GEIJER, Erik Gustaf
Stonco svedese, filosofo, poeta, compositore e uomo politico, nato a Ransäter (Värmland) il 12 gennaio 1783, morto a Stoccolma il 23 aprile 1847. Discepolo di Schiller, già nelle Ålreminne över Sten Sture (Elogio di Sten Sture, 1803), fondatore con Adlerbeth del Gotiska Förbundet (Lega Gotica), nel 1811 direttore e animatore dellȧ rivista Iduna, appassionato studioso della filosofia e poesia tedesca (Reflexioner över studier och deras ändamal, Riflessioni sugli studî e sul loro scopo, 1806; Prisskrift om inbillningsgavan, Saggio sull'immaginazione, 1810; Om falsk och sann upplysning med afseende pa religionen, Sul vero e sul falso illuminismo nei riguardi della religione, 1811; Om historien och den förhallande till religionen, Sulla storia e sui suoi rapporti con la religione, 1811), editore con A. A. Arzelius dei Canti popolari svedesi, traduttore di Macbeth (1813) e introduttore del culto di Shakespeare in Svezia, fu, in giovinezza, una delle maggiori personalità del movimento romantico, in cui rappresentò, per il patriarcale sentimento della famiglia e per la religiosa devozione verso il passato della patria, la tendenza conservatrice. Vikingen (Il Vichingo, 1811), Den siste kȧmpe (L'ultimo eroe, 1811), Den siste skalden (L'ultimo cantore, 1811), Karl den tolfte (Carlo XII, 1811), ecc., sono ricche e colorite espressioni di questa ispirazione romantica, che in altre poesie (Maibetraktelser, Considerazioni del mese di maggio, 1811, Brages harpa heller armonies magt, L'arpa di B. o la potenza dell'armonia, 1811; Försök till psalmer, Saggi di salmi, 1812, ecc.) s'esalta talora anche in tonalità mistiche. Ma distolto lo sguardo dalle "vaghe grandi idee", si volse all'esame della concreta verità della vita, in cui le idee sono "oscure forze operanti" (v. la chiara e limpida opera autobiografica Minnen, Ricordi, 1825); abbandonato il culto esclusivo del passato, che lo aveva spinto a tenace polemica contro il nascente liberalismo (Om historiens nyita, Dell'utilità della storia, 1819; Nytt "Eit och Annat" i anledning af frågan om den akademiska jurisdictionen, Ancora qualche parola come introduzione al problema della giurisdizione accademica, 1822; Feodalism och republicanism, 1818, ecc.), divenne uno degli spiriti più aperti alle nuove esigenze politiche e sociali; già nel 1820 mostra la sua indipendenza di giudizio in questioni religiose (Thorild. Tillika en filosofisk eller ofilosofisk bekännelse, Thorild. Ancora una filosofica e afilosofica confessione); nel 1838, la fondazione del Litteraturbladet segnava infine la decisa rottura col passato.
Fra le occupazioni delle alte cariche civili e politiche, a cui venne assunto, la sua opera maggiore in questo periodo fu la sua opera storica. La grande introduzione alla storia della Svezia (Svea rikes häfder, 1823), i tre volumi della Svenska folkets historia (Storia del popolo svedese, 1832-36), il Teckning af Sveriges tillstand under tiden frä Carl XII till Gustaf III (Disegno delle condizioni della Svezia da Carlo XII a Gustavo III, 1839), l'edizione delle carte di Gustavo III (Konung Gustafs III's papper, 3 voll., 1843-45), le numerose pubblicazioni di testi negli Atti dell'Accademia delle scienze, rappresentano in Svezia il sorgere di una scienza storica, in senso critico, moderno, dove l'indagine muove dal fatto accertato per cercare di assumerlo nel mondo del pensiero (v. anche Föreläsningar öfver människans historia, Lezioni sulla storia della umanità, raccolte da S. Ribbing, 1856). L'intensificarsi del sentimento religioso (Ocksa ett ord öfver tidens religiösa fraga, Ancora una parola sulla questione religiosa, 1847), il tentativo di costruire una concezione della vita convergente sulla personalità dell'individuo come ultima realtà, s'accompagnarono negli ultimi anni a una più viva ripresa di composizioni poetiche (Höstsädet, Semenza di autunno, 1840; Tal och tystnad, Parola e silenzio, 1840; Min politik, 1840; Melodier, 1842; Nyarsnatten, La notte del nuovo anno, 1846, ecc.) e furono come un ultimo accordo in cui si composero quelle che erano state le grandi divergenti tendenze della sua vita.
Ediz.: Samlade Skrifter, 13 voll., Stoccolma 1849-55 (incompleta). Un'edizione completa si sta stampando a cura di J. Ländquist, Samlade Skrifter, Stoccolma 1923 segg.; il vol. XII contiene le lettere alla moglie: G.s brev till hans hustru, 1808-1846.
Bibl.: J. Ländquist, E. G. Gejer, hans levnad och verk, Stoccolma 1924; H. Borelius, E. G. G., Aren före avfallet, Stoccolma 1909; G. Reiux, G.s avfall, Stoccolma 1915; A. Boldt, E. G. G., 2 voll., Helsingfors 1909-10; H. Bach, E. G. G., Copenaghen 1919; F. Böök, Inledning till G.s minnen, Stoccolma 1915; L. Stavenard, Den moderna vedenskapens genombrott i svensk historieskrivning, Goteburgo 1913; P. E. Liljequist, E. G. G., ein schwedischer Geschichtsphilosoph, Erlangen 1924. E cfr. anche sulle composizioni musicali di G.: A. F. Lindblad, in Samlade Skrifter, VII; e ora T. Norlind, E. G. G. som musiker, Stoccolma 1919.