ROSA, Ercole
Scultore, nato a Roma da genitori marchigiani il 13 febbraio 1846, ivi morto il 12 ottobre 1893. Trasferitasi la sua famiglia a Sanseverino delle Marche, il giovinetto rivelò ben presto il suo ingegno precocissimo, modellando, sotto la semplice guida del padre scalpellino di professione, figurette di terracotta per i presepî.
Lo apprezzò il vescovo del paese che gli fornì i mezzi per recarsi a Roma, nell'ospizio di S. Michele. Ma poco potevano insegnare i maestri a lui che era scultore nato e che si formò da sé, non seguendo alcuna scuola e alcuna tendenza, dando libero sfogo alla acuto osservatore, lo portò a una vivacità di forma e di espressione inconsueta nell'arte del suo tempo. Insieme col Duprè e col Vela egli indirizzò infatti la scultura a una più viva modernità, affermandosì come uno dei più completi, forti e limpidi scultori italiani della seconda metà del sec. XIX. L'abitudine di copiare le statue classiche cui lo aveva costretto il bisogno nei primi anni del suo soggiorno in Roma, lasciò tracce nello sviluppo della sua arte, nella quale la schietta rappresentazione del vero è sempre espressa con particolare nobiltà e larghezza. Il monumento ai fratelli Cairoli, vinto per concorso nel 1874, ed eretto sul Pincio nel 1883, fu l'opera che diffuse la sua fama: opera piena d'impeto, nella rappresentazione di un momento della battaglia, ricca di slancio e di sentimento. (v. roma, XXIX, p. 888).
Da allora molti altri monumenti furono commessi alla sua valentia, fino a quello grandioso di Vittorio Emanuele II in Milano (v. milano, XXIII, tav. LXXXII), che fu inaugurato dopo la morte del R. nel 1896. È nobile espressione del senso epico e dell'ampiezza della linea architettonica che caratterizzano le opere di grande mole, notevole, piú che nel gruppo equestre, nei particolari modellati a larghi tocchi, vibranti di vitalità e di foga. La stessa potenza rappresentativa appare nei numerosi busti, statue, piccole sculture, in cui la sua plastica, sempre sobria e severa, è ammorbidita talvolta da accenti di delicata poesia. Ricordiamo: Frine, Il suonatore ambulante, La baccante, Cleopatra (terracotta); il busto di Bartolomeo Eustachi a Sanseverino, il ritratto di Alessandro Manzoni (bronzo), Garibaldi, Diana boschereccia (bronzo) nella Galleria d'arte moderna in Roma, dove si conservano anche numerosissimi bozzetti di monumenti, tra i quali quelli a Byron e a Erminia Fuà Fusinato.
Bibl.: U. Fleres, E. R., in Arch. stor. dell'arte, VI (1893), p. 384 segg.; L. Chirtani, E. R., in Natura e arte, II (1892-93), pp. 1139-47; F. Sapori, I maestri dell'arte E. R., n. 12, Torino s. a.; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVIII, Lipsia 1934.