolatore, che mira unicamente all'effetto, e i primi drammi, che in parte si ispirano all'ambiente russo: Die Fürsten Chawansky, Timoleon der Befreier, panegirico dello zar Alessandro, e la commedia Die Matrone von Ephesus. Segue nel 1825 la tragedia Isidor und Olga oder die Leibeigenen, forse l'opera migliore del R., che dà un quadro realisticamente vivo delle condizioni sociali della Russia. Nell'inverno 1822-23 il R. fu in Italia. La descrizione di questo suo viaggio nell'opera Leberecht Hirsemenzels Briefe aus und über Italien (Lipsia 1832), diede all'Immermann lo spunto per la gustosissima satira del Münchhausen. Stabilitosi nel 1823 a Berlino e nominato drammaturgo di quel Teatro reale, il R. attese per oltre un ventennio esclusivamente alla produzione drammatica, riuscendo in breve tempo a imporre la sua dittatura a tutti i maggiori teatri tedeschi.
Fra i numerosi epigoni del dramma schilleriano, incarnò meglio di ogni altro il tipo del poeta della restaurazione. Privo d'ogni virtù inventiva, ma abilissimo nel dosare con sapiente alchimia le tirate retoriche e gli effetti scenici, maestro nello sfruttare al massimo le doti particolari degli attori, seguì tutte le mode e trattò con la stessa facilità tutti i temi e tutti i generi del dramma, dalla pia leggenda (Genoveffa, 1828) cui tolse ogni profumo di poesia, al dramma storico (ciclo degli Hohenstaufen, 16 drammi, 1825-32, la trilogia del Cromwell, 1841-44) che volle pedissequamente esemplato sulle fonti storiche e in pari tempo asservito alla propaganda monarchica e anticattolica, alla commedia (Lasst die Toten ruhen, 1826; Die Schleichhändler, 1830) e al genere del vaudeville (Der versiegelte Bürgermeister, 1829; Der Zeitgeist, 1835): i due generi, nei quali il suo spirito di freddo osservatore forse meglio riuscì. Merita inoltre d'essere ricordato, come unico notevole tentativo di dare forma drammatica alla leggenda nibelungica, fra il ciclo romantico del Fouqué e le classiche evocazioni del Wagner e del Hebbel, il suo Nibelungenhort (1828), tipica opera del Biedermeier letterario, in cui trascelti gli episodî di maggiore effetto e mortificato ogni spirito eroico, uomini e cose sono adeguate alle modeste proporzioni del mondo borghese.
Edizioni: Dramatische Werke ernster Gattung, Amburgo 1835 segg. (voll. 16); Dramatische Werke komischer Gattung, ivi 1829 segg. (voll. 4).
Bibl.: P. Raupach-Werner, R., eine biograph. Skizze, Berlino 1853; K. Bauer, R. als Lustspieldichter, Breslavia 1913; E. Wolff, R.s Hohenstaufendramen, Lipsia 1912; K. Kohlmeyer, R. und die Romantik, Gottinga 1923.