BARTOLI, Ercoliano
Nacque nella prima metà del sec. XVI da una famiglia di Salò. Si trasferì a Pavia, impiantando una stamperia che prosperò, sotto la direzione del fratello maggiore Girolamo.
GIROLAMO svolse per un certo periodo la sua attività insieme con Costantino Soncino, ma nel 1585 si stabilì a Genova, ove fondò una nuova azienda che diresse con superiore spirito d'arte. Mai a Genova la tipografia aveva raggiunto la perfezione cui la condusse Gìrolamo, proprio nel periodo in cui si riscontra in tutta Italia l'inizio di decadenza dell'industria editoriale. Se tutte le sue edizioni si impongono per accuratezza ed eleganza, una sopra le altre merita particolare rilievo: l'edizione della Gerusalemme liberata, che egli produsse a spese del Guastavini nel 1590. Adorna di tavole (una per ogni canto, oltre al frontespizio) incise da Giacomo Franco e da Agostino Caracci su disegni di Bernardo Castello. I suoi eredi la riprodurranno nel 1604, 1615 e 1617, anno in cui le figure furono ritoccate.
Mentre Girolamo operava ancora a Pavia, il B. accettò le condizioni propostegli ufficialmente dal Comune di Reggio Erailia, ove si trasferì nel 1564 con la carica di "Stampatore camerale" e con gli obblighi e i proventi da essa derivanti. Dapprima limitò la sua attività a proporzioni assai modeste (lavorando quasi esclusivamente per conto del Comune), ma già nel 1565 la sua industria aveva potuto raggiungere un'importanza maggiore; egli acquistò varie ed eleganti serie di caratteri, con i quali stampò opere per lo più di contemporanei reggiani. Risale a questi anni la bella edizione degli Statuta Castrinovi Regiensis (1568), che segna la ripresa in Reggio dell'arte tipografica già fiorente al tempo del Ruggeri. Nel 1575 ebbe anche l'incarico di " Stampatore vescovile", e negli anni seguenti uscirono dalla sua bottega tutte le produzioni letterarìe dei migliori autori dimoranti in Reggio: Alessandro Miari, Alfonso e Giovan Battista Isacchi, Alberto Scaioli, Gabriele Zinamo, Baldassarre Ronzoni, Pietro Scardeone. Più delle altre notevoli per eleganza di caratteri, per nitidezza di stampa, per l'ottima qualità della carta sono l'edizione degli Statuti di Reggio (1582) e quella dell'Alitinonfo di Gaspare Scaruffì (1582). Nel 1585 il B. si trovò eccezionalmente a stampare in Cremona, in società con Ippolito Tromba, la storia di Antonio Campi Cremona fedelissima, oggi particolarmente ricercata anche per la serie di belle incisioni che la adomano, opera di Agostino Caracci.
Il B. morì nel 1598, dopo aver stampato l'Epithalamium in Nuptiis Herc. Panciroli et Virginiae Scarufflae di Anton Maria Tacoli (1597).
I figli FLAVIO e FLAMINIO continuarono l'azienda patema, avendo anch'essi ottenuto le cariche ufficiali di "Stampatori privilegiati" della comunità e del vescovato. Per queste mansioni essi produssero i consueti bandi, decreti dell'autorità civile, nonché operette religiose, mandamenti del presule, libretti di preghiere e simili. Ma per proprio conto proseguirono a pubblicare le opere di autori reggiani contemporanei: Giovanni ed Antonio Fiorentini, Ottavio Azzari, Alessandro Squadroni, Tommaso Lupi. Scorrendo il catalogo delle edizioni dei Bartoli si ha un vero panorama dell'attività culturale reggiana dalla metà del sec. XVI alla metà del successivo. Sebbene già ai primi del sec. XVII si manifesti l'inizio della decadenza dell'arte tipografica (che solo nel Settecento avrà una splendida ripresa nella città di Venezia), tuttavia le stampe dei Bartoli mantengono ancora decoro e correttezza.
Flavio sembra esser morto nell'anno 1615, giacché dopo tale anno il suo nome non si incontra più in nessuna edizione. Il fratello continuò a stampare sino a tardissima età, quando nel 1648, dopo l'ultiino suo prodotto noto (un libretto teatrale, La finta pazza. Festa musicale),cedette l'azienda a un giovane che aveva istruito nella sua bottega, Prospero Vedrotti. Questi continuerà l'azienda per molti anni e ne manterrà la tradizione di serietà e di dignità. Non ci è nota la data di morte di Flaminio, ma essa non dovette avvenire molto dopo il 1648.
Bibl.: E. Menzini, Degli stampatori reggiani dalla origine a tutto il sec. XVIII, in Atti e Memorie d. R. Deput. di storia per le provincie d. Romagna, n. s., III (1877), pp. 146 ss., F. Fumagalli, Lexicon tipographicum Italiae, [Firenze 1905], pp.325, 352; V. Ferrari, La stampa in Reggio Emilia,in Tesori delle Biblioteche d'Italia. Emilia e Romagna,Milano 1932, pp. 567 ss.; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, pp. 78, 325.