RATDOLT, Erhard
RATDOLT, Erhard. – Nacque ad Augusta intorno al 1447. Il padre era un carpentiere, certamente attivo ad Augusta dal 1439 al 1462, come risulta dai registri delle tasse. Per l’anno 1462, probabile data della morte, vi si nominano anche i figli Hans ed Erhard. Quest’ultimo si allontanò dalla città natale nel 1466 (anno in cui non figura nel registro delle tasse). Nel 1468 è a Venezia, dove sottoscrive, come copista, un manoscritto conservato oggi nella Biblioteca del Seminario di Padova (ms. 116). Tale documento attesta che Ratdolt ebbe contatti con Venezia prima dell'arrivo della stampa in Laguna e prima di intraprendervi la carriera di stampatore. Dimostra inoltre il suo precoce impiego nel mondo del libro, che precede il suo apprendistato tipografico.
Tornato ad Augusta entro il 1471 se ne andò nuovamente nel 1474 e per circa due anni se ne perdono le tracce. È in questo periodo che probabilmente si colloca la sua formazione nell’arte tipografica, forse in contatto con l’officina di Norimberga fondata nel 1472 dal matematico e astronomo Johann Müller (noto con il nome latinizzato di Regiomontano) per pubblicare i celebri Calendari e altre opere simili. L’attività di questa officina cessò nel 1475, anno in cui Regiomontano fu chiamato a Roma da Sisto IV, per lavorare alla riforma del calendario.
Ratdolt ricompare nel 1476 a Venezia dove svolse la propria attività per un decennio, pubblicando complessivamente una settantina di edizioni. Nei primi due anni fu associato ad altri due tipografi di origini tedesche: Bernhard Maler (definito Pictor), suo concittadino, e il bavarese Peter Löslein, di Langenzenn. Alla compagnia, che sottoscrisse una dozzina di edizioni, si deve anche la realizzazione del primo frontespizio della storia, che si trova nelle due versioni, latina e italiana, del Calendario di Regiomontano (Incunabula Short-Title Catalogue, d’ora in poi ISTC ir00093000 e ir00103000), uscite verso la fine del 1476. La società si sciolse progressivamente nel corso del 1478: dapprima lasciò Peter Löslein, come attesta l’edizione tedesca del Regiomontano sottoscritta dai soli Ratdolt e Maler nel 1478 (ISTC, ir00100500), poi si divisero anche i due augustani. Parte dei materiali tipografici passò a un altro prolifico stampatore tedesco attivo a Venezia nell’ultimo quarto del secolo, Franz Renner.
Ratdolt continuò a lavorare in proprio come editore e tipografo a partire dall’edizione del Breviarium per la congregazione benedettina di S. Giustina, del 1° aprile 1480 (ISTC ib01129100). Solo in un’occasione, ovvero per l’edizione del Breviarium Strigoniense, patrocinato da Mattia Corvino e finito di stampare il 12 novembre 1480 a spese del libraio-editore di Ratisbona Johannes Cassis (Eysenhut), Ratdolt si limitò al ruolo di tipografo (ISTC ib01183050).
Di particolare rilievo sono le decorazioni silografiche delle sue edizioni: in particolare le cornici bianche su fondo nero ispirate all’arte del Rinascimento italiano. A queste si aggiungono le elegantissime iniziali, imitate poi da altri stampatori. La composizione del testo, le cornici e le iniziali richiamano in maniera evidente i manoscritti umanistici contemporanei.
Anche nel campo dell’illustrazione libraria Ratdolt ha un ruolo importante, sia per il largo impiego della silografia sia per la pregevole fattura delle figure, perfettamente armonizzate con il testo stampato. Uno dei casi più noti riguarda le sue edizioni del Fasciculus temporum di Werner Rolewinck del 24 novembre 1480 (ISTC ir00261000) e del 28 maggio 1484 (ISTC ir00270000), in cui le raffigurazioni di Venezia, benché riprendano quelle di una precedente edizione veneziana (Georg Walch 1479, ISTC ir00260000), riproducono in maniera più fedele la città, di cui sono riconoscibili in maniera evidente Palazzo Ducale, due colonne della piazzetta e diverse gondole.
Il nome di Ratdolt è indissolubilmente legato però anche alla pubblicazione di testi scientifici, per i quali applicò soluzioni innovative anche dal punto di vista tipografico. Notissima è l’editio princeps di Euclide, nella versione latina di Giovanni Campano da Novara, pubblicata nel 1482 (ISTC ie00113000). Nella celebre dedicatoria al doge Giovanni Mocenigo, Ratdolt non solo celebra la propria edizione, ma vanta di aver messo a punto un sistema per la stampa di diagrammi e figure geometriche, superando un impasse che impediva fino a quel momento la pubblicazione di testi scientifici. In almeno sette esemplari tale lettera è stampata in oro, con una differente composizione tipografica. Si tratta, probabilmente, del primo esperimento di stampa in oro mai realizzato.
In un momento imprecisato tra l’aprile e il dicembre del 1486, Ratdolt fece ritorno ad Augusta, chiamato per la sua fama prima dal principe vescovo Johann von Werdemberg, poi dal suo successore Friedrich von Zollern. L’informazione è fornita dall’umanista Adolf Occo nella lettera prefatoria alla prima edizione certamente stampata da Ratdolt nella sua città natale: l’Obsequiale augustense, datato 1° febbraio 1487 e commissionato dallo stesso von Zollern (ISTC io00001000). L’invito vescovile impegnava Ratdolt a dedicarsi alla stampa di opere religiose per la diocesi, ma il tipografo continuò a pubblicare anche i testi matematico-astronomici che avevano caratterizzato il suo periodo veneziano. Poco prima di lasciare Venezia, il 1° aprile 1486, mentre già era in programma il suo trasferimento ad Augusta, Ratdolt pubblicò quello che probabilmente è il primo campionario di caratteri tipografici della storia (ISTC ir00029840). Si tratta di un foglio volante recante gli specimina di tutte le serie con cui egli poteva stampare e che fu realizzato a scopo promozionale nei confronti dei suoi nuovi committenti tedeschi. Vi figurano dieci tipi gotici (diversi per forma e corpo), tre romani e uno greco. L’Index characterum si è conservato in un unico esemplare oggi alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.
Ad Augusta proseguì nella propria attività pubblicando circa centosessanta edizioni nel Quattrocento e un’altra cinquantina nel Cinquecento, segno di una progressiva riduzione del lavoro. Dal 1486 al 1506 visse in St. Katherine Strasse per poi trasferirsi, nel 1507, in Frawengraben, dove rimase fino al 1527. Nel novembre di quell’anno, risulta che un tale Peter Kempter pagò a Ratdolt un debito di 15 ducati.
Ratdolt era già morto nel 1528, allorché la vedova e il figlio Jörg gli subentrarono nel registro delle tasse della città di Augusta. Lo stesso Jörg proseguì per alcuni anni l’attività paterna.
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