Vedi ERICE dell'anno: 1960 - 1973 - 1994
ERICE (v. vol. III, p. 413 e S 1970, p. 313)
Gli ultimi venti anni non hanno visto incrementi sostanziali nella documentazione archeologica, che è ancora quella risultante dai saggi di scavo della fine degli anni '60 condotti alla base della cinta muraria e nella necropoli punico-ellenistica fuori Porta Trapani. Il centro elimo ha tuttavia trovato a più riprese risalto negli studi concernenti l'espansione fenicia in Sicilia e i rapporti delle colonie semitiche dell'isola con le limitrofe fondazioni greche e i centri indigeni dell'entroterra, prima e durante il costituirsi dell'epicrazia cartaginese.
In particolare, si sono chiariti alcuni aspetti del culto dell'Astarte di E. attraverso un riesame sia delle testimonianze archeologiche provenienti dall'area del santuario, sia dello scarsissimo materiale epigrafico punico. Quest'ultimo è costituito da due iscrizioni votive, l'una da Cartagine su una stele del tofet di età ellenistica (Corpus Inscriptionum Semiticarum, I, Parigi 1881, n. 3776), che reca la menzione di una Arišatba'al «serva di Astarte di E.», l'altra da Cagliari del III sec. a.C., in cui si ricorda un «altare di bronzo» offerto ad Astarte di E.: entrambe le dediche mostrano la diffusione del culto della dea fuori della Sicilia già in epoca punica, aggiungendosi alla testimonianza di Eliano (Nat. an., IV, 2) sugli anagògia e katagògia della Astarte di E. a Sicca Veneria (Le Kef), accompagnati dal volo delle colombe. È stata anche fatta l'ipotesi che l'Astarte di Pyrgi (v.) sia quella di E., località in cui la prostituzione sacra era elemento peculiare e ben noto del culto, sulla base di un passo di Lucilio che parla di scorta Pyrgensia (Serv., Aen. X, 184): ipotesi che però attende ancora una verifica.
È da notare infine che il rafforzamento delle mura di E., con la messa in opera di blocchi con lettere puniche, è stato collegato alla minaccia portata dalla spedizione di Pentatlo di Cnido (580 a.C.) nei riguardi delle colonie fenicie di Sicilia, sostenitrici dell'elima Segesta nel conflitto che l'opponeva a Selinunte, dato che non sembra casuale l'erezione nello stesso periodo (prima metà del VI sec. a.C.) della prima cinta muraria di Mozia.
Risulta in definitiva dagli studi più recenti sulla Sicilia fenicio-punica il carattere secondario dell'impianto punico a E., che è da correlare all'affermazione di Cartagine nell'isola e che si inquadra nell'ampia convergenza di componenti culturali (elima, greca, semitica) intorno al Santuario di Astarte/Afrodite.
Bibl.: G. Colonna, Il santuario di Pyrgi alla luce delle recenti scoperte, in StEtr, XXXIII, 1965, pp. 211-212; G. Κ. Galinski, Aeneas, Sicily and Rome, Princeton 1969, pp. 63 ss., 114 ss.; S. Moscati, I Cartaginesi in Italia, Milano 1977, pp. 97-102; S. F. Bondi, I centri della Sicilia fenicio-punica, in E. Gabba, G. Vallet (ed.), Storia della Sicilia, I, Napoli 1979, pp. 213-214: G. Colonna, La Sicilia e il Tirreno nel V e IV secolo, in Atti del V congresso internazionale di studi sulla Sicilia antica, Palermo 1980 (Kokalos, XXVI-XXVII), Roma 1982, p. 166 ss.; A. Wilson, Sardinia and Sicily during the Roman Empire, ibid., pp. 225-226; S. F. Bondi, La Sicilia fenicio-punica. Il quadro storico e la documentazione archeologica, in BdA, LXX, 31-32, 1985, pp. 17, 27; V. Tusa, Stato delle ricerche e degli studi fenicio-punici in Sicilia, ibid., p. 45; id., I Fenici e i Cartaginesi, in G. Pugliese Carratelli (ed.), Sikanie. Storia e civiltà della Sicilia greca, Milano 1985, pp. 625-626, 631; S. Moscati, Italia punica, Milano 1986, in part. pp. 101-105; id., L'arte della Sicilia punica, Milano 1987, in part. pp. 50-51.
(Α. M. Bisi)