FRANCESCONI, Ermenegildo Daniele
Nacque a Cordignano (nel Trevigiano) il 9 ott. 1795 (e non il 13 aprile oppure l'8 giugno, come invece è stato tramandato da alcuni biografi ottocenteschi), da Giovanni Battista e da Caterina Carolli.
Il nonno Lorenzo, pubblico perito agrimensore, amministrava, insieme con il fratello Giovanni Battista, notaio, la grande azienda di Belvedere dei Mocenigo di S. Stae, una delle più ricche case del patriziato veneziano. Intraprendenti fattori dei Mocenigo da almeno quattro generazioni, i Francesconi avevano accumulato un notevole patrimonio immobiliare nell'area di confine tra il Trevigiano e il Friuli: tuttavia questa solida posizione borghese sarebbe stata fortemente compromessa in età napoleonica, quando la famiglia si impegnò in una speculazione rivelatasi troppo ambiziosa per le sue possibilità.
Dopo aver studiato a Padova sotto la guida dello zio Daniele, professore all'università, che gli assegnò quale insegnante di matematica l'astronomo G. Santini, nel 1811 il F. fu ammesso a frequentare la Scuola militare di artiglieria e genio di Modena, ricevendovi una formazione scientifica e tecnica di prim'ordine. Ne uscì nel 1815, all'indomani della nascita del Regno Lombardo-Veneto, con il grado di sottotenente del genio. Rimase cinque anni nel corpo ufficiali dell'esercito asburgico, attendendo a diversi lavori di fortificazione, i più importanti dei quali a Rastadt; nel 1818 fu promosso tenente. Nel 1820 ritornò a Cordignano su invito del padre per affiancarlo nella gestione dell'azienda dei Mocenigo. In quell'anno sposò la baronessa Leopoldine Faes von Tiefenthal, da cui avrebbe avuto tre figlie, Maria, Elisa e Teresa. Morto il padre nel 1822 e subentrato uno zio nell'amministrazione, il F. entrò nel genio civile di Venezia quale consigliere di sezione.
In un primo tempo si dedicò alla costruzione di strade: progettò nel 1823 - e ne diresse i lavori, insieme con G. Malvolti, fino al suo completamento nel 1830 - quella d'Alemagna per il tratto da Serravalle a Dobbiaco e nel 1829, dopo che due anni prima era diventato ispettore capo per il Friuli, la Pontebbana da Udine a Pontebba. Essendosi anche distinto nella costruzione di una serie di opere idrauliche - tra l'altro le arginature del Tagliamento a Latisana e del Po a Castelmassa - nel 1829 fu chiamato a Vienna per il progetto di regolazione del Danubio nei pressi di Bratislava. Nel 1831 fu approvato un suo progetto di sistemazione del fiume presso la stessa capitale dell'Impero, eseguito l'anno successivo, che prevedeva anche un prolungamento del Donaukanal. Dopo che nel 1832 era stato nominato geometra della Corona e consigliere aulico, il F. si occupò della regolazione del Danubio a Budapest e dell'Isonzo a Pieris; intervenne per migliorare i porti di Trieste, Venezia e Fiume, progettò la diga del porto di Malamocco, tra il 1839 e il 1841 realizzò la strada del Semmering e nel 1841 fu tra i direttori dei lavori per la costruzione dell'acquedotto "Kaiser Ferdinand" a Vienna.
Fin dal 1836 il F. si era dedicato anche alla costruzione delle prime strade ferrate dell'Impero. In quell'anno progettò la linea statale Vienna-Bochnia (Galizia) di 450 km e assunse incarichi presso due società ferroviarie private (di una di esse, la Ferrovia del Nord, divenne nel 1837 direttore tecnico). Il F. fu incaricato dal governo, che nel 1842 lo nominò direttore generale delle ferrovie statali austriache (un'azienda che allora impiegava più di 184.000 addetti), di tracciare i piani di un sistema ferroviario, che integrasse le reti statali con quelle private e che permettesse di innervare i principali territori dell'Impero collegandolo con gli Stati confinanti.
La sua carriera di alto funzionario culminò nel 1847 quando fu nominato cavaliere dell'Impero. Ma in quell'anno iniziò pure la sua parabola discendente, in quanto fu privato delle competenze amministrative relative alla sua carica; nel 1848, forse anche a causa della partecipazione del cugino Daniele alla rivoluzione italiana, rassegnò le dimissioni da direttore generale.
Nel 1850 ritornò in servizio quale ispettore presso le Ferrovie imperiali, incarico che abbandonò nel 1856, quando divenne ispettore generale della Ferrovia del Nord.
Nel 1858 si manifestarono i primi sintomi della malattia cardiaca, di cui sarebbe morto a Cordignano, nella casa di famiglia, dove si era recato per godere di un clima più mite, l'8 giugno 1862.
Fonti e Bibl.: G. Sorgato, Memorie funebri antiche e recenti…, VI, Padova 1862, pp. 77 s.; G. Occioni-Bonaffons, Bibliogr. stor. friulana dal 1861 al 1882, Udine 1883, p. 18; F. Di Manzano, Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani…, Udine 1885, p. 99; G. Canevazzi, La Scuola militare di Modena (1756-1914), I, Modena 1914, p. 475; P. Mechtler, Hermenegild F. (1795-1862) ein Österreicher aus Venetien, in Österreich in Geschichte und Literatur, XVIII (1974), 2, pp. 74-85; A. Cauz, E. F. (1795-1862). Un cordignanese a Vienna, Cordignano 1995; Enc. Italiana, XV, p. 865.