GASTALDI, Ermenegildo (Gildo)
Nacque a Casalpusterlengo, a sud-est di Lodi, il 25 dic. 1907 da Dante e da Ida Vida. Studiò medicina e chirurgia nell'Università di Pavia ove, nel 1932, si laureò a pieni voti e con la lode, discutendo, con il direttore dell'istituto di farmacologia P. Di Mattei, una tesi sulla velocità di sedimentazione dei globuli rossi. Dopo aver conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione presso l'Università di Pisa, iniziò subito l'attività di medico interno nella clinica delle malattie nervose e mentali dell'ateneo pavese diretta da O. Rossi e proseguendola poi sotto le successive direzioni di C. Riquier e C. Berlucchi. Presso l'ospedale S. Matteo di Pavia fu assistente volontario con funzioni di dirigente del reparto neuropsichiatrico nel 1934, assistente incaricato con diploma di specializzazione in neurologia e psichiatria nel 1935 e, a seguito di concorso nazionale, assistente ordinario nel 1938. Dopo aver frequentato nel 1939 la clinica otorinolaringoiatrica dell'Università di Padova diretta da Y. Arslan, impegnato in importanti ricerche cliniche e sperimentali, nel 1940 conseguì la libera docenza in clinica delle malattie nervose e mentali e per un biennio tenne, presso l'Università di Pavia, un corso libero di semeiologia del sistema neurovegetativo.
Gli eventi bellici coinvolsero direttamente il G.: politicamente impegnato, fece parte a Pavia del primo Comitato di liberazione nazionale; quindi, sfuggito all'arresto, continuò la lotta partigiana a Venezia, ove ottenne la resa della locale milizia. A Venezia, inoltre, fece parte della Commissione tecnica provinciale per i progetti di risistemazione degli ospedali psichiatrici di San Servolo e San Clemente.
Ripresa la carriera accademica, il G. fu incaricato nell'Università di Pavia, nel 1948, dell'insegnamento di istologia normale e patologica del sistema nervoso nella scuola di specializzazione in clinica neurologica e psichiatrica e, dal 1950 al 1952, di svolgere un corso libero di semeiotica neurologica. Dopo avere ottenuto la maturità scientifica nei concorsi a cattedra indetti dall'Università di Cagliari nel 1948 e da quella di Siena nel 1949, nel 1952 fu incaricato dell'insegnamento di clinica delle malattie nervose e mentali nell'Università di Modena, ove, presso la scuola di perfezionamento in psichiatria diretta da G. Boschi, svolse anche corsi di semeiotica clinica e di laboratorio, di semeiotica neurologica e di semeiotica psichiatrica. A Modena, primo ternato al relativo concorso, divenne straordinario nel 1956. Chiamato a dirigere la cattedra di clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Milano nel 1957, ottenne la nomina a professore ordinario nel 1959; in questa sede fu anche direttore della scuola di specializzazione in malattie nervose.
Attratto dallo studio della fisiologia e della patologia del sistema nervoso e dei complessi aspetti della psiche, il G. fu autore di numerose ricerche in campo clinico e sperimentale che furono anche oggetto di relazioni a congressi nazionali e internazionali della specialità.
I suoi principali filoni di ricerca riguardarono la rigenerazione dei nervi periferici in varie condizioni sperimentali e la fisiologia e la patologia del sistema acustico e vestibolare. Iniziò lo studio della rigenerazione dei nervi con il Rossi con l'esame dei vari aspetti del problema analizzati criticamente: la confutazione di dottrine poligenistiche e collaborazionistiche antiche e recenti e la netta posizione a favore della tesi centralista costituirono un convincente argomento biologico suscettibile di estensione a problemi fisiopatologici e clinici oggetto di una ponderosa pubblicazione (La rigenerazione dei tessuti nervosi nei vertebrati superiori. Rivista critica con dati personali, in Rivista di patologia nervosa e mentale, XLVI [1935], pp. 1-369, in coll. con O. Rossi) e di un successivo aggiornamento con lo stesso titolo (ibid., LX [1942], pp. 249-297) che rappresentano ancora oggi una tappa obbligata nello studio della storia del pensiero neurologico.
Seguirono i contributi di carattere sperimentale, tra i quali si ricordano: Osservazioni sui fenomeni rigenerativi post-traumatici dei nervi periferici nel beri-beri sperimentale del piccione, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, LIII (1939), pp. 1135-1154; La rigenerazione dei nervi periferici nel piccione sottoposto a carenza di vitamina B1 (parenterale), ibid., LIV (1940), pp. 331-335; Aspetti morfologici della rigenerazione dei nervi sezionati e sottoposti all'azione dei raggi X, in Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, LXXIII (1949), pp. 5-41; Antimitotici e rigenerazione nervosa (Nota preliminare), in Giornale di psichiatria e di neuropatologia, LXXXIII (1955), pp. 338-345.
Di grande interesse furono gli studi condotti dal G. sulla fisiopatologia dell'apparato acustico e vestibolare, basati sull'approfondita analisi e valutazione clinica dei singoli disturbi osservati precedute dall'accurato esame critico della letteratura: Lesioni delle vie acustiche secondarienel tratto bulbo-mesencefalico del nevrasse e loro rapporti coi disturbi della funzionalità uditiva. Rivista sintetico-critica, in Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, LVIII (1934), pp. 439-500; Sui disturbi dell'udito nei processi morbosi del fascio acustico intracerebrale e della sfera uditiva corticale. Rivista sintetico-critica, ibid., LIX (1935), pp. 137-158, 402-422, 600-627; Ricerche sperimentali sui riflessi vestibolo-vegetativi, in Rivista oto-neuro-oftalmologica, XVI (1939), pp. 34-44.
