ERITROMICINA
. È un antibiotico ottenuto da un actinomicete isolato da un campione di terra delle Isole Filippine e denominato Streptomyces erythraeus perché produce un pigmento di colore rossastro. Trattasi di un composto monobasico, solubile in acqua alla diluizione dello 0,2% e stabile a pH compresi tra 6 e 8. L'e. appartiene al gruppo degli antibiotici a "medio spettro"; il suo campo di azione, molto simile a quello della carbomicina e della oleandomicina, comprende la maggior parte dei germi grampositivi, diversi gram-negativi ed anche alcuni protozoi. Particolarmente efficace si dimostra verso i corinebatterî e verso gli stafilococchi, anche se resistenti agli altri comuni antibiotici. Non agisce sulla maggior parte dei bacilli, ospiti abituali del tubo enterico; elimina però i germi della putrefazione intestinale, cambiando così l'odore del materiale fecale. La sua attività antibiotica, prevalentemente batteriostatica, si esplica con maggiore intensità in ambiente alcalino e solo sui microrganismi in fase di moltiplicazione attiva.
L'insorgenza della resistenza verso questo antibiotico si svolge, in linea di massima, in forma moderata, con variazioni però notevoli da una specie batterica all'altra. L'associazione con la penicillina ritarda la formazione di ceppi resistenti. I germi divenuti resistenti verso l'eritromicina, si dimostrano anche resistenti verso la carbomicina e la oleandomicina (resistenza crociata).
La tossicità è molto bassa: anche dopo trattamenti prolungati non si osservano alterazioni a carico dei varî organi ed apparati; pure la tollerabilità gastrica è buona; poiché l'antibiotico non altera in modo apprezzabile l'equilibrio della flora batterica intestinale, raramente si osservano disturbi da disvitaminosi.
La via di somministrazione generalmente più usata è quella orale: l'eritromicina è infatti assorbita facilmente dalla mucosa gastro-intestinale. Tuttavia, poiché l'acidità del succo gastrico esercita un'azione inattivante sull'antibiotico, le compresse di e. vengono protette da uno speciale rivestimento che si dissolve rapidamente solo in ambiente alcalino, cioè nel duodeno e non nello stomaco. Viene così assicurato un assorbimento massivo dell'antibiotico, ottenendosi entro qualche ora livelli ematici elevati che si mantengono terapeuticamente efficienti fino alla sesta ora. Per via orale l'e. viene somministrata in dosi singole di 250 mg, ogni sei ore, preferibilmente lontano dai pasti. Nelle infezioni di maggiore gravità si può ricorrere a dosi di 250 mg ogni 4 ore o di 500 mg ogni 6 ore. L'antibiotico può essere anche somministrato per via endomuscolare o endovenosa. Agendo l'e. non come battericida ma come batteriostatico, la risposta clinica si avrà entro 48 ore, difficilmente prima.
Le principali indicazioni dell'e. sono rappresentate dalle infezioni da germi gram-positivi, soprattutto quelle sostenute dallo stafilococco resistente agli altri antibiotici (eccetto alla carbomicina ed alla oleandomicina, con le quali presenta il fenomeno della resistenza crociata). Particolare indicazione l'e. trova nel trattamento dei portatori difterici, la cui sterilizzazione, in una percentuale di casi piuttosto elevata, si ottiene entro pochi giorni.