GEOLOGICHE, ERE
. Ere o periodi geologici sono le partizioni nelle quali si è convenuto di dividere il tempo geologico, vale a dire il tempo intercorso dalla formazione dei più antichi strati sedimentarî sulla superficie terrestre all'attualità. La divisione è artificiale come tutte le classificazioni in cui si cerchi di distribuire partitamente fenomeni in sé stessi continui; e serve quindi soprattutto per aiuto mnemonico e per comodità di locuzione. Ma, in ogni modo, non è più artificiale di quanto sia, ad es., la divisione del tempo storico. Come la storia dell'uomo è stata divisa in antica, medievale e moderna, e a queste partizioni si sono aggiunte poi la contemporanea e la preistorica, così anche la storia della Terra è stata divisa in una parte antica (primaria dei vecchi autori, paleozoica di oggi), una intermedia (secondaria o mesozoica) e una più recente (terziaria o cenozoica), e il progresso degli studî rese poi necessaria l'aggiunta di un termine anteriore agli altri (arcaico o archeozoico) e di un termine più recente degli altri (quaternario o antropozoico o neozoico). La partizione, dapprima riferita al complesso degli strati sedimentarî, secondo la divisione che risale a Giovanni Arduino (1760), venne più tardi riferita alle epoche in cui gli strati stessi si erano formati. A queste maggiori divisioni fu convenuto di dare il nome di ere, e ciascuna di esse, nei primi decennî del secolo scorso, fu divisa in un certo numero di periodi. Il quadro generale delle ere e dei periodi, quale oggi è comunemente accettato, è il seguente:
Caratteristiche fondamentali delle ere. - Queste caratteristiche si possono sintetizzare schematicamente così:
Archeozoica: formazione dei nuclei delle zolle continentali; ripetuti corrugamenti orogenici, di cui almeno due principali, seguiti (almeno in parte) da glaciazioni; origine della vita; sviluppo di alghe e d'invertebrati.
Paleozoica: due grandi corrugamenti orogenici, seguiti da glaciazioni di cui la seconda più intensa ed estesa; dopo le glaciazioni, ritorno di clima caldo e da ultimo arido; comparsa e sviluppo delle crittogame vascolari (che nella seconda metà dell'era originano i grandi depositi di carbon fossile), dei pesci, degli anfibî, e da ultimo dei rettili.
Mesozoica. - Fin quasi alla fine dell'era, quiete orogenica, clima caldo, dominio delle gimnosperme e dei rettili acquatici, terrestri e volanti; comparsa degli uccelli e di piccoli mammiferi. Verso la fine dell'era, orogenesi parziale con rincrudimento climatico; comparsa e rapido sviluppo delle angiosperme.
Cenozoica: climi progressivamente più differenziati; corrugamento e sollevamento delle grandi catene montuose attuali; rapida evoluzione e dominio delle angiosperme, e segnatamente delle erbe e degli alberi a foglia caduca; dominio dei mammiferi che si sono evoluti con sorprendente sviluppo e sostituiti ai rettili in massima parte estinti.
Neozoica: ripetute espansioni glaciali, seguite da ritorni a climi moderati; sollevamenti postumi dei grandi corrugamenti montuosi; formazione delle pianure alluvionali e stabilimento dell'attuale morfologia terrestre; comparsa e sviluppo dell'uomo e della sua cultura.
Rappresentando con grafiche gli avvenimenti principali della storia fisica del globo e dell'evoluzione degli organismi, si rileva facilmente una notevole corrispondenza fra le crisi orogeniche e quelle climatiche; e si nota altresì come alle crisi corrispondano quelle che con felice espressione sono state chiamate pulsazioni della vita, vale a dire le fasi più salienti dell'evoluzione organica: sempre però con un anticipo (biologicamente necessario) delle principali fasi evolutive del mondo vegetale su quelle del mondo animale.
Lunghezza del tempo geologico. - Nulla sappiamo di concreto a questo proposito. Si tratta senza dubbio di durata estremamente lunga, rispetto alla nostre unità di misura; ma i tentativi di misurarla hanno dato risultati discordi. Per l'intervallo decorso dal principio dell'era paleozoica a oggi, i risultati variano da qualche decina a qualche centinaio di milioni di anni e anche più; per la stessa era neozoica, suscettibile di minori incertezze, le stime oscillano fra alcune decine e parecchie centinaia di migliaia di anni. Riguardo alla lunghezza relativa delle singole ere, una qualche indicazione grossolana può essere fornita dallo spessore massimo della relativa serie sedimentaria, potendosi fino a un certo punto ritenere che, nell'insieme, i grandi cumuli di depositi sedimentarî abbiano richiesto periodi di formazione proporzionali al loro spessore; la somma degli spessori massimi è stata calcolata a 37 km. per il Paleozoico, 21 per il Mesozoico, 18 per il Cenozoico, e poco più di un migliaio di metri per il Neozoico. Dell'Arcaico non conosciamo lo spessore, perché in nessun punto è venuta in luce la primitiva corteccia terrestre; ma quel tanto che ci è noto basta per farci ritenere che esso abbia spessore superiore a tutto il resto della serie sedimentaria; e che pertanto la lunghezza del periodo intercorso fra l'inizio della sedimentazione e il principio dell'era paleozoica sia superiore a quella delle ere paleozoica, mesozoica, cenozoica e neozoica tutte insieme.