In particolare, le ricerche sul nistagmo gli offrirono l'occasione di esaminare lo sviluppo storico delle conoscenze in proposito fino alla crisi della concezione classica (somma delle due componenti, tonica-lenta e ritmica-rapida, ciascuna dotata di un proprio substrato anatomofisiologico) e all'emergere delle nuove ipotesi (fenomeno di ripercussione indiretta conseguente all'attività di circuiti polisinaptici): Sulla fisiopatologia del nistagmo vestibolare provocato. Con osservazioni personali sulla scomparsa della scossa rapida nelle paralisi di sguardo e nella crisi insulinica, in Sistema nervoso, V (1953), pp. 30-65.
Il G. recò anche interessanti contributi nel campo della neuropsicologia clinica, favorendo la nascita nella sua clinica di un'unità di ricerca per lo studio dei problemi neuropsicologici e affrontando il complesso settore delle personalità psicopatiche con la definizione dei vari quadri clinici: valorizzò l'applicazione dei metodi della psicologia clinica all'indagine psichiatrica sul piano semeiologico, semiogenetico ed etiologico (Comparazione di dati clinici e psicosperimentali nell'esame dei soggetti neurotici, in Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, XIV [1953], pp. 243-246, in coll. con F. Andreani et al.); considerò dal punto di vista critico-storico l'evoluzione del concetto di psicoastenia e delle sue modificazioni o deformazioni terminologiche e i problemi nosografico e diagnostico differenziale delle varie forme di schizofrenia (Nuove vedute sui confini tra psicoastenia e schizofrenia. Questioni di terminologia di psicopatologia e di psicodiagnostica, in Il Lavoro neuropsichiatrico, VIII [1954], pp. 299-358; Osservazioni e critiche al concetto di schizastenia, in Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, XVII [1956], pp. 1093-1116); sostenne l'esistenza di una incompatibilità tra obiettivi clinici e schematismi aprioristici e la necessità di individuare nuove vie di accesso alla conoscenza della personalità dei malati e alla ricostruzione dei quadri morbosi che presentano (Considerazioni di uno psichiatra su di un procedimento di indagine psicologica applicato allo studio di soggetti al limite fra la psiconevrosi e la psicosi, ibid., XV [1954], pp. 333-353).
Tra le altre pubblicazioni del G. meritano ancora di essere ricordate alcune che rappresentano interessanti contributi clinici, diagnostici e terapeutici, e sperimentali: In tema di rapporti fra radiodiagnostica cranica ed epilessia essenziale. Contributo di osservazioni e considerazioni cliniche, in Rivista di patologia nervosa e mentale, XLVII (1936), pp. 213-264; Nuovi orientamenti nel trattamento delle sindromi schizofreniche; rivista critica, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, LII (1938), pp. 1-92, in coll. con C. Ambrosetto; Sulle alterazioni della innervazione lombosacrale da rachianestesia, in Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, LXIII (1939), pp. 459-524; Risultati ottenuti mediante la cura insulinica delle psicosi nella clinica neuropsichiatrica di Pavia durante il biennio 1937-1939, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, LIII (1939), pp. 1155-1178; Contributo allo studio dei rapporti fra paralisi generale progressiva e senilità (osservazioni cliniche ed anatomo-patologiche), in Rivista di patologia nervosa e mentale, LIV (1939), pp. 177-236; Osservazioni sui sintomi del beri-beri aviario sperimentale e sulla loro regressione di fronte all'apporto di vitamina B1, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, LIV (1940), pp. 101-124; Ricerche sulla risposta immunitaria del coniglio e della cavia ad inoculazioni omologhe ed eterologhe di cervello normale e sottoposto ad elettroshock. Controlli in vitro, in Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, LXXIII (1949), pp. 169-196, in coll. con G. Brusa; Reperti periduroradicolografici da iniezioni lombari di lipiodol, in Chirurgia degli organi di movimento, XXXVII (1952), pp. 423-436, in coll. con F. Andreani.
Ancora un cenno merita, infine, un interessante studio del G. su un caso clinico di afasia in un soggetto bilingue, nel quale prende in considerazione la validità generale, malgrado le numerose eccezioni, della cosiddetta "legge di Pitres" che stabilisce che nei poliglotti afasici quando il disturbo neurologico regredisce viene per prima recuperata la lingua madre (Osservazioni su un afasico bilingue, in Sistema nervoso, III [1951], pp. 175-180).
Molto impegnato nella diffusione della sua specialità, il G. fece parte del comitato di redazione della Rivista di patologia nervosa e mentale e di quello della Rivista di neuropsichiatria e scienze affini e fu direttore del periodico Cortex. Aveva sposato Laura Pratilli, dalla quale ebbe i figli Claudia e Maurizio.
Morì a Milano il 21 genn. 1973.
Fonti e Bibl.: Necr. in Università degli studi di Milano. Annuario anno accademico 1972-73, Milano 1974, pp. 700-704; Cortex, IX (1973), p. 3; Enc. medica italiana, I, col. 866, sub voce Afasia.