ERITREA
Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Matteo Marconi. – Stato dell’Africa orientale. L’ultimo censimento fatto in E. risale al 1984, quando la popolazione si attestava sui 2.748.304 abitanti.
Nel 2007 ne erano stimati 4.577.000, mentre nel 2014 6.536.176, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economicand Social Affairs), con una crescita sostenuta da un tasso di fertilità particolarmente alto, 4,14 figli per donna. La popolazione risulta essere molto giovane, con il 61% che ha al massimo 24 anni e appena il 3,7% più di 65, e un’età media complessiva di 19,1 anni. Solo una parte esigua (21,3%) vive in zone urbane, con la capitale, Asmara, che nel 2011 registrava 712.000 ab., comunque in netta crescita rispetto ai 551.000 ab. del 2005. L’aspettativa di vita è sensibilmente aumentata tra il 2006 e il 2014, passando da 59 a 62,9 anni. A ciò ha contribuito in modo significativo l’aumento della quota di PIL destinata alla sanità, incrementata di quasi un punto, che ha portato la spesa totale al 2,6% (2012). Nonostante gli investimenti, la situazione, specie nelle aree rurali, rimane difficilissima: il 35% dei bambini entro i cinque anni è sottoalimentato (settimo Paese al mondo per incidenza del problema), mentre l’accesso all’acqua è molto difficile per circa il 40% della popolazione. A questo si aggiunga il problema del traffico di esseri umani, di cui gli eritrei sono vittime.
Condizioni economiche. – L’economia eritrea è basata essenzialmente sulla sussistenza e quindi la forza lavoro è principalmente impiegata in campo agricolo, nell’allevamento e nella pesca. Gli investimenti del governo per garantire la copertura del fabbisogno alimentare interno hanno portato a dei miglioramenti, tuttavia non ancora sufficienti per consentire l’autonomia dell’E. dall’acquisto di generi di prima necessità e dagli aiuti internazionali. Lo sfruttamento delle risorse minerarie è appena agli inizi, affidato a società straniere che estraggono oro, rame e potassio; da queste dipenderanno le possibilità di sviluppo dell’E. nei prossimi anni. Di una certa importanza sono la produzione del sale e del cemento a Massaua, mentre ad Asmara si segnalano importanti birrifici.
Storia di Emma Ansovini. – Il Paese continuava, in una spirale senza interruzioni, quel-l’involuzione autoritaria che aveva già subi to un’accentuazione dopo la fine della guerra con l’Etiopia (1998-2000) e che si era accompagnata a una vera e propria militarizzazione della società, tanto da far parlate di uno Stato caserma o, secondo la definizione di Human rights watch, di «una gigantesca prigione». Da un lato infatti la legge, che imponeva la leva militare obbligatoria fino al cinquantesimo anno di età per gli uomini e a 40 per le donne, si traduceva in vero e proprio lavoro forzato; dall’altro ogni forma di opposizione veniva stroncata da un regime sempre più repressivo, che, secondo i report di Amnesty international, teneva nelle sue prigioni, senza processo, almeno 10.000 tra politici, giornalisti, leader religiosi, obiettori di coscienza, semplici cittadini. Le scelte del regime determi navano la fuga di migliaia di persone, costrette peraltro a intraprendere percorsi sempre più rischiosi di emigrazione, e spingevano il Paese verso un progressivo isolamento internazionale. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel 2009, accogliendo le richieste dell’Unione Africana e del-l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo, approvava un pacchetto di sanzioni come risposta all’appoggio logistico fornito dall’E. al gruppo islamico fondamentalista al-Sha-baab che operava in Somalia, inasprendole poi nel 2011.
L’isolamento del Paese e la decisione del governo eritreo di espellere progressivamente tutte le agenzie occidentali di cooperazione danneggiava ulteriormente un’economia già strutturalmente debole perché largamente legata a un’agricoltura di sussistenza e indeboliva i redditi delle famiglie, che venivano colpite anche da una tassa del 2% sulle rimesse degli emigrati, la cosiddetta tassa sulla diaspora. Solo con la Cina l’E. incrementava i suoi rapporti economici. Restavano difficili i rapporti con l’Etiopia accusata dal governo di ripetute incursioni militari (2012, 2013).
Bibliografia: Eritrea’s external relations: understanding its regional and foreign policy, ed. R. Reid, London 2009.