Secondo la tradizione tardiva, figlia di Desiderio re deo Longobardi e prima moglie di Carlomagno. Il nome E. non ricorre, infatti, nelle fonti del tempo, ma, datoci per la prima volta, nella forma Irmogarda, dall'umanista tedesco Aventinus (1477-1534), è prevalso in Italia, per la suggestione dell'Adelchi (1822) del Manzoni, sugli altri coi quali ella è pure variamente designata (Desiderata o Gerberga o Bertrada o Sibilla o Teodora). Bertrada, madre di Carlomagno, volle il matrimonio (770) come pegno di amicizia coi Longobardi, nonostante l'energica opposizione di papa Srefano IV. In seguito, il mutato indirizzo politico di Carlomagno determinò il ripudio della sposa (771), non sappiamo sotto quale pretesto. Incerta è anche la sua fine.
Nella tragedia storica Adelchi di A. Manzoni, E. muore in un chiostro, perdonando al marito, anzi ancora innamorata di lui; ella è, nella sua innocenza, vittima dei delitti e delle prevaricazioni della sua stirpe, e in genere della storia che avanza inesorabilmente, e che non può essere compresa senza riferirsi a una giustizia ultraterrena.