ERETTEO (᾿Ερεχϑεύς, Erechtheus)
Mitico re di Atene, originariamente identico con Erittonio (v.); quando avviene nel mito lo sdoppiamento nei due personaggi, molte gesta vengono attribuite indifferentemente all'uno o all'altro. Nell'aspetto in cui questa figura, cara alle leggende ateniesi, si andò determinando, specialmente ad opera dei tragici in periodo classico, E. appare quale sposo di Prassitea e padre di numerosa prole, fra cui Pandion, Cecrope II, Protogeneia, Pandora, Prokris, Creusa, Orizia, Chthonia. Come eroe eponimo ateniese aveva una statua nell'Agorà (Paus., i, 5, 2) ed era stato raffigurato da Fidia nel donario bronzeo di Delfi eretto per la vittoria di Maratona (Paus., x, io, i). Inoltre sull'Acropoli, presso l'edificio dedicato ad Atena Poliàs, che in epoca tarda prese il nome di Eretteo (v. atene, vol. i, p. 799 ss., 810 ss.), era un gruppo bronzeo, che raffigurava E. in lotta con il tracioeleusinio Eumolpo o con il figlio di lui Immarado (Paus., i, 27, 4), forse da identificare con un'opera di Mirone (Paus., ix, 30, i). Fidia aveva poi raffigurato alcuni episodî del mito di E. sulle metope centrali S del Partenone. Nella xv è da vedere la celebrazione simbolica dell'istituzione del parabàtes o apobàtes, cioè dell'auriga, da parte di E. (Eratosth., Catasterism., 13), così come in una pittura sull'Acropoli, forse nell'Eretteo, E. era raffigurato in atto di guidare il carro dietro ad Atena, che glielo aveva donato (Aristeid., Panathenaikos, 107, 6; Dindorf, iii, p. 62). Nella metopa xvi, di cui abbiamo varî frammenti, E. era rappresentato come nudo eroe barbato, in lotta contro Immarado (altri hanno pensato, meno verisimilmente, che l'avversario fosse Anfizione o Eumolpo o il gigante Asterio); forse E. compare anche nella metopa seguente (xvii), dietro ad Apollo, tenendo in mano un porcellino, simbolo del sacrificio che sta per compiersi nelle metope seguenti (xviii e xix) raffiguranti l'immolazione della figlia. Poco probabile è invece il riconoscimento di E. nel fregio E del cosiddetto Theseion o Hephaisteion.
Sui vasi dipinti vediamo E. che assiste insieme a Cecrope alla nascita di Erittonio in una kỳlix del Pittore di Kodros da Tarquinia nei Musei di Berlino, del 440 a. C. circa, e in scene del ratto di Orizia, come su due vasi decorati a figure rosse conservati rispettivamente a Monaco e a Berlino, del 470-460 circa a. C.
Luciano ricorda in età romana l'attore che impersonava sulla scena il grave personaggio di E. (Necyomant., 16).
Bibl.: Engelmann, in Roscher, cc. 1296-1300, s. v. Erechtheus; Fürtwangler-Reichhold, Tavv. 94-95, II, pp. 186 ss., figg. 66 e 67; J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 426, n. 6; G. Becatti, Problemi fidiaci, Firenze 1951, p. 17 ss.