ERISTICA (gr. ἐριστική [τέχνη], "arte del disputare")
È il nome con cui fu designata quell'ultima fase dell'antica sofistica, in cui la fiducia nella capacità soggettiva della persuasione assunse l'aspetto di una sicurezza e spavalderia confutatoria, che mirava ormai al semplice scopo della vittoria sull'avversario, qualunque fosse la tesi da questi propugnata. "Eristici" in questo senso, furono propriamente, nell'età della sofistica, Eutidemo e Dionisodoro. Ma il nome servì poi soprattutto a designare, nel periodo socratico, i filosofi della scuola megarica (v. megarica, Scuola; alessino; diodoro crono; eubulide; euclide di Megara; stilpone), la cui critica aveva peraltro un significato più filosofico, e un contenuto più oggettivo, in quanto mirava alla dimostrazione dialettica (secondo lo spirito dell'eleate Zenone) dell'assurdo di ogni apparenza particolare delle cose, di fronte all'unica realtà dell'ente eleatico da essi identificato col concetto socratico del bene.