ERMOGENE di Tarso
Retore e sofista, nato a Tarso circa il 161 d. C., fu un bambino prodigio, ed ebbe, quindicenne, l'imperatore Marco Aurelio fra gli uditori di una sua declamazione. Perdette poi le sue virtù e raggiunse con fama declinante un'età avanzata. È probabile che, dopo brillante successo come sofista nella giovinezza, si dedicasse in età matura all'insegnamento.
Autore di scritti tecnici di retorica, creò su basi atticistiche un nuovo edificio dottrinale. I suoi scritti vennero a costituire nel loro insieme un vero e proprio corso di retorica dagli Esercizî preparatorî (Προγυμνάσματα), ai trattati Sulla costituzione delle cause giudiziarie (Περὶ στάσεων), Sulle qualità dello stile (Περὶ ἰδεῶν) Sull'invenzione (Περὶ εὑρήσεως), la cui autenticità nello stato attuale è discussa. Mentre il trattato Sulla costituzione delle cause dipende in gran parte da Ermagora, il trattato Sulle idee che è l'opera più matura di Ermogene sostituisce una nuova classificazione stilistica a quella di Teofrasto. Basata sull'osservazione soprattutto della prosa demostenica, essa distingue, con sottigliezza scolastica applicata alla grammatica, una grande varietà di figure o qualità dello stile (ἰδέαι).
La dottrina ermogenea, preparata dalla concezione stilistica degli atticisti, specialmente di Dionisio di Alicarnasso, è divenuta una regola per l'età successiva. Non apprezzata dai contemporanei, l'opera di Ermogene divenne classica poco dopo la sua morte, benché, priva completamente di spirito filosofico e di capacità sintetica, essa ignori la posizione dei problemi retorici in Aristotele, in Platone, e persino le dottrine estetiche degli atticisti. Essa si riduce a una serie di distinzioni sottili, fatta da un punto di vista esteriore e formale e con l'unico scopo di dare ricette di stile. Dal sec. IV in poi la dottrina Sulle cause ebbe la supremazia nelle scuole greche di retorica, e intorno allo stesso tempo anche la stilistica, benché non tenuta in eguale considerazione, fu introdotta nelle scuole e commentata. Dal sec. IX in poi E. domina le scuole bizantine. Invece il nostro Rinascimento studiò la retorica sui trattati latini, ed E. non ebbe su di esso influenza profonda. Numerosi furono gli antichi commentatori di Ermogene, fra i quali è da ricordare il neoplatonico Siriano. Edizione principe l'Aldina, 1508: la migliore edizione moderna è quella di H. Rabe, Lipsia 1913.
Bibl.: G. Leopardi, De vita et scriptis Hermogenis commentarius, in Opere inedite, I, p. 105 segg.; L. Radermarcher, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 865 segg.; Christ-Schmid, Griech. Lit., II, ii, Monaco 1924, p. 929; A. e M. Croiset, Histoire de la litt. grecque, V, Parigi 1899, p. 631; E. Norden, Die antike Kunstprosa, 4ª ed., Lipsia-Berlino 1923, I, p. 382 segg.