SCHMIDT, Erich
Storico della letteratura tedesca, nato a Jena il 20 giugno 1853, morto a Berlino il 30 aprile 1913. Scolaro di Schulpforta, allievo di W. Scherer, fu successivamente professore a Strasburgo (1877) e a Vienna (1880), direttore dell'archivio goethiano di Weimar (1885), professore dal 1887 a Berlino.
Esordì con una tesi su Reinmar von Hagenau und Heinrich von Rugge (1874), nella quale affrontava questioni di attribuzione in base a considerazioni d'ordine stilistico-grammaticale, trascurando però il problema della costituzione dei codici. In rapida successione seguirono il volume Richardson, Rousseau und Goethe (1875), derivato allo studio della dizione letteraria nella quale rientra il Werther; e scritti minori sulla letteratura tedesca nella seconda metà del Settecento, biografici (H. L. Wagner, Goethes tragendgenosse, 2ª ed. 1879; Lenz und Klinger, 1878) e documentarî (Beiträge zur Kenntniss der klopstockschen Jugendlyrik, 1880; Lenziana, nei Rendiconti di Berlino, 1901). In questa sfera, e anche in senso assoluto, la sua opera maggiore resta il Lessing (1884-92, 3ª ed. 1909): un'ampia vita che ben rispecchia l'ingegno dello Sch., preciso nella descrizione di uomini e cose, diligente nell'osservazione letteraria, alieno dalla speculazione. Queste qualità dell'ingegno dello Sch. sono confermate anche dagli altri suoi scritti, mentre il discorso Die literarische Persönlichkeit (1909) è estrinseco, niente di nuovo porta lo scritto Die Anfänge der Literatur und die Literatur der primitiven Völker (1906, in Die Kultur der Gegenwart, P. I., sez. VII); istruttivi restano i saggi letterarî e di storia della cultura raccolti nelle Charakteristiken (1886-1901). Intese essere filologo; e come tale diede opera a svariate edizioni, di H. von Kleist, L. Uhland, O. Ludwig, ecc., ma soprattutto del Goethe, di cui curò il Faust e gli Xenien: il suo lavoro filologicamente forse più pregevole. A Weimar ebbe la fortuna di scoprire il manoscritto dell'Urfaust.
A. v. Weilen, E. Sch., in Biograph. Jahrbuch und deutscher Nekrolog del Bettelheim, XVIII (1913), Berlino 1917, pp. 154-77; G. Roethe, in Sitzungsb. d. preuss. Akademie, 1913, 617-24. Ai ricordi e aneddoti raccontati dai biografi ne aggiunge uno gustoso A. Farinelli, in Nuova Antologia, 1 maggio 1934, pp. 39-40.