Vedi ERMUTI dell'anno: 1960 - 1994
ERMUΤI (v. vol. III, p. 425)
Dea della fertilità e delle messi Rnn-wtt:, «serpente che nutre», presiede, sotto forma di simulacro, in piccoli tabernacoli posti al limitare dei campi o presso i granai, alla mietitura e alla vendemmia, come appare in numerose scene illustrate nelle tombe egiziane del Nuovo Regno. In questa iconografia la dea è rappresentata come un cobra con corona hathorica, dal corpo eretto e la coda più volte attorcigliata su se stessa; un precursore molto antico di queste scene è da vedersi probabilmente in una mastaba dell'Antico Regno a Gīza, dove in una scena di mietitura è raffigurata una stele con un serpente.
La sua prima affermazione risale al Medio Regno, quando a Medīnet Mādi, nel Fayyūm, Amenemḥet III e Amenemḥet IV erigono Un santuario dedicato alla dea e a Sobek di Shedit, poi ampliato in età tolemaica, quando vi si instaura il culto di Iside-Thermuti.
La rappresentazione più antica finora nota è un rilievo proveniente dal tempio funebre di Sesostris I a el-Lišt (New York, Metropolitan Museum, n. 09.180.40): E. vi è raffigurata come una donna stante, con ureo sulla fronte e scettro-was nella mano sinistra. Nelle rappresentazioni successive presenta spesso la corona, mutuata da Hathor e Iside.
Si può osservare una tendenza a raffigurare la dea con iconografie antropomorfe o ibride (corpo di donna e testa ofidica o la variante inversa, diffusa in età ellenistica) in connessione alle sue funzioni di nutrice, dea del destino o dea dei morti, mentre è preferita la rappresentazione serpentiforme nelle scene relative al raccolto.
Un'iconografia assai diffusa è quella della dea lactans, connessa alla sua funzione di nutrice del faraone, già attestata nelle sue più antiche menzioni. In queste rappresentazioni, il bambino allattato dalla dea è in genere Nepri, dio del grano, o, in età ellenistica, Arpocrate, a causa dell'assimilazione di E. con Iside; una variante interessante è attestata a Medīnet Mādi, dove E., con corpo di cobra e testa umana, è raffigurata in atto di allattare il piccolo coccodrillo Sobek.
In età greco-romana, le numerose terrecotte di Iside-Thermuti attestano l'immutata popolarità della dea che, a partire dal Nuovo Regno, è circondata dal fervore religioso popolare.
L'iconografia classica di E. in età ellenistica presenta in genere testa e torso femminili e coda di serpente o anche testa di donna e corpo ofidiforme. Gli aspetti essenziali della sua personalità tarda, connessi alla fertilità e alla morte (come mostra l'assimilazione con la greca Demetra), derivano pressoché integralmente dalla tradizione faraonica (che già associava il più evidente carattere agricolo della dea al ruolo funerario, come mostra la sua presenza nelle scene del giudizio dell'aldilà e l'associazione con gli dèi del destino Shai e Meshkent), pur rivestendosi di nuovi attributi iconografici: la torcia, le spighe di grano, una situla, un ureo arrotolato intorno al braccio. Con il nome greco (Th)ermuti passa nella leggenda cristiana come la principessa egiziana che raccolse e allevò Mosè. La storia, tramandata da Giuseppe Flavio, fu raccolta dalla tradizione medievale, che ne fece una santa.
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