ROSELLI, Ercole.
– Nacque ad Ancona il 15 maggio 1818 da Antonio, romano, e da Matilde Belelli, anconetana, di famiglia nobile.
Sposatisi il 17 maggio 1807, i genitori di Ercole ebbero molti figli, maschi e femmine, tra cui Pietro (1808-1885), le cui vicende furono strettamente legate a quelle del fratello minore. Antonio Roselli, ufficiale napoleonico distintosi nella campagna di Russia, entrò in seguito a far parte della milizia pontifica a Roma, dove viveva la famiglia. Fu ispettore consigliere della presidenza delle armi e raggiunse il grado di colonnello di stato maggiore.
Dopo gli studi giovanili, Ercole si dedicò alla matematica e all’astronomia, diventando assistente di padre Ignazio Calandrelli (1792-1866) presso la Specola capitolina, inaugurata nel 1831 sulla torre di Niccolò V nel Palazzo senatorio in Campidoglio. Calandrelli, che insegnava anche ottica e astronomia presso La Sapienza, fu direttore supplente della Specola dal 1841 al 1845, quando si trasferì a Bologna per ricoprire gli stessi incarichi che aveva a Roma, dove tuttavia rientrò non molto tempo dopo. Fu in quel momento che Roselli iniziò a realizzare i suoi primi scritti scientifici.
In Alcune formole sul calcolo dei residui e loro applicazione (1848) cercò di sviluppare il lavoro avviato da Augustin-Louis Cauchy (1789-1857) nell’ambito dell’analisi complessa, esponendo anche una serie di personali considerazioni sul ruolo della ricerca pura in matematica, le quali rivelano le sue inclinazioni filosofiche.
Il vero matematico era colui che sapeva coniugare l’eleganza della dimostrazione con la concretezza dei risultati, così come aveva dimostrato Joseph-Louis Lagrange (1736-1813). I matematici, tuttavia, per quanto grandi, non avrebbero mai potuto ambire a raggiungere la conoscenza divina.
Nell’elenco dei collaboratori al Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, nel quale uscì l’ampio lavoro sul calcolo dei residui, Roselli viene menzionato semplicemente come residente in Roma, senza l’indicazione di altre specifiche qualifiche. Successivamente egli produsse una serie di contributi per il volume del 1849 della Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica e alle matematiche, promossa inizialmente da Clemente Palomba (1819-1891) e Ignazio Cugnoni (1822-1903), che erano stati assistenti all’osservatorio del Collegio Romano diretto da Francesco De Vico (1805-1848), ai quali si aggiunse come editore proprio in quell’anno Barnaba Tortolini (1808-1874), docente di calcolo sublime all’Università di Roma e membro della Società italiana delle scienze detta dei XL, le cui ricerche sul calcolo differenziale furono note anche all’estero.
Nello stesso volume è presente una nota di Ignazio Calandrelli sul calcolo dell’effemeride dell’asteroide Flora, scoperto da John Russell Hind (1823-1895) il 18 ottobre 1847, calcolo al quale partecipò anche Roselli, esplicitamente menzionato tra i collaboratori. È interessante rilevare come la memoria Sopra una formola dedotta dalle funzioni generatrici esprimente con una qualche regolarità la posizione di m punti comunque situati nello spazio in un dato tempo sia datata 7 aprile 1849: venne quindi realizzata durante il convulso periodo della Repubblica romana. Nel volume compariva anche un originale scritto dal titolo Sopra alcuni principi geometrici applicati alla strategia, nel quale Roselli cercava di dimostrare come l’approccio all’arte della guerra dovesse essere di natura scientifica: «La guerra ha i suoi principi così esatti, come la geometria e la meccanica; e dall’applicazione o trascuranza di essi ne discendono le vittorie o le sconfitte; la indipendenza o la schiavitù delle nazioni» (in Raccolta di lettere, 1849, p. 160).
Già da tempo Ercole, seguendo le orme del fratello Pietro, era entrato a far parte della Giovine Italia, fondata da Giuseppe Mazzini nel 1831.
