FONTANA, Ernesto
Nacque a Milano il 12 febbr. 1837. Compì gli studi all'Accademia di Brera, dove frequentò i corsi di G. Bertini, terminando nel 1863.
Come il suo maestro, anche il F. si avviò inizialmente verso le tematiche del romanticismo storico. Nel 1860 partecipò al concorso Canonica per la pittura di storia risultando vincitore con il quadro Gerolamo Morone, gran cancelliere del duca Francesco Sforza, nel momento che viene arrestato in Novara da Antonio Leywa capitano di Carlo V (Milano, Pinacoteca di Brera). Secondo quanto testimonia una lettera di accompagnamento al dipinto scritta dal F. stesso, egli si basò per la ricostruzione sulla Storia di Milano di P. Verri (Previtera, 1993). Nel 1862 ottenne il premio nella classe di pittura dell'Accademia di Brera e, nello stesso anno, prese lo studio in comune con M. Bianchi nel vecchio convento di S. Primo.
Il F. riprese dalla scapigliatura gli atteggiamenti sentimentalistici che tradusse nei soggetti dei suoi quadri in tono leggero e di facile divulgazione: dotato di una certa abilità tecnica, si indirizzò verso le scene di genere e il facile bozzettismo, dedicandosi soprattutto a dipingere aggraziate e maliziose figure femminili, alle quali dovette per gran parte la sua popolarità sullo scorcio del secolo.
Nel 1870 espose alla Società promotrice di belle arti di Torino il quadro Civetteria (catal., p. 15), attualmente presso la Galleria d'arte moderna Marangoni di Udine; all'edizione successiva, nel 1872, partecipò con le opere Dolce far niente e Un ricordo del padre confessore (catal., pp. 9 s.). In questo stesso anno partecipò alla II Esposizione nazionale di belle arti dell'Accademia di Brera con le opere Civetteria e ancora Un ricordo del padre confessore (catal., pp. 28 s.); sempre nel 1872 tornò alla pittura di storia con il quadro Maria Stuarda ai piedi di Elisabetta d'Inghilterra nel parco di Forteringa (catal., p. 28), che fu premiato con la medaglia d'oro alla Mostra nazionale di pittura di Milano ed acquistato successivamente dal British Museum di Londra. Nel 1873 la sua tela dal titolo Una lezione d'amore (Milano, Galleria d'arte moderna) fu assegnata dalla Società promotrice di belle arti al Comune di Milano. Nel 1880 il F. prese parte alla IV Esposizione di belle arti di Torino con un cospicuo nucleo di opere, Piacerò?, Cibo dell'anima, Cibo del corpo, Lavoro e riposo, In piccionaia (catal., p. 72), e partecipò all'Esposizione Donatello di Firenze con il quadro Calma domestica. L'anno successivo fu presente con un Ritratto all'Esposizione di belle arti di Milano (catal., p. 97). Nel 1884 presentò all'Esposizione italiana di belle arti di Torino l'opera Frutta pel padrone (catal., p. 72).
II F. si dedicò anche alla decorazione a fresco di chiese e palazzi patrizi lombardi. Si ricordano, in particolare, una teoria di nudi che decorava la stanza da bagno di un ricco e noto milanese (Marangoni, 1924) e soprattutto gli affreschi di alcuni ambienti della villa Olmo di Como, di proprietà dei duchi Visconti di Modrone.
Per questa dimora il F. dipinse il soffitto della stanza da letto con un soggetto allegorico (La Fortuna contornata da ancelle e putti nascenti dal mare) e il cielo del teatrino, costruito nel 1883, con una Dea e putti musicanti in atto di sfogliare un grande libro di musica, rivisitazione della tradizione decorativa barocca nel solco dell'ispirazione eclettica delle imprese decorative dell'atelier dei Bertini.
Nel 1887 partecipò all'Esposizione nazionale artistica di Venezia con le opere Occhiata furtiva, Dolce far niente, Pesciolino all'amo, Pernice al laccio, Le ultime foglie, Un pensiero a lui (catal., p. 30). Nello stesso anno eseguì La Carmen e La Mignon, due tavole di intonazione Belle Époque, che furono donate come regalo di nozze agli sposi M. e L. Jalbert, e destinate dagli eredi alla Pinacoteca di Jesi (dove sono tuttora). Tali opere ebbero una particolare fortuna presso il grande pubblico, e furono divulgate attraverso migliaia di copie e oleografle, consolidando la fama del loro autore.
