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BARBARO, Ermolao

di Emilio Bigi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARBARO, Ermolao

Emilio Bigi

Nacque a Venezia, intorno al 1410,da Zaccaria (fratello di Francesco, l'autore del De re uxoria)e da Francesca Leoni. Ancora fanciullo fu inviato a Verona presso Guarino (già maestro dello zio Francesco), e alla scuola di lui apprese il latino e il greco. Allo studio di quest'ultima lingua lo avevano esortato anche Niccolò Niccoli e Ambrogio Traversari, da lui conosciuti a Firenze, come ricorda egli stesso, dedicando appunto al Traversari il suo primo lavoro letterario, una traduzione latina di alcune favole di Esopo, compiuta a soli dodici anni. Tornato a Venezia, perfezionò la conoscenza delle lingue classiche sotto la guida dello zio Francesco - Quindi si recò a Padova a studiare leggi, addottorandosi in utroque iure nel 1435. L'anno seguente fu nominato protonotario apostolico da Eugenio IV, allora a Bologna; e con la Curia passò a Roma, finché lo stesso papa, nel 1443, gli concesse il vescovato di Treviso. Dopo un tentativo, appoggiato dallo zio Francesco, ma andato a vuoto, di farsi trasferire a Padova, ottenne nel 1453 la sede episcopale di Verona. Fu assai stimato da Pio II, che lo impiegò in alcuni importanti incarichi, prima inviandolo, nel 1460, in Francia presso Carlo VII, probabilmente per l'abolizione in quel regno della prammatica sanzione, e subito dopo destinandolo a reggere per due anni come governatore pontificio, la città di Perugia. Tornato alla sua diocesi nel 1462, vi rimase fino alla morte, avvenuta in Venezia nel 1471.

Durante questa sua fervida e molteplice operosità ecclesiastica e politica il B. continuò a mostrare un vivo interesse per le lettere e per la cultura in genere, che egli intendeva, come lo zio Francesco e in genere gli umanisti del suo tempo, quale elemento integrante e nutrimento della stessa vita attiva. Tale atteggiamento appare soprattutto nelle due Orationes contra poetas,dedicate a Pietro Barbo, il futuro Paolo II, e che egli scrisse, tra il 1455 e il 1459, in polemica con fra, Bartolomeo da Lendinara.

In esse il B. si proponeva non tanto di combattere indiscriniffiatamente la poesia, quanto piuttosto di affermame, contro ogni difesa fondata su interpretazioni allegoriche, il carattere tutto umano e terreno, e quindi di discuterne in concreto l'effettiva utilità pedagogica. Per citare le sue parole, il problema che egli affrontò era "utruni a christiano et religioso viro poetae potissimuni essent perlegendi", problema a cui gli sembrò ottima soluzione "ea sententia ut ad ingemi erudicionem anirnique doctrinam, non ad voluptatem aut ad lasciviam. legerentur iuxta canonicas sanctiones". Guidato appunto da questo principio, egli passava in rassegna i singoli poeti antichi, condannandone molti, ma eccettuandone alcuni, per esempio, Orazio e Virgilio.

Certo, rispetto ad altri umanisti contemporanei che pure partecipavano alle dispute, allora vivissime, sul medesimo problema dell'utilità pedagogica dei poeti antichi, si nota nelle orazioni Contra poetas una più severa preoccupazione moralistica e un più esplicito scrupolo di conformarsi alle "leggi canoniche". E questo aspetto del B. è confermato da altre sue opere di carattere esplicitamente religioso: 76 Sermones de tempore,una Lectura contenente un commento delle leggi canoniche e specialmente del primo e del secondo libro delle Decretali;una Vita SanctiAthanasii,in gran parte tradotta dal greco di Eusebio; una Homilia in lode dello stesso santo. Anche in queste opere tuttavia trovava modo di rivelarsi la sua mentalità umanistica, come quando, per esempio, nel proemio alla sopra ricordata Vita Sancti Athanasii il B. affermava di aver voluto con tale opera offrire una narrazione della vita del santo che sostituisse "veterem illam de eo viro pervulgatam historiam ... 1 haudquaquam fidelem..., multis in rebus apocripham"; e concludeva: "unum certissimum est, me veritatem de eo viro conscripsisse, Eusebium potissimum secutum, queni fidelissimuni scriptorem nostra semper Ecclesia comprobavit".

