Rohmer, Eric
Rohmer, Eric. – Pseud. del regista francese Jean-Marie Maurice Schérer (Tulle 1920 - Parigi 2010). Gli ultimi anni di attività di R., uno dei nomi più importanti del cinema francese e mondiale del secondo Novecento, sono caratterizzati al tempo stesso da una ripresa e una radicalizzazione dei suoi temi principali e da una capacità di sperimentazione formale e narrativa (che di fatto ha sempre marcato la sua produzione). L’anglaise et le duc (2001, La nobildonna e il duca) è il racconto stilizzato e visualmente antirealistico (grazie all’ausilio delle nuove tecnologie di ripresa e postproduzione digitali) della Rivoluzione francese del 1789 attraverso lo sguardo inconsapevole di una nobile inglese vissuta in Francia in quel periodo: il punto di vista è volutamente parziale e deformato e la storia appare una costruzione e visione soggettiva. In Triple agent (2004), ambientato negli anni Trenta nel Novecento, le vicende di un agente segreto russo che fa il triplo gioco creano l’opportunità di indagare le dinamiche nascoste della storia e della politica e la complessità etica delle scelte di un uomo, che in R. non sono mai il frutto di posizioni ingenuamente manichee. Ne Les amours d'Astrée et de Céladon (2007) il viaggio nella storia arriva fino al racconto quasi mitico di un amore ai tempi della conquista romana del territorio francese. La narrazione assume allora la forma del canto antico, dello sguardo impossibile verso il passato, privo della necessità di una ricostruzione filologicamente corretta, ma con la volontà di raccontare un mito dell’origine, uno sguardo sul mondo che è alla base di una cultura. Gli ultimi film di R. sono quindi puntati all’indietro, retrospettivi, opere che ripensano la storia come matrice di ogni narrazione possibile e, al tempo stesso, lavori che riflettono sulle forme della rappresentazione cinematografica, in una prospettiva di ricerca e sperimentazione che fino all’ultimo ha accompagnato il regista francese.