Nel 1894 il F. espose il dipinto Nell'harem (catal., p. 74) alla II Esposizione triennale dell'Accademia di Brera e nel 1900 prese parte con il bozzetto di genere dal titolo Al levar del sole all'Esposizione concorso V. Alinari di Firenze, avente per tema una Madonna col Figlio o una Madre col bambino (catal., p. 43).
La sua abilità di disegnatore lo orientò verso la grafica, come documenta la sua attività di illustratore di periodici: si ricordano le litografie fortemente caricaturali eseguite per i giornali satirici Lo Spirito folletto e Il Pasquino, in collaborazione con il fratello minore Francesco. Dal 1894 al 1898 si alternò con A. Deon, S. Calcagni, E. Rossi, R. Paoletti e A. Terzi nell'illustrazione del frontespizio e delle tavole fuori testo del periodico Natura ed arte con composizioni allegoriche, figure in costume storico e bozzetti improntati ad un gusto popolareggiante e lezioso.
In qualità di ritrattista il F. raggiunse risultati notevoli: si ricordano il Ritratto di signora del 1895, la Testa di donna e il Ritratto d'uomo conservati alla Galleria d'arte moderna di Milano e il Ritratto della signora Ortelli Visconti (Milano, coll. Silva).
Negli ultimi anni il F. visse appartato, ormai dimenticato dalle giovani generazioni. Il suo ultimo lavoro, L'Odalisca II, è conservato insieme con altre sue opere a Cureglia, nel Canton Ticino, dove si era stabilito e dove morì il 25 luglio 1918.
Francesco, fratello minore del F., nacque a Milano nel 1843 e fu pittore e scultore. Esponente della scapigliatura, di lui si ricordano l'abilità di acquarellista e la collaborazione con il fratello alle illustrazioni satiriche per le riviste Pasquino e Lo Spirito folletto. Morì a Milano nel 1876 (v. L'Illustraz. ital., 2 apr. 1876, p. 354).
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Messaggero, 10 ag. 1918; L'Illustraz. ital., 4 ag. 1918, p. 96; F.D. Filippi, Le belle arti a Torino. Lettere sulla IV Esposiz. nazionale, Milano 1880, pp. 92 s.; U. Ojetti, Ritratti di artisti ital., I, Milano 1911, p. 112; G. Marangoni, Mosè Bianchi, Bergamo s.d. [1924], p. 113; Comune di Milano, La Gall. d'arte moderna. I dipinti, Milano 1935, 1, pp. 112, 217 s.; S. Pagani, La pittura lombarda della scapigliatura, Milano 1955, pp. 547 s.; C. Someda de Marco, IlMuseo civico e la Galleria d'arte antica e moderna di Udine, Udine 1956, p. 216; C. Rodi, Villa Olmo, Como 1964, pp. 39, 46; G.C. Bascapè, Ville e parchi del lago di Como, Como 1966, p. 49; E. Piceni - M. Monteverdi, Pittura lombarda dell'Ottocento, Milano 1969, p. 81; G.L. Marini, in Diz. enc. Bolaffi dei pittori e degli incisori ital., V, Torino 1974, p. 34; S. Pinto, Il romanticismo storico (catal.), Firenze 1974, p. 50; C. Bonatti, in Storia della pittura ital. dell'Ottocento, a cura di M. Monteverdi, Busto Arsizio 1975, II, p. 62; III, p. 228; P. Pallottino, Storia dell'illustraz. ital., Bologna 1988, p. 127 (per Francesco); F. Rossi, Accademia Carrara, Bergamo. Catalogo dei dipinti, Bergamo 1979, p. 391; L. Caramel - C. Pirovano, Musei e gallerie di Milano. Galleria d'arte moderna. Opere dell'800, Milano 1982, p. 319; M.A. Previtera, in Pinacoteca di Brera. Dipinti dell'Ottocento e del Novecento. Collezioni dell'Accademia e della Pinacoteca, a cura di F. Zeri, Milano 1993, I, pp. 270 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 178; A.M. Comanducci, Diz. ill. dei pittori, disegnatori... moderni, II, Milano 1971, p. 1250; L. Luciani - F. Luciani, Diz. dei pittori ital. dell'800, p. 198.