Le Orationes contra poetas sono stampate nella rarissima Margarita facetiarum,Argentinae, Gruniger iSog; esse sono conservate anche in alcuni mss. elencati da V. Branca, in Lettere italiane, VIII (1956), pp. 67 s., dove si leggono pure indicazioni di altri mss., contenenti la Vita Sancti Athanasii e alcune epistole ed orazioni del Barbaro. Altre indicazioni di mss. nelle Notizie...di N. Degli Agostini, pp. 250-55.

Bibl.: L'unico lavoro complessivo sulla vita e sulle opere del B. è il capitolo a lui dedicato da N. Degli Agostini nelle Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scrittori veneziani,Venezia 1752, 1,pp. 229-56. Utile anche la trattazione di G. Mazzuchefli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 253-256. Brevi cenni sulle Orationes contra poetas,in W. Zabughin, Virgilio nel Rinascimento,Bologna 1921, 1, pp. 12022; e in A. Ferriguto, Almorò Barbaro..., Venezia 1922, pp. 71-73; G. Lesage, La titulature des envoyés pontificaux sous Pie II, in Méìanges d'archéologie et d'histoire,LVIII (1941-46), p. 231; Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclés., VI, col.585; Enciclopedia Cattolica, II, col. 820.

Vedi anche
Matteo Bòsso Bòsso, Matteo. - Umanista (Verona 1427 circa - Padova 1502). Canonico regolare lateranense, protetto da papi e cardinali e soprattutto dai Medici. Scrisse tra l'altro De veris ac salutaribus animi gaudiis (1463), De instituendo sapientia animo (1495), e un numero considerevole di epistole latine. Gregorio Corrèr Corrèr, Gregorio. - Patriarca di Venezia (Venezia 1409 - Verona 1464); discepolo di Vittorino da Feltre, fu nominato protonotario apostolico da Gregorio IV. Al concilio di Basilea si schierò contro alcune tesi papali. Ritornato in Italia, visse a Firenze, poi nel Veneto. Eletto patriarca di Venezia dal ... Teodoro Gaza Gaza ‹-ƷƷa›, Teodoro (gr. Θεόδωρος Γαζῆς). - Umanista bizantino (Salonicco circa 1400 - S. Giovanni a Piro, Salerno, 1475). Stabilitosi in Italia, dimorò dal 1442 al 1446 a Mantova; insegnò greco a Ferrara; nel 1449 passò a Roma a insegnare filosofia ed ebbe da Niccolò V l'incarico di tradurre autori ... Giovanni da Verona detto fra Giocóndo Giocóndo, Giovanni da Verona detto fra. - Architetto e trattatista (Verona 1433 circa - Roma 1515), appartenente all'ordine dei domenicani. A Napoli (1489-95) fu architetto del duca di Calabria e di re Alfonso II, lavorò alla costruzione di Poggio Reale, e aggiunse 126 illustrazioni al trattato di architettura ...
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bàrbaro
barbaro bàrbaro agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. barbărus, gr. βάρβαρος]. – 1. Straniero, nel senso in cui i Greci e i Romani dicevano barbaro chiunque non fosse greco o romano, e nel senso in cui il Rinascimento opponeva il concetto di barbaro...
latino-bàrbaro
latino-barbaro latino-bàrbaro agg. e s. m. – Appartenente alla lingua latina della decadenza, soprattutto con riferimento a vocaboli del latino medievale tratti da radicali non latini o, in generale, ignoti al latino classico: un glossario...
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