ROSSI, Ernesto
Pubblicista e uomo politico, nato a Caserta il 25 agosto 1897. Combattente nella prima guerra mondiale, divenne subito attivo antifascista; dopo il delitto Matteotti pubblicò a Firenze con G. Salvemini e C. Rosselli il periodico clandestino Non mollare!, e fu tra i capi dell'organizzazione segreta Giustizia e Libertà. Condannato dal tribunale speciale a venti anni di reclusione, ne scontò nove e fu poi inviato al confino a Ventotene, dove con A. Spinelli fondò il Movimento Federalista Europeo. Dopo il 25 luglio 1943 fu nel direttivo del Partito d'Azione. Attivo nella Resistenza, dopo la Liberazione è stato sottosegretario alla Ricostruzione nel ministero Parri (1945), poi presidente dell'ARAR. Collaboratore dell'Unità di G. Salvemini, della Riforma Sociale, del Corriere della Sera, di Il Ponte, è fin dalla fondazione uno dei più attivi redattori del settimanale Il Mondo, e ha dato notevoli contributi ai convegni di studio da questo organizzati. Nel 1955 fu tra i fondatori del Partito radicale.
Vigoroso e brillante polemista d'ispirazione liberale democratica, soprattutto in materia di politica economica, contro le degenerazioni monopolistiche, le incrostazioni parassitarie, il malgoverno, e vivace propugnatore di uno spregiudicato laicismo, tra le sue opere si ricordano: La riforma agraria (Milano, ediz. clandestina 1945); Critica del capitalismo (Milano 1948); Settimo, non rubare (Bari 1951); Lo stato industriale (Bari 1952); I Padroni del vapore (Bari 1954); Il Malgoverno (Bari 1954); Il Sillabo (Firenze 1957); Il manganello e l'aspersorio (Firenze 1958).