ERISIPELA (dal gr. ὲρνσίπελας)
Infiammazione acuta della pelle o anche delle mucose caratterizzata da arrossamento che si sposta. Mentre in tutte le altre dermatiti l'arrossamento si diffonde senza abbandonare il punto della sua primitiva insorgenza, nell'erisipela esso, intanto che si propaga alle parti vicine, scompare dal punto nel quale s'è iniziato, per cui nella regione erisipelatosa sì trova il tratto di cute primitivamente colpito in fase di regressione infiammatoria (zona centrale o di regressione) e talora quasi sano, mentre la cute circostante è arrossata (zona di stato), con tinta più viva lungo i margini che rappresentano la cosiddetta zona d'invasione. Questa speciale evoluzione dipende dalla particolare biologia del microrganismo che ne è la causa determinante, cioè lo streptococco (v. Batteriologia). L'erisipela può manifestarsi in seguito a ferita o a qualsiasi lesione di continuo della pelle e delle mucose (piaghe, ulcere, specialmente varicose, ragadi, fistole). Il cuoio capelluto, la faccia e gli arti inferiori, le mucose delle prime vie aeree sono le regioni più frequentemente colpite, e siccome i microrganismi possono, dopo la guarigione, rimanervi allo stato di latenza senza conferire immunità, così la parte già colpita resta predisposta alle recidive. I germi, che si riscontrano numerosi tra le fibrille del derma, specialmente nella zona d'invasione, provocano infiltrazione sierosa e leucocitaria e fatti degenerativi degli elementi del tessuto, che possono interessare anche le cellule epidermiche fra le quali può infiltrarsi l'essudato, dando luogo a formazione di piccole raccolte essudative (flittene).
Queste lesioni anatomiche si manifestano clinicamente, oltre che col vivo rossore anzidetto, con più o meno lieve tumefazione dell'area arrossata (placca erisipelatosa), che si presenta più calda della pelle circostante e dolente. Questi sintomi locali sono preceduti e accompagnati da manifestazioni generali dovute all'assorbimento delle tossine elaborate dai germi: febbre spesso elevata (39°-40°), preceduta da brivido, in alcuni casi, però, poco accentuata (38°); polso frequente; lingua secca; disappetenza; cefalea; talora, per l'intensa elevazione termica, delirio; urine scarse con presenza, a volte, d'albumina.
Si distinguono varî tipi d'erisipela: la forma sopraddescritta, la più comune, è l'erisipela eritematosa. Per fuoriuscita di globuli rossi si possono avere ecchimosi, donde la varietà d'erisipela ecchimotica; se insorgono vescicole, s'avrà la forma flittenulare; se nelle vescicole l'essudato assume carattere purulento, l'erisipela prende il nome di pustolosa, e di suppurativa ovvero purulenta se la suppurazione interessa il derma, mentre si parlerà d'erisipela flemmonosa quando coinvolge il tessuto sottocutaneo. Si può avere anche una erisipela cancrenosa, specialmente nelle regioni a cute sottile, quali le palpebre, la vulva, lo scroto. E caratterizzata da chiazze di colore rosso scuro, che in seguito assúmono tinta bluastra, violacea e infine giallastra come foglia secca. L'età avanzata e più specialmente gli stati discrasici (iperglicemia, diabete, alcoolismo, ecc.) nonché le alterazioni trofiche locali, fra cui anche la radiodermite, favoriscono lo stabilirsi di tale forma. L'erisipela compie di solito il suo ciclo in una o due settimane e scompare dopo avere percorso spesso tutta la regione, p. es.: dall'uno all'altro orecchio; dal segmento prossimale d'un arto all'estremità distale. Talora, però, dopo avere invasa la faccia, s'estende al collo, al petto, alle spalle, all'addome (eriaipela ambulante o migrante), o a gran parte del corpo (erisipela universale). In alcuni casi si diffonde a zig-zag (e. serpiginosa); in altri a chiazze più o meno lontane le une dalle altre e separate da tratti di cute normale (e. erratica). Talora si riforma nel punto in cui s'era manifestata (e. a ripetizione), insorgenza che in alcuni casi coincide con i periodi mestruali (e. mestruale). L'erisipela può complMami a flebite, particolarmente grave nella faccia, potendo il processo, attraverso le vene, diffondersi alle meningi. Può anche dar luogo a sinoviti tendinee e articolari, a nefrite, polmonite, endocardite, miocardite, batteriemia (moltiplicazione dei germi nel sangue) e piemia (ascessi metastatici.)
In genere l'erisipela guarisce e non lascia traccia nella cute colpita. Nei casi però d'erisipela a ripetizione o frequentemente recidivante possono residuare ispessimenti cutanei. La malattia pub avere esito mortale nei casi di complicazioni flebitiche o quando assume, per le condizioni generali dell'individuo, la forma cancrenosa.
Come cura non sono consigliabili le applicazioni di sostanze antisettiche irritanti, perché, mentre danneggiano la cute, non raggiungono i microrganismi annidati nello spessore del derma. Conviene usare impacchi caldi con soluzione fisiologica sterile, o applicazioni di glicerina all'ittiolo, o di pomate al cloruro di calcio, ossido di zinco, ecc., da estendersi anche di là dalla chiazza erisipelatosa. Nelle forme altamente tossiche può riuscire utile la sieroterapia, e nelle forme prolungate o a ripetizione la vaccinoterapia.