Con lo scoppio delle rivoluzioni del 1848, Pietro, che come il padre aveva una formazione militare, prese parte attivamente alla prima guerra d’indipendenza. Rientrato nello Stato pontifico, diresse la campagna di repressione del brigantaggio nell’Ascolano fra il marzo e l’aprile del 1849. Quindi, il 13 maggio 1849, per volere di Mazzini, assunse la carica di comandante in capo dell’esercito della Repubblica romana, che era stata proclamata il 9 febbraio precedente. La nomina fu all’origine di un aspro dissidio con Giuseppe Garibaldi, destinato a protrarsi negli anni. Altri fratelli di Pietro presero parte alle convulse vicende della Repubblica: Luigi ebbe la carica di tenente colonnello nella fanteria, mentre Giuseppe diresse gli avamposti, oltre a essere addetto ai rifornimenti.
Al pari dei suoi fratelli, Ercole rivestì degli incarichi militari nella Repubblica romana del 1849. Nominato docente nella Scuola militare, comandò, con il grado di maggiore, il battaglione universitario romano. Durante l’assedio di Roma (3 giugno - 2 luglio 1849) fu alle dipendenze della I divisione Garibaldi nella difesa del Gianicolo, guadagnandosi la medaglia d’oro di benemerenza.
Caduta la Repubblica, Roselli venne condannato a morte. La pena fu poi commutata nell’ergastolo, ma riuscì a godere dei benefici dell’amnistia proclamata da Pio IX il 18 settembre 1849. Pur essendo sotto il continuo controllo della polizia, trovò il modo di allontanarsi da Roma, giungendo ad Ancona, dove si imbarcò per Corfù, che dal 1815 era sotto il protettorato del Regno Unito. Quindi si trasferì per un certo tempo a Costantinopoli. In quel periodo fu sempre in stretto contatto con Mazzini e gli altri rivoluzionari. Rientrato a Genova, nel 1853 fu incaricato da Mazzini stesso di organizzare un moto insurrezionale a Roma, con il primario obiettivo di liberare i prigionieri politici detenuti nel carcere di S. Michele e in quello di Paliano, a sud-est di Roma (oggi provincia di Frosinone).
A causa di una serie di incertezze e tradimenti all’interno dell’organizzazione, il tentativo non andò a buon fine e quando Roselli giunse a Roma, nel luglio del 1854, non riuscì a trovare gli appoggi sperati. Avendo messo in conto che la missione avrebbe potuto fallire, aveva già programmato di costituirsi spontaneamente alle autorità romane, confidando che sarebbe stato punito soltanto con l’esilio. Tuttavia, venne istituito un processo contro numerosi imputati, tra cui lo stesso Mazzini, contumace, che portò alla sentenza di condanna a morte per Roselli, poi commutata in vent’anni di reclusione ai lavori forzati presso il forte di Paliano. Per nulla rassegnato alla situazione, Ercole, assieme a Federico Comandini (1815-1893) e altri detenuti, organizzò nel marzo del 1857 un tentativo di evasione armata, che venne represso nel sangue.
Nel luglio del 1858 Roselli venne trasferito nel bagno penale di Ancona e nel dicembre successivo nuovamente condannato a morte dal tribunale supremo della Sacra Consulta, che ne decretò il taglio della testa. Anche in questo caso la pena venne trasformata nella galera a vita. Tuttavia, due anni più tardi, grazie a un ordine di liberazione del generale Manfredo Fanti (1806-1865), conseguente alla capitolazione di Ancona, Pietro Roselli, rientrato in servizio nelle fila dell’esercito regolare durante la seconda guerra d’indipendenza, il 4 ottobre 1860 scarcerò il fratello ancora rinchiuso in catene nella colonia penale, nonostante molti detenuti fossero già stati liberati.
Dal 1861 Ercole Roselli insegnò matematica presso il Reale istituto tecnico e nautico di Ancona. Fu anche direttore della Biblioteca civica della città dal 1862 al 1895 e, dal 1860, membro della commissione conservatrice dei monumenti antichi e degli oggetti d’antichità e belle arti nelle Marche, istituita nel novembre del 1860. Le varie testimonianze su Roselli raccontano che egli non aveva abbandonato gli studi durante la carcerazione, per quello che naturalmente poteva essere possibile, visti i lunghi periodi passati in catene che gli costarono anche una infermità permanente a una gamba. Una volta riacquistata la libertà, egli riprese non solo le ricerche in ambito matematico, ma si dedicò alla filosofia, con una particolare predilezione per la patristica. Fra il 1874 e il 1875 pubblicò un’opera in tre volumi dal titolo Armonia naturale tra le scienze filosofiche e sociali, dedicata allo studio dei meccanismi di formazione delle conoscenze umane, seguita nel 1879 dal volume Logica e critica sull’origine delle umane cognizioni. Nel 1885, quindi, diede alle stampe Armonia assoluta e naturale delle scienze filosofiche e sociali, libro nel quale espose la sua personale teoria filosofica, denominata «Psicopalinsarcosi, o reincarnazione delle anime, dalla quale egli faceva dipendere la ragione della proprietà, il principio della sovranità, il fondamento della pace perpetua generale, la condizione dei nascimenti per rapporto alla qualità dell’ingegno, alla formosità della persona ed alla quantità della ricchezza» (Maroni, 1906, p. 73).
Nel 1896 Roselli venne nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Morì ad Ancona il 21 gennaio 1905.
Il 3 giugno 1906 in suo onore venne inaugurata una lapide, a spese dei professori e degli alunni, presso il Reale istituto tecnico e nautico di Ancona.
Opere. Alcune formole sul calcolo dei residui e loro applicazione, in Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, 1848, vol. 114, pp. 1-32, 121-168; 1848, vol. 115, pp. 3-24; Sulla dipendenza delle due variabili x,y, ibid., pp. 129-169; Sopra una formola dedotta dalle funzioni generatrici esprimente con una qualche regolarità la posizione di m punti comunque situati nello spazio in un dato tempo; Alcune osservazioni sulla nota: Sopra una formola dedotta dalle funzioni generatrici esprimente con una qualche regolarità la posizione di m punti comunque situati nello spazio in un dato tempo; Sopra alcuni principi geometrici applicati alla strategia; Sopra alcune formule della meccanica molecolare, in Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica ed alle matematiche compilata dal prof. Barnaba Tortolini e dai dottori Clemente Palomba ed Ignazio Cugnoni, V, Roma 1849, rispettivamente pp. 113-125, 139-141, 160-170, 422-434; Principi di disegno axonometrico riferito a un solo asse, Ancona 1873; Frammenti di matematica pura ed applicata, Ancona 1874; Armonia naturale tra le scienze filosofiche e sociali, I-III, Ancona 1874-1875; Logica e critica sull’origine delle umane cognizioni, Ancona 1878; Armonia assoluta e naturale delle scienze filosofiche e sociali, Ancona 1885.
Fonti e Bibl.: I. Calandrelli, Effemeride del pianeta Flora, in Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica ed alle matematiche compilata dal prof. Barnaba Tortolini, V, Roma 1849, pp. 79 s.; Relazione delle risultanze processuali nella causa romana di ripristinazione di società segrete, e di promossa insurrezione contro 1. Giuseppe avv. Petroni [...] 10. E. R [...] ed altri moltissimi, Roma 1853; M. Maroni, E. R., in Archivio marchigiano del Risorgimento, I-II (1906), pp. 68-74.
G. Santini, Ancona nel 1848-’49, Macerata 1912, pp. 145-150; Id., L’ergastolo di Ancona, Ancona 1962, pp. 90-94; Id., Gente anconetana, Ancona 1969, pp. 359 s.; U. Baldini, Calandrelli, Ignazio, in Dizionario biografico degli Italiani, XVI, Roma 1973, pp. 442 s.