MINGAZZINI, Ermanno
– Nacque a Roma il 25 apr. 1893 da Giovanni, neuropsichiatra, e da Hélène Bobrik.
Concluso il primo ciclo di studi, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Roma: allievo interno nella clinica delle malattie nervose e mentali diretta dal padre, nel 1917 si laureò a pieni voti e con la lode discutendo una tesi di interesse neurofisiologico che fu pubblicata nello stesso anno: Contributo clinico e sperimentale allo studio del riflesso oculo-cardiaco (in Il Policlinico, sez. medica, XXIV [1917], pp. 404-419, in collab. con G. Fumarola). Nel 1920, lasciata la clinica neurologica, il M. entrò come assistente nella clinica chirurgica diretta da R. Alessandri, dove iniziò a dedicarsi in modo particolare all’urologia, una fra le branche specialistiche della clinica chirurgica generale.
Dato alle stampe nel 1920 il suo primo importante lavoro sperimentale (Contributo sperimentale all’esclusione temporanea di un rene, in La Clinica chirurgica, XXVII [1920], pp. 577-611), portò alla disciplina una serie di validi contributi clinico-scientifici: l’adozione nella semeiotica strumentale dell’apparato uropoietico, tra le prime attuate nella pratica clinica, della metodica del pneumo-rene per via trans-lombare (Il pneumorene, in Atti della Soc. italiana di urologia, II Congresso … 1923, Roma 1924, pp. 220-234; Le indicazioni, la tecnica e i risultati del pneumorene [contemporaneamente: contributo allo studio del rene policistico], in Arch. italiano di urologia, 1924, 1, pp. 415-428), la dimostrazione sperimentale dei rapporti esistenti tra centro salino encefalico ed eliminazione d’acqua (Contributo sperimentale allo studio dei rapporti tra sistema nervoso centrale e funzione renale, in Atti della Soc. italiana di urologia, III Congresso … 1924, Roma 1925, pp. 215-234), la dettagliata illustrazione patologica e clinica delle più comuni forme di pielonefriti (Le pielonefriti [escluse le tubercolari e le calcolose], in Atti della Soc. italiana di urologia, IV Congresso … 1925, Roma 1926, pp. 1-32) e dei tumori del testicolo ritenuto (Contributo clinico alla conoscenza dei tumori del testicolo ritenuto [Causa infrequente di uronefrosi], in Annali italiani di chirurgia, IV [1925], pp. 750-769), la dimostrazione dell’importanza della enervazione del rene nello sviluppo dell’idronefrosi sperimentale (L’importanza della enervazione del peduncolo renale nella produzione della idronefrosi sperimentale, in Atti della Soc. italiana di urologia, V Congresso … 1926, Roma 1927, pp. 151-174).
Conseguita nel 1926 la libera docenza in clinica delle malattie delle vie urinarie, fu incaricato dell’insegnamento della medicina operatoria nella scuola di perfezionamento in urologia nell’anno 1926-27 e nell’anno successivo fu nominato aiuto volontario. In quel periodo intraprese anche la carriera chirurgica ospedaliera: assistente effettivo dal 1922 al 1926, fu poi aiuto, primario idoneo e primario effettivo e direttore dell’ospedale civile di Palestrina fino al 1933, quando, conseguita la libera docenza in patologia speciale chirurgica, divenne primario del reparto urologico dell’ospedale romano del Littorio (futuro ospedale S. Camillo de Lellis). Nell’Università di Roma, dall’anno accademico 1936-37 gli fu affidato l’incarico della direzione della neo-istituita cattedra di urologia e dell’insegnamento dell’endoscopia nella Scuola di perfezionamento in chirurgia, attività didattica che svolse presso l’istituto di patologia speciale chirurgica. Trasferito nel 1949 al policlinico Umberto I come primario urologo ospedaliero, vi assunse la direzione del modesto reparto urologico allora esistente. Due anni più tardi, la trasformazione in urologico del IV padiglione del nosocomio, fino ad allora riservato alla medicina generale, consentì la disponibilità di un complesso ospedaliero-universitario pienamente adeguato alle necessità cliniche, scientifiche e didattiche della specialità: con l’ampliamento, la sopraelevazione e la ristrutturazione del vecchio edificio, infatti, fu possibile realizzare un istituto provvisto di ambulatori, reparti di degenza, blocco operatorio, laboratori di ricerca, biblioteca, aula per le lezioni. Nella nuova sede il M. poté incrementare la sua attività clinica e didattica e dare vita a una Scuola alla quale si sarebbero formati numerosi, validi allievi; nel 1953, in considerazione della crescente importanza della nefrologia, organizzò nella struttura un centro di dialisi extracorporea.
Era intanto proseguita intensa l’attività clinico-scientifica del M. con altri importanti contributi nei vari settori della specialità. Tornato allo studio delle connessioni esistenti tra sistema nervoso centrale e funzione renale, poteva dimostrare che negli animali sottoposti a puntura del centro encefalico salino si liberano sostanze ormonali in grado di indurre, in animali integri ai quali siano inoculate, una scarica di cloruri nelle urine (Contributo sperimentale allo studio degli ormoni cerebrali diuretici, in Arch. italiano di urologia, 1932, 8, pp. 601-619). Condusse inoltre un accurato studio clinico-statistico sul dibattuto problema della trasformazione maligna dell’ipertrofia prostatica (La frequenza della degenerazione cancerigna dell’adenoma prostatico, in Atti della Soc. italiana di urologia, XIV Congresso … 1935, Roma 1936, pp. 1-43) e recò numerosi contributi clinici, tra i quali: la prima descrizione del segno radiologico di «sistole e diastole» della dilatazione cistica della terminazione ureterale caratteristico dell’ureterocele (Die cystenartige Erweiterung des vesicalen Ureterendes im Röntgenbilde, in Zeitschrift für urologische Chirurgie, XLI [1936], pp. 163 s.), la possibilità dell’approccio chirurgico nel trattamento di alcune nefropatie (La cura chirurgica delle nefriti e delle nefrosi. Tema in comune con la Società italiana di medicina interna, in Archivio ed atti della Soc. italiana di chirurgia. XLIII Adunanza … 1936, Roma 1937, pp. 339-425), l’introduzione di un originale intervento di vescicoplastica, la cervico-cisto-pessi retropubica, per la cura dell’incontinenza urinaria (Contributo clinico alla cura dell’incontinenza d’urina, in Atti e memorie della Soc. romana di chirurgia, I [1939], pp. 200-203; si veda anche M. Sorrentino, Operazione di Mingazzini, in Trattato italiano di urologia, III, Napoli 1958, pp. 741 s.), l’illustrazione degli interventi di innesto degli ureteri nell’intestino nelle cistectomie totali (L’uretero-sigmoidostomia, in Recenti progressi in medicina, VII [1949], pp. 493-505), la operabilità delle nefrectomie parziali (Considerazioni sulla nefrectomia parziale, in Boll. e memorie della Soc. tosco-umbra di chirurgia, XIII [1952], pp. 169-177), l’esecuzione della surrenalectomia ormonica, la prima praticata in Italia, per il trattamento del carcinoma prostatico (Adrenalectomia ormonica nel cancro della prostata, in Il Policlinico, sez. pratica, LXI [1954], pp. 1069-1076, in collab. con G. Ciccarelli). Tra le opere del M. si ricordano ancora: Urologia pratica. Compendio ad uso degli studenti e dei medici, Roma 1934 (2ª ed., ibid. 1951); L’ipertrofia prostatica e prostatiti. Con un’appendice sui tumori e cisti della prostata, Firenze 1941; Trattato di urologia, I-II, Roma 1946; La vescica neurologica nelle affezioni congenite e mediche. (Con una premessa di neurofisiologia vescicale), Padova 1961, in collab. con M. Arduini. Il M. collaborò inoltre a importanti trattati: Chirurgia dell’apparato urinario, in R. Alessandri, Manuale di chirurgia dedicato al maestro in occasione del XX anno di insegnamento dagli allievi, III, Roma 1933, pp. 521-696; Apparato urinario, in Trattato di tecnica operatoria diretto dai proff. R. Alessandri e L. Torraca, IV, Milano 1949, pp. 333-491; Infezioni non specifiche dei reni, in M. Sorrentino, Trattato italiano di urologia, II, Napoli 1958, pp. 224-251, in collab. con G. Biliotti; Le cistiti, ibid., pp. 663-682, in collab. con M. Alpi; Malattie associate della pelvi renale e dei reni, in Trattato italiano di medicina interna diretto dal prof. P. Introzzi, parte 7ª, Firenze-Roma 1963, pp. 813-843.
Il M. morì a Roma il 3 marzo 1965.
Clinico e studioso di rilievo internazionale, medaglia d’oro dei benemeriti della scuola e della cultura, il M. fu membro di varie accademie e società scientifiche italiane e straniere, nonché delegato per l’Italia della Società internazionale di urologia. Costituitasi a Napoli nel 1921 la Società italiana di urologia (SIU), ne fu segretario, organizzatore dei primi congressi e ne resse la presidenza dal 1952 al 1954.
Fonti e Bibl.: Necr., in Minerva urologica, XVII (1965), varia, pp. 7 s.; in Urologia, XXXII (1965), pp. 129-131; in Atti della Acc. Lancisiana di Roma, 1965-66, n. 1, pp. 30-37. Si vedano inoltre: A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 431 s.; II, p. 512; O.A. Fonio, Nuevo signo radiográfico de ureterocele. Reconocimiento de prioridad a favor del prof. dr. E. M., in Revista argentina de urología, XXXI (1961), pp. 119 s.; La Società italiana di urologia compie 100 anni, a cura di G. Carmignani - V. Mirone, Salerno 2008, pp. 62, 87, 122, 162.
M. Crespi