HONECKER, Erich
Uomo politico tedesco, nato a Neunkirchen (Saarland) il 25 agosto 1912. Figlio di un minatore, militò fin dal 1922 in organizzazioni giovanili comuniste e dal 1930 nella KPD (Kommunistische Partei Deutschland) del territorio della Saar (posta sotto amministrazione della Società delle Nazioni). Frequentò nel 1930-31 un corso alla scuola del Comintern a Mosca. Per la sua attività clandestina a favore della KPD, venne arrestato nel 1935 dalla Gestapo e condannato a dieci anni di carcere. Nel 1945, W. Ulbricht gli affidò, nel contesto della ricostruzione della KPD e della bolscevizzazione della zona di occupazione della Germania, l'organizzazione giovanile di stato FDJ (Freie Deutsche Jugend), inizialmente in teoria pluralista ma in realtà diretta dalla SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands) e uno dei più importanti strumenti del partito. Rimase presidente della FDJ fino al 1955. Dopo uno stage all'accademia di partito a Mosca, fu nominato nel 1956 segretario del Comitato centrale della SED: responsabile della politica militare e di sicurezza e della polizia, organizzò, sulla base della Kasernierte Volkspolizei, la milizia creata nel 1950, la Nationale Volksarmee, il nuovo esercito della DDR, e le Betriebskampfgruppen, la nuova milizia formata da operai nelle aziende e posta sotto il comando diretto della SED. Assurto a delfino di W. Ulbricht, gli venne affidata la direzione della costruzione del muro di Berlino (1961); fu lui a emanare l'ordine di sparare su quanti tentavano la fuga attraverso il muro; un ordine che, per quanto ristretto nell'applicazione dal 1972 in poi, avrebbe provocato, fino al 1989, quasi duecento vittime.
Nel 1971, dopo la caduta di Ulbricht, che era divenuto ostacolo alla ricerca da parte dell'Unione sovietica di un modus vivendi con la Repubblica Federale, H. gli successe nella carica di primo segretario del Comitato centrale della SED, per ristabilire il perfetto allineamento della DDR sulle posizioni dell'URSS. Presidente dello Staatsrat dal 1976 e del Consiglio nazionale della difesa, egli univa, come prima lo stesso Ulbricht, nelle sue mani le massime cariche del partito e dello stato inserendo numerosi suoi ex collaboratori nel Politbüro, e affidando alla moglie Margot H.-Feist il ministero della Pubblica istruzione.
Uno stile meno aggressivo, più sobrio (lo stesso dimostrato nel 1971, quando aveva puntato sui miglioramenti economico-sociali per la popolazione) e, soprattutto, certi accenti della sua politica estera negli anni Ottanta, coi quali pareva dare la priorità al mantenimento della distensione fra i due stati tedeschi anche in momenti di accentuata tensione Est-Ovest, gli valsero larghi apprezzamenti e aperture di credito nella Repubblica Federale, fino a quello che sarebbe stato il suo maggiore successo di prestigio, cioè la visita di stato a Bonn nel 1987.
Ostile alla perestrojka, e sempre meno disposto a percepire l'effettiva dimensione della crisi interna della DDR, ma ancora abbastanza abile per impedire ogni soluzione di ricambio all'interno del sistema, l'anziano e malato dittatore aveva condotto il regime SED a una situazione insostenibile: un grave rischio d'isolamento sul piano internazionale, dovuto alla contemporanea politica di fronda nei confronti di Gorbačëv e di contrasto con l'Occidente; una condizione di latente bancarotta (compresa l'imminente insolvenza negli scambi internazionali) e un processo accelerato di disgregazione interna. Il 18 ottobre 1989 dovette dimettersi dalle sue cariche, nel novembre il procuratore generale della DDR aprì contro di lui un procedimento di accusa per corruzione e abuso di potere, cui seguì l'espulsione dal partito. Dopo un breve arresto, H., gravemente ammalato, si rifugiò nell'aprile 1990 in un ospedale militare dell'Armata Rossa sul territorio della DDR, da dove gli fu consentito di trasferirsi a Mosca, per sottrarsi a un incombente processo per omicidio, per le vittime del muro; successivamente riparò nell'ambasciata cilena a Mosca. Dopo difficili trattative fu restituito alla giustizia tedesca nel luglio 1992.
Opere di H.: Im Lande des Sozialismus (1946); Aus meinem Leben (1980, nuova ed. 1989); Reden und Aufsätze, 12 voll. (1975-88).
Bibl.: D. Borkowski, Erich Honecker. Statthalter Moskaus oder deutscher Patriot? Eine Biographie, Monaco 1987; R. Andert, W. Herzberg, Der Sturz. Erich Honecker im Kreuzverhör, Berlino-Weimar 19912; P. Przybylski, Tatort Politbüro. Die Akte Honecker, Berlino